un viaggio sonoro e poetico nel cuore dell’acqua, del tempo e della memoria.
Dieci brani per circa quaranta minuti di viaggio, tra acque dolci e salmastre, tra rive che raccontano la vita di chi abita i margini, di chi parte, di chi ritorna o semplicemente resta a guardare lo scorrere delle cose. Questa è la calma apparente, ma anche la corrente profonda, del primo disco di Pietro Parcellara, Di fronte scorre il fiume co-prodotto con Renato Podestà.
Il fiume, qui, non è solo un elemento naturale: è metafora del tempo, della memoria, del passaggio inevitabile. Ogni canzone sembra raccogliere il suono e il respiro di un paesaggio emotivo che diventa universale, pur restando profondamente radicato nel nostro immaginario collettivo. C’è un’Italia che risuona nei timbri acustici, nei cori discreti, nei piccoli dettagli di arrangiamento che odorano di terra e di mare.
Le sonorità, curate con attenzione quasi artigianale, si muovono tra folk d’autore, suggestioni popolari e aperture più moderne, in un equilibrio che non cerca la nostalgia ma la continuità. Si percepisce la lezione dei grandi cantautori (echi di De André e Guccini, certo) ma anche una scrittura personale, capace di farsi racconto senza cedere alla retorica. L’intervento di Renato Podestà contribuisce a dare spessore e calore al suono, con una produzione che predilige la sincerità timbrica all’effetto.
In brani come "Gusci e conchiglie", Parcellara tocca con delicatezza temi di migrazione e umanità condivisa, evocando la figura di Don Andrea Gallo come simbolo di resistenza morale e di empatia. Altri momenti del disco, invece, si fanno più intimi e contemplativi, quasi diaristici, come se il fiume diventasse specchio dell’anima.
Di fronte scorre il fiume è un esordio maturo e poetico, che procede per immagini e sensazioni più che per slogan. È un disco che non si impone, ma che resta, come una corrente lenta e persistente che continua a fluire anche dopo l’ultima nota.
Un’opera di sincerità e profondità narrativa, dove l’acqua è tempo, casa e destino. E dove, ascoltando, si ha la sensazione di trovarsi sulla riva ad aspettare che qualcosa passi, o semplicemente a riconoscere ciò che già scorre dentro di noi, come un richiamo antico e ancestrale.
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La recensione Di fronte scorre il fiume di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-11-06 21:21:40

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