clippermake my day2007 - Folk, Country

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Un disco country da ballare più che da ascoltare

Forse alcuni dischi non si dovrebbero incidere, bisognerebbe suonarli con il ritmo di piedi e di mani che vanno a tempo, accompagnando una chitarra un po' scordata. O con le note quasi impercettibili dei corpi che si toccano nell'euforia della danza, non importa se sotto un palco o nel bel mezzo della strada. È per questo che il mio parere su “Make my day” dei Clipper non può che essere controverso, trovandomi di fronte a un album che non ascolterei, ma con il quale immagino ballerei fino al mattino in una dimensione live.

Il disco esce nel 2007 e viene sottoposto, prima ancora che all'attenzione italiana, alla critica internazionale, con riscontro positivo. La scelta non stupisce, data l'esterofilia del prodotto, che guarda a quel filone di cantautori a cui fa capo Johnny Cash. Si tratta di un country blues nutrito di armoniche e violini, in cui la voce ricorda a tratti quella di Liam Gallagher. Vengono anticipati, in alcuni tratti, elementi caratteristici dei Girless & the Orphan, non solo musicalmente. In particolare, l'inglese elementare e un'attitudine schietta, senza mezzi termini in episodi come “The leaving of Liverpool”. L'attenzione scende nelle pericolose virate verso il rockabilly (“Shopping Mall Blues”) per riprendersi nei momenti colorati da ballate irlandesi (“It's raining on me”).

Per cui non premete play. Premete piuttosto i piedi per terra, a ritmo di musica, andateli a cercare nei pub questi Clipper, e nelle piazze. Sono sicura che in quel contesto non si possa rimanerne delusi.

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La recensione make my day di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-02 00:00:00

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