Senza poesia non c'è rivoluzione: ecco perché abbiamo ancora bisogno di Alberto Dubito

20 artisti si sono fatti carico del messaggio di Dubito (rapper morto nel 2012) e del duo trevigiano Disturbati Dalla CUiete. Lo hanno fatto con un disco che rinnova la sua opera, e conferma che il movimento poetry slam e spoken word in Italia sta alla grande

Alberto Dubito, foto per concessione del Premio Dubito
Alberto Dubito, foto per concessione del Premio Dubito

La poesia e la musica hanno questa magia, tra le tante: continuano a vivere anche quando chi le ha create non è più fisicamente tra noi. Non solo: continuano a essere d’ispirazione; a generare nuova poesia, nuova musica. E quando queste due arti si uniscono, fanno rivoluzioni.

Il 19 aprile è uscito l’album Disturbat! Altr!, dell’omonimo collettivo, per l’etichetta ZPL. Lo trovate qua. Nel disco vengono reinterpretati (remixati, reinventati, riscritti) gli undici brani de La FrustrAzione del Lunedì (E altre storie delle periferie arrugginite), pubblicato dodici anni fa dai Disturbati Dalla CUiete, duo di Treviso pioniere della spoken music italiana, fondato dal producer Davide “Sospè” Tantulli e dal poeta e rapper Alberto Feltrin, in arte Dubito.

Alberto ha deciso di andarsene qualche mese prima dell’uscita di quel disco, la notte tra il 24 e il 25 aprile 2012, ad appena vent’anni. Ma la sua poetica, la sua urgenza e il suo spirito rivoluzionario continuano a essere d’ispirazione per molte e molti, soprattutto grazie al Premio Alberto Dubito di poesia con musica, istituito in sua memoria nel 2013 con il desiderio di valorizzare e stimolare la produzione artistica giovanile nel campo del poetry slam e della spoken music, e che ad oggi è il più importante premio italiano del settore. Negli anni, quella di Alberto è diventata un’eredità ricchissima, che non smette di dare frutti.

Il collettivo Disturbat! Altr! è formato da 20 artist*, tra vincitor*, finalist* e sostenitor* del Premio: troviamo Sospè (alla direzione artistica e alle produzioni), Monosportiva, Matteo Di Genova, Eell Shous, A13, Lello Voce, Frank Nemola, Mezzopalco, Kyoto, Marco Philopat, Paolo Cerruto, Wissal Houbabi, Osso Sacro, Gabriele Stera, e infine il contributo del producer Bonnot (Assalti Frontali, M1, General Levy). Ognun* con il proprio stile musicale e con la propria penna ha deciso di farsi carico del messaggio di Alberto (che ha scritto cose incredibili, come raccontiamo in parte qua), di diventarne a modo suo portavoce, per farlo cantare ancora.

Disturbat! Altr! è più di un tributo: è un nuovo gruppo di ricerca e di produzione poetico-musicale che vuole schivare ogni logica di mercato e credere soltanto nella musica e nella poesia; nella forza del loro connubio, in grado di diventare fotografia dei nostri tempi e strumento di resistenza politica, di presa di posizione, di lotta, ma anche di festa collettiva nella desolazione.

Alberto, nel 2007
Alberto, nel 2007

È un fare proprie le rime roventi di Alberto, capaci di marchiare a fuoco e di leggere la sua realtà in maniera cruda e spiazzante, interpretandole, riscrivendole da zero, improvvisandoci sopra (come ha fatto Lello Voce in Mastico Morfemi), unendole alle proprie, spaziando tra hip hop, electro-pop, drum and bass, beatbox, sprazzi di orchestra, techno e tanto altro ancora. Così possiamo ascoltare la sua voce nel remix (di Sospè e Bonnot) di Disturbati Army; la reinterpretazione testuale e musicale di Storie Abbandonate, che tramite le parole e il sound de la Monosportiva diventa Storie precarie; e ancora Cara Città, dove lo slammer Matteo Di Genova fonde le sue rime a quelle della poesia di Dubito e al brano dei DDCU, Cara città wake up!; o ancora l’inno antifascista riscritto dagli Eell Shous, che prende il nome di Vent’anni (ancora) contro e trova uno spazio più che mai attuale nel panorama di questi ultimi giorni; e poi FrustrAzione, che tra le voci e la reinterpretazione del ritornello dei Mezzopalco diventa Crepe

Un lavoro che mette in luce quanto impatto abbia ancora Alberto Dubito sulla spoken music; quanto i suoi testi siano ancora capaci di ispirare e generare, appunto. Non solo nuova arte, ma una nuova generazione di pentole a pressione, come rappava in Disturbati Army, che vuole sfondare le casse toraciche più quelle dell’impianto, e ricordarci che senza poesia non ci può essere rivoluzione.

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L'articolo Senza poesia non c'è rivoluzione: ecco perché abbiamo ancora bisogno di Alberto Dubito di Maria Stocchi è apparso su Rockit.it il 2024-04-21 19:23:00

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