Athens

Salendo sull’Acropoli di Atene si può scegliere di guardare verso l’alto o verso il basso.
Se si guarda verso l’alto, gli occhi gioiscono delle bellezze durevoli dell’antichità, e l’anima si commuove nell’arricchirsi di una tale profonda maestosità.
Quando però si guarda verso il basso, si nota subito il contrasto tra quel mondo antico e la distesa interminabile di palazzotti di cemento bianco cadente, distorti dall’afa di un’urbanistica poco pensata, come una macchia sulla terra, tra i colli e il mare.
È proprio da questa sensazione sconvolgente, ricordo d’infanzia, che nacque, 4 anni fa, il bisogno di scrivere questa canzone, non già come critica spietata alla Grecia, ma come Inno alla Grecia.
ATHENS è un richiamo a quello spirito del passato e un’esortazione a non rassegnarsi alla bruttezza, quasi accettata come una necessità, del nostro presente, o quantomeno del recente passato, ma a cercare, vivere, e promuovere la bellezza, a sceglierla anche quando non è la strada più comoda e a creare le condizioni affinché sia possibile.