Descrizione

Gli irruenti portabandiera del rock&roll-blues-punk capitolino, semmai ve ne fossero altri, ritornano con un disco capace di detonare come un ordigno esplosivo.
Un disco che coniuga il desiderio romantico di un oggetto vintage e la necessità di un supporto moderno: un vinile in formato 10 pollici dotato di Codice QR che, se fotografato col cellulare (come la bella bionda in copertina invita a fare), collega al download diretto della musica in versione digitale.

Blues Screen of Death è la fotografia dei personaggi delle serie televisive in pose isteriche, è un gioco di parole che richiama la Blue (senza la s) Screen of Death,l'odiosissima schermata blu che appare quando un computer va in crash, scritto da chi ha più fame di musica suonata che di pacche dei musicologi.
Lo stile è quello immediato e a tratti scarnificato degli esordi che, pur non disdegnando la mostra di un'evidente tecnica, viene spesso sapientemente dissimulato a favore di un'esecuzione più grezza, fatta di movimento, chitarre rotte e coinvolgimento della folla.

Questo "amplesso in quattro botte" per amanti di strumenti sudati e dai gusti poco melensi, è un prodotto che insegue, anche strutturalmente, una certa semplicità imbottita di echi southern ma con un groove ed un incalzamento ritmico molto più intricato ed accattivante.

"Blues Screen of Death" è l'espressione più feroce di un blues'n'roll malsano, in cui tanto le robustezza della sezione ritmica quanto le distorsioni potenti della chitarra giocano su dinamiche serrate e suoni acustici eleganti.

Un disco che non passa inosservato anche nel sound, merito dell'autoproduzione che ha permesso ai Super Dog Partydi gestire in primissima persona la registrazione del loro prodotto in ogni sua fase e quindi di creare il loro disco esattamente come ce l'avevano in mente.

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