Mundial Culacchi 2023 - Electro

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Il percorso di ricerca del trio salentino procede a gonfie vele verso una sempre più attenta ricontestualizzazione di arcaismi necessari alla comprensione dell'oggi

Alla loro seconda prova in studio sulla lunga distanza, i salentini Carmine Tundo, Roberto Mangialardo e Alberto Manco portano coraggiosamente avanti il progetto Mundial allo scopo di proseguire lungo la strada della ricerca di un senso identitario – sia ideologico che sonoramente strutturale – che dalle proprie radici attraversa interi universi di senso compiuto alla ricerca di nuove basi da cui partire sia in quanto artisti che in qualità di esseri umani.

Il risultato del nuovo passo compiuto da questa entità a tratti modernamente mitologica è Culacchi, possente agglomerato di studio e imperterrita ricerca storico-filologica che ricontestualizza antichi racconti per donare loro una funzione a dir poco salvifica nei confronti di una rinnovata animosità nell'affrontare una quotidianità attuale sempre più lontana da senso di appartenenza e legami antropologico-affettivo con le proprie radici.

La derivazione originaria tradizionale – inizialmente da un punto di vista prettamente discorsivo e poi, pian piano, sempre più fondativa per un suono complessivo particolarmente efficace in termini sia di ricerca che di coinvolgimento reale, talvolta anche corrosivo nelle aperture più sperimentali – accorre immediatamente a farsi presenza viva e pulsante su note sofisticatamente acusticheggianti che quasi inducono in inganno l'orecchio più rivolto alle definizioni di genere. Ma l'impronta profondamente incline alle più viscerali e trascinanti pulsazioni elettroniche non si fa attendere più di tanto per un mix travolgente e, a tratti, sorprendente di originarietà compositiva e corposa ricercatezza quanto a modernità sonora (La cummare Malota) con fascinazioni anche vintage (Mannaggiachitammuertu).

Splendidi e concettualmente più che consistenti pure gli imminenti tribalismi arcaici (La muscia nchiata, La cummare Furmiculicchia) e le notevoli fascinazioni mediterranee di carattere tanto oscuro quanto sanguigno nel loro perpetuo incedere da rituale taumaturgico (Camina ciucciu, Lu porcu cu tre piedi), talvolta di matrice psichedelico-sciamanica (Bambinieddhu miu) per una cosmica e scioccante commistione di rave forsennati e processioni senza tempo né raggio d'azione se non quello puramente interiore (Ossiceddhe).

Di spettacolare ed efficientissima capacità di attrazione e conseguente passaggio all'azione cognitiva, un lavoro come Culacchi e una progettualità così precisa e dettagliata nelle intenzioni, come quella dell'intero progetto Mundial, non possono che confermarsi ai vertici di una predisposizione di intenti con altissimo coefficiente di nobiltà rivolta alla salvaguardia di memorie primordiali da mantenere in vita e tramandare agli ulteriori posteri con la forza di uno tra i più travolgenti linguaggi dell'oggi, per fare in modo che il concetto stesso di memoria non diventi reperto museale a buon mercato ma rappresenti in eterno il fulcro pulsante del divenire, qualunque sia la sua direzione.

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La recensione Culacchi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-19 15:48:16

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