Francesco Taskayali, tra i più originali compositori del panorama neoclassico contemporaneo, annuncia l’uscita del suo nuovo album, "Retrospection", per la label discografica AreaLive il 25 aprile con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea".
Un lavoro che è al tempo stesso una riflessione intima e una mappa sonora globale, dove il pianoforte – strumento principe delle sue opere – dialoga con sax, basso e batteria in arrangiamenti che spaziano dal minimalismo sospeso alla tensione ritmica.
L’album, anticipato dal singolo "Hakan" in uscita l’11 aprile, sarà presentato in anteprima con un concerto showcase all’Auditorium Novecento di Napoli il 27 aprile (inizio ore 21:30 ingresso libero), un’occasione unica per immergersi nelle atmosfere evocative di un disco che racconta strade, conflitti, migrazioni e silenzi.
"Retrospection": un album tra passato e presente
"Retrospection" non è una semplice raccolta di brani, ma un diario di viaggio in musica, che ripercorre gli ultimi anni della vita artistica e umana di Taskayali. Dai Floating Concert sul Lago di Paola alle navi dei migranti al largo della Sicilia, dalle proteste di Hong Kong alla quiete di Ventotene, l’album cattura l’essenza di luoghi dove la musica diventa testimone, conforto e ponte culturale.
"Questo disco è un ritorno alle origini, ma anche uno sguardo in avanti", racconta Taskayali. "Ho voluto rielaborare frammenti di composizioni passate, mescolandoli con nuove intuizioni. Alcuni brani sono nati in solitudine, altri invece hanno richiesto il dialogo con altri strumenti, come il clarinetto, che per me rappresenta la voce umana per eccellenza."
Un concept tra reale e onirico
La sua musica - quindi il pianoforte - è figurativamente sospesa tra acqua e cielo, metafora di un’arte che fluttua tra memoria e futuro.
Le immagini mnemoniche che generano la note di Taskayali giocano con doppie esposizioni chiamando i paesaggi che lo hanno ispirato: dall’Agro Pontino al Bosforo, dalle carceri ai mari in tempesta.
Con "Retrospection", Taskayali chiude un cerchio e ne apre uno nuovo: un disco che è una lettera d’amore alla musica e all’umanità che la ascolt

Retrospection
FRANCESCO TASKAYALI
Descrizione
Credits
Il titolo dell’album è Retrospection, nome scelto non troppo a caso, una retrospettiva su anni di composizione.
Se consideriamo l’inizio della mia carriera intorno ai 18 anni potremmo dire che sono 16 anni di concerti e storie. È anche l’11ma pubblicazione della mia storia discografica.
Tecnicamente è un disco sia di solo piano in alcune tracce, con effetti e riverberi, sia un disco composto da alcuni brani arrangiati per piano/clarinetto/basso e batteria.
INTRO Il disco parte con un brano Intro che fa l’eco al mondo delle colonne sonore, spezza completamente l’album dall’inizio poiché non è ne nel genere ne anticipa quello che arriverà. Potrebbe essere un anticipo di quello che saranno i lavori futuri. A tal proposito il 2024 è stato l’anno delle colonne sonore, ho musicato lo Spot nazionale di poste italiane e il mio catalogo ha iniziato a girare su dei programmi di Rai 1.
Her Little Cat è un brano sul genere e stile di Thomas Newman alla American Beauty, rappresenta un momento della mia vita in cui ero a Roma, in cui vivevo tra musica e poesia, un po’ influenzato dalle poesie di una scrittrice con cui ho avuto un anno creativo, il gatto è il suo. Dello stessi periodo e tema c’è Sleeping in the Rain e Istanbul Earring un brano che scrissi proprio a Istanbul sul pianoforte a coda dell’istituto italiano di cultura dopo aver comprato due orecchini di perla al Grand Bazar.
Middleman è un brano composto per un sogno che ho fatto, è l’ultimo giorno che sono a Istanbul, sto lasciando la città per non tornarci più a vivere, sono a un molo vicino all’aeroporto e una persona cammina molto più avanti, la seguo senza raggiungerla mai, si fonde in lontananza tra sole e mare, chissà chi è.
Yanarim è il titolo di una famosa canzone turca che ho sentito spesso suonare in casa a Istanbul. La ripropongo per solo piano dopo molti anni, è un pezzo che mi ricorda molto quella città.
Confidence è proprio una improvvisazione nata al momento sul pianoforte, su cui poi ho arrangiato uno strumento a fiato.
Karitastrasse è un brano che ricorda ancora una volta delle colonne sonore a cui sono affezionato, il titolo è dedicato alla via in cui abito a Milano, in cui vivo e scrivo. Delle volte questa casa è un po’ un limbo e forse il brano ne ha colto lo spirito.
Hakan non è altro che il nome di mio cugino, mi ha fatto scoprire lui delle sonorità dispari del mar nero, nel suo salone in una casa vicino Istanbul. Quando ho scritto questo pezzo per pianoforte clarinetto e percussioni ho pensato che fosse proprio giusto dedicarlo a lui che ama ballare su questi brani.
Abou è il nome di un ragazzo che conobbi quando facevo volontariato sulle navi quarantena, era un ragazzo di circa 13 anni che migrava verso l’Italia, mori dopo 5 giorni dal suo sbarco. Promisi a me stesso che l’avrei portato nella mia musica, dopo quasi 5 anni finisce in questo disco. È una bonus track perchè registrata non in studio ma sul piano di una casa romana poco dopo aver appreso la notizia. È la registrazione originale della bozza con sopra l’arrangiamento orchestrale.
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