the lost transmissions è più un’interferenza che un’uscita vera e propria: l'ep è tecnicamente una versione deluxe di "voicemail", ma in realtà sembra più che altro un archivio che si apre e lascia uscire tutto il rumore. ci sono brani che non ci stavano dentro, altri che non erano pronti, altri ancora troppo personali.
ora ci sono: finiti ma ancora grezzi, esattamente com’erano fin dall’inizio e come necessitavo che fossero.
non è un seguito, è uno strato in più dello stesso mondo. il filo conduttore è sempre lo stesso – i soliti pattern autodistruttivi – ma stavolta non si parla solo d’amore con tutte le sfumature che ciò può avere, ma anche di burnout creativo, il rapporto con "l'avere un corpo", rabbia che arriva a ondate, viaggi strani e un po' tristi e di quel silenzio che ti fa rendere conto di quanto tutto sia cambiato in tre anni.

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