Descrizione

In Voices Rodolfo Montuoro raccoglie gli sketches musicali e poetici ricavati dal cortocircuito degli incontri – sempre imprevedibili ed enigmatici – tra la voce e l’anima, tra psiche e phoné, con tutto lo scompiglio che ne consegue.
Perché Voices? Perché la voce va oltre e al di là di noi stessi; è l’organo più libero e più spirituale della nostra attrezzatura biologica ed è anche fisicità, con la voce attraversiamo le distanze con tutta l’energia del nostro corpo. Ma non si tratta solo dello spazio o del corpo: la voce riesce a offrirci un’intuizione di quelle profondità che agiscono sotto le parole, oltre la punta dell’iceberg, ed è il medium più impressionante del sogno e dell’inconscio.
Seguendo il filo di questo pensiero, in ogni pezzo di Voices, oltre alla parola “significante”, c’è sempre un “canto muto”. C’è la voce che modula il testo (e che, dunque, “significa”, narrando il reale e il possibile) e c’è il cantomuto, in “maschera”, che gli contrappone l’indicibile, il “non ancora”, come le sirene nel viaggio di Ulisse: un canto trascinante ed enigmatico che salmodia l’ignoto.
In ogni canzone dell’album, il cantomuto di Rodolfo è sempre rivestito da uno strumento (che può essere il doudouk, la cornamusa, il violino, il trombone, il mandolino, la diruba, l’ebow), a cercare lo sposalizio perfetto tra la phoné e l’immagine generata dal testo.
In questa vertigine di travestimenti, Rodolfo ha anche cercato e voluto le sue voci più amate: quelle di Carmelo Bene e Roberto Pedicini. Due maestri nella modulazione “musicale” della parola. Due campioni, agli antipodi, di uno strumento speciale e rarissimo: la phoné, appunto. A dimostrare che essa, pur essendo un mezzo, può essere anche più vera ed eloquente ed emozionante e commovente di ciò che dice. Capace di generare immagini proprie, oltre al significato dei testi o alle melodie.
Ascoltando le “voci” in maschera di quest’album si avverte come un impeto di liberazione. Voices vuole essere oltranza e profondità. È un’esperienza in cui ogni brano è un mondo a sé che si offre all’ascolto interiore e all’immaginazione: qualcosa di molto intimo, non solo per l’autore. Parla a ciascuno di noi. Sentire per credere.

Credits

CREDITS:
Rodolfo Montuoro: music and lyrics, lead vocals, backing vocals
Catherine Corelli: music production, programming, synth, piano, drumloops, guitar “Tiger” (in Noop)
Silvia Fontani: doudouk
Massimo Giuntini: bouzuki, uiellan pipes, whistles
Tommaso Leddi: violin, viola, cello, trombone, mandolin, diruba
Roberto Pedicini: reciting voice in “Fall City”
Giuseppe Scarpato: guitars (lead and acoustic), guitar synths, ebow

CAST

Catherine Corelli è un’artista a tutto campo, compositrice, produttrice e polistrumentista, designer, nata nel 1987 in Russia da padre italiano e madre sovietica, musicalmente residente a New York ma apolide per vocazione e per scelta. Ha al suo attivo una discografia di sedici album e il suo reportorio spazia tra i generi più disparati, dall’hardcore metal, alla musica elettronica, all’acid jazz, al pop, al rap, al rock alternativo. È una delle personalità più poliedriche e geniali del panorama indie internazionale.
https://www.catcorelli.com/

Silvia Fontani si è formata con i più grandi flautisti europei e americani (Klemm, Larriew, Baker, Persichilli, Ziegler, Marasco e Gazzelloni). Ha svolto un’intensa attività concertistica. Con i suoi strumenti ha coltivato differenti generi musicali e partecipato ai maggiori festival di world music d’Europa ed è fondatrice del progetto “Mediterranean Celtic Dub Connection”.

Massimo Giuntini, polistrumentista e virtuoso dei whistles e della cornamusa, è un grande conoscitore della tradizione irish ed è un punto di riferimento – non solo in Italia – per i cultori del genere. È stato a lungo nei Modena City Rumbles, nei Ductia e fa parte dei Whisky Trail. Martin Scorsese l’ha voluto in Gangs of New York a interpretare un musicista irlandese e ha eseguito, nella colonna sonora del film, il brano tradizionale “Devil Amongst the Tailors”. Molto intensa l’attività solistica, con otto album pubblicati.
https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Giuntini

Tommaso Leddi, polistrumentista e compositore, ha fatto parte del famoso gruppo di rock progressivo Stormy Six e cura da diversi anni i suoni e le musiche per Studio Azzurro, la factory di artisti celebrata in tutto il mondo. È stato al centro di numerosi progetti di musica sperimentale. Con i “Contrapplugged” ha riproposto i brani contrappuntistici del Medioevo e del Rinascimento con strumenti moderni. Ha prodotto Benvenuti nel ghetto (2013), l’album del live degli Stormy Six con Moni Ovadia al Teatro Ariosto di Reggio Emilia. Per il cinema, ha recentemente realizzato la colonna sonora del film Io sto con la sposa (2014). Suoi gli album: Stanze n. 12 (1988), Algoritmo ballabile (1994), Uova fatali (2008), 30 Minutes A “Shot In The Dark” Improvisation (2017).
https://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_Leddi

Roberto Pedicini, attore e direttore di doppiaggio, noto soprattutto per essere la voce italiana di Kevin Spacey, Jim Carrey, Javier Bardem, Ralph Fiennes. Nella trasmissione radiofonica Alcatraz di Rai Radio 2, in onda negli anni novanta, ha dato vita al ruolo immaginario dell’amatissimo Jack Folla ed è il mitico Bob Revenant di Radio Freccia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Pedicini

Giuseppe Scarpato, storico chitarrista e produttore creativo di Edoardo Bennato. Suona anche nelle superband “Hillside” e “Custodie Cautelari”. In una recente edizione della rassegna internazionale Lucca Blues Festival è stato acclamato come uno tra i più valenti ed eclettici chiarristi della scena italiana. Il suo sodalizio artistico con Rodolfo Montuoro dura da diversi anni.
https://m.facebook.com/giuseppescarpato.music/

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