FRANCESCO TASKAYALIRetrospection2025 - Pop, Classica

Retrospectionprecedente

Un giovane pianista e compositore, che ha già vissuto molte vite tra luoghi, storie e viaggi

Un gatto elegante si muove sinuoso lungo la superficie levigata, lucida, riflettente, del piano. È il dialogo tra la musica e la natura, tra l'intesa e le fusa, tra l'amore e il graffio, tra la pace e la guerra (Her Little Cat).

Sa essere lento, stanco e pesante il passo di chi parte l'ultima volta, per non tornar mai più. Puoi vedere l'ombra della sua figura allontanarsi di spalle in un aeroporto, camminare dimessa in una strada laterale della città, stagliarsi all'orizzonte e diventare sempre più piccola (Middleman).

In fondo nel mondo siamo fragili e preziosi al contempo, come quei due orecchini posati sul pianoforte a coda, che sembrano denunciare la propria caducità: "Vedi, ora siamo qui, ma può bastare un colpo di vento..." (Istanbul earrings).

E non ti meraviglierai abbastanza di quanto è vero tutto questo, di quanto è dolce a volte il silenzio (Wondering why), di quanto bisogno ci sia di fiducia (Confidence), di quanto un Paese può entrarti dentro (Yanarim), con le sue percussioni, i tempi dispari, le danze e le voci come clarinetti per le vie (Hakan).

Piove piano sulle dita, le gocce baciano appena il vetro della finestra, forse un sogno si sveglia, forse il cielo si arrabbia e diventa temporale. Ma è notte, passerà (Sleeping in the rain).

Ci sono quattro mura in Karitastrasse dove rinasci ogni giorno, dove ti eclissi sui suoni bianchi e neri, dove il mondo resta fuori e non lo fai entrare. Quelle pareti le chiami casa. Talvolta apri la finestra e ti lasci invadere: i colori, le foglie, la primavera, il 25 aprile... (The window across). Qualche secondo di sollievo esterno, seppure dissonante, può servire (Disharmonic relief).

Vuoi ora ricordare Abou che viaggiava con i suoi 13 anni su quella nave dove facevi il volontario e suonavi il piano di bordo non appena potevi. Ricordi che è morto cinque anni fa, cinque giorni dopo l'approdo, troppo giovane e troppo presto. Ricordi che ti sei messo al piano e hai suonato il dolore, che ancora oggi si fa sentire come un'orchestra.

Infine Intro, con la sua anima rock nella sostanza, sta in cima alla tracklist ma serve ad anticipare il futuro.

Retrospection è il nuovo album di Francesco Taskayali, giovane pianista e compositore, direttore artistico di Piano City Palermo. La neoclassica strumentale ha già da qualche tempo un nuovo nome di cui poter andare fiera.

 

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La recensione Retrospection di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-04-25 00:00:00

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