C’erano quattro pezzi. Troppo fighi per restare chiusi nel cassetto, troppo sinceri per aspettare il “sound definitivo”, troppo urgenti per rimanere bozzetti. “Wish I Wasn’t a Monkey” è l’atto 0 dei The Hellcat: un EP che segna il punto di partenza, senza pretendere di definire tutto.
Il titolo, Wish I Wasn’t a Monkey, è una dichiarazione di consapevolezza travestita da ironia. Un modo per esorcizzare il confronto continuo con i soliti paragoni. "Sembrano gli Arctic Monkeys", hanno detto in tanti. E all’inizio bruciava. Poi è diventato carburante. Perché in fondo essere associati a una delle band più iconiche degli ultimi vent’anni non è mica una colpa. Perché tutti partono da qualcosa e questo EP è proprio questo: quattro brani nati da ascolti ingombranti, ma restituiti con personalità e suoni graffianti. Un’uscita breve, ma carica di visione.
Tutti i pezzi sono scritti in inglese, con un suono che guarda agli anni ’70 più eleganti, ma senza mai perdere il passo contemporaneo. Le chitarre non graffiano, sfrigolano. Le batterie pestano il giusto. Il groove è sempre lì, pronto a farti muovere anche quando i testi sanno di disincanto. È post-punk che flirta col brit-rock, ma con uno charme vintage che profuma di pellicole bruciate e club fumosi.

Wish i Wasn't a Monkey
The Hellcat
Descrizione
Credits
COMPOSITORI:
Damiano Longo - Voce e chitarra
Emanuele Ingrao - Chitarra e tastiere
Francesco Porzano - Batteria
Federico Vinci - Basso
Gianmarco Scalise - Basso
TESTI: Damiano Longo
Etichetta: Mosho Dischi
Distribuzione: Artist First
Mix/ Master: Studio Gaudio
Creative Direction: Andrea Capurso
Artwork: Carlo Chierico
Foto: Alessio Mariano
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