L'electro-punk come veicolo di comicità, satira e giochi di linguaggio
Una grande canna accesa illumina lo spazio oscuro e infinito. È la copertina del disco Trockstar del "cantautore comico" e "Trocker di Secondigliano", Gino Fastidio. Benvenuti a bordo dell'Astronever, dunque, sarà un viaggio surreale tra il napoletano, l'italiano e all'occorenza un po' di inglese, anche maccheronico va bene.
La tracklist propone una raffica di 16 schegge che mixano campionamenti, voci, battute, sketch, giochi di parole e dialetti (Kebabb a crema, Governo ladro, Schizzikea, Canewedde, È Gas). La canzone si titola, ad esempio, suona come un collage dadaista ironico e scanzonato mentre per Mammt... basta il titolo, ripetuto ritmicamente e con la giusta intenzione per un minuto nell'ambito di una "rapsodia" elettronica.
Gina va e Pande mia sono le tracce che si avvicinano di più alla forma-canzone, mantenendo una fortissima carica ironica e dissacrante, mentre A cucin sta o cess sembra un flusso di coscienza, a suo modo poetico e "introspettivo". In generale i brani punzecchiano con arguzia le idiosincrasie della società contemporanea, a partire da La palestra fino allo stress di Giacromo.
Con questo album che attraversa il punk, il rock, la comicità musical - demenziale e il lo-fi, il cantautrocker punk di Made in Sud, Colorado, Stasera tutto è possibile e Mad in Italy racconta il suo universo distorto e tagliente, per strappare reazioni, riflessioni e sorrisi.
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La recensione Trockstar di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-05-29 23:59:06
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