Descrizione

STRAY DOGS
“Stray dogs, cani randagi, il loro andare per andare, senza dimora, senza meta. Alla ricerca di cibo ma anche di una carezza. Senza parole, senza discorsi, lungo quella strada, pericolosa, che porta in altri posti. Spingersi un po’ più in là è il tema del disco, la volontà di sperimentare, di mettersi in gioco, di rischiare. Prendere l’anima nera del blues e portarla in altri luoghi, da un’altra parte. Accompagnare i cani randagi nel loro andare. Incrociare i loro occhi nella notte dopo aver conosciuto l’inferno e la bestia nera. Sentirsi, semplicemente, stranieri. La convinzione che la musica debba prenderti e portarti altrove. Prendere l’ascoltatore, portarlo nel tuo immaginario… e poi farlo diventare il suo.” Stefano Meli
Il blues elettrico di Stefano Meli è la musica del deserto. Quello di alcune zone meridionali degli States, dell’Africa sahariana, della Palestina… ma anche della Sicilia. Il deserto è sempre stato linea di spartizione tra regioni, popoli e nazioni; terra di confine per antonomasia. Luogo di contraddizioni. Ostile alla vita e proprio per questo pieno di (r)esistenze ostinate. Uomini e animali che hanno scelto di sfidare ogni giorno la solitudine e vagano attraverso l’ingrata frontiera; resistenti, ruvidi e spinosi come cactus, ritti e maestosi come saguari. La chitarra e gli struggenti, affascinanti slides di Stefano ci fanno attraversare come cani randagi il silenzioso, infuocato e pericoloso deserto che alligna in ognuno di noi in una sorta di viaggio iniziatico senza meta.
“STRAY DOGS” è stato concepito, suonato e registrato in completa solitudine da Stefano Meli al Little Lost Cat Studio Recording, piccolo studio disperso nelle campagne Siciliane, con la sola compagnia della birra e di Murphy, cane e padrone di casa. Le registrazioni sono state eseguite con un vecchio registratore digitale a quattro piste e un vetusto mixer, il tutto in presa diretta. Sia la chitarra elettrica che l’acustica sono state fatte passare da un altrettanto vecchio amplificatore Fender a transistor.
Il missaggio e riprese di violino e batteria sono di Massimo Martines al “THE GLOBE” di Ragusa.
I BRANI
1 “THE STRANGER”: sentirsi stranieri in una regione come la Sicilia diventata terra di confine non più tra nord e sud Italia, ma tra nord e sud d’Europa. Avvertire e sentire la frontiera che diventa la frontiera della nostra anima.
2 “ABSENCE”: il sentimento dell’assenza, della privazione, della solitudine, il silenzio come rifugio.
3 “SONG OF INDIFFERENCE”: l’indifferenza, colonna portante della modernità, l’anima nera del blues portata da un’altra parte.
4 “GHOST SHIP”: i migranti e una nave che vaga nell’oceano senza capitano e senza equipaggio, alla deriva. Una sorta di moderna nave dei folli.
5 “DOWN THERE AT THE BOTTOM”: la solitudine, un viaggio all’inferno, laggiù nel fondo e poi il ritorno.
6 “STRAY DOGS”: i cani randagi, il loro andare per andare, la strada, il pericolo.
7 “FAR”: lontano, oltre la frontiera, oltre l’orizzonte, oltre il nostro sguardo.
8 “AT THE END (REPRISE)”: alla fine del viaggio, malconci, ne iniziamo un altro.

Credits

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