Il desiderio che mi frega

Il desiderio che mi frega

Viadellironia

2023 - Rock, Indie, Alternativo

Descrizione

Solitamente la fase mistica investe lo stile verso il tramonto della vita. Con noi è successo appena dopo i 26 anni. Definiremmo questo lavoro un album tra il sexy e il santo. E’ costituito da nove canzoni, tutte composte da Viadellironia e prodotte da Davide Luca Civaschi (Cesereo, Elio e Le Storie Tese), eccetto Tu Mai, scritta da Edda. L’album uscirà il 21 aprile 2023 per Hukapan Dischi; le registrazioni, i mix e i master dell’album sono stati affidati a Luca Mezzadra. Viadellironia ha curato l’artwork della copertina. Il disco vanta l’inter-vento di Peaches alla voce (nel pezzo Sodoma in cielo), musicista e performer canadese. Il desiderio che mi frega canta di come certi antichi significati morali siano esibiti sui nostri corpi, che si vor-rebbero tanto liberi. Per questi motivi in noi abitano strutture di santità, come nel caso della nozione di dolo-re, di sacrificio o di fatica. “Discendo da certe sante che sanno dimagrir la loro mente e non morire, che sanno dimagrire il loro amo-re”. In questo album ammettiamo con vergogna che anche nel nostro corpo è disegnato il potere. Ma proprio Marx diceva che la vergogna è un sentimento rivoluzionario. Solo uscendo dal nostro corpo potremmo non desiderare più, e non vergognarci più. Questo disco è una anatomia del desiderio, che cerca di dispiegare in uno stile variopinto, colorato, in un ritratto musicale di triste solarità. Possiamo addolcire la mancanza di ciò che più desideriamo soprattutto con l’immaginazione o, se ne siamo sprovvisti, con una buona dose di gin Tanqueray. Il meccanismo si comporta in modo simile alla semi-cecità di alcuni anziani, che innesca la pro-iezione fasulla di fantasmi attraverso l’attività del cervello. I fantasmi di Il desiderio che mi frega sono l’al-col, il corpo che si disfa e che non smette di sottrarsi alla volontà della mente, il terrore del fallimento e, ov-viamente, l’amore. Così lo sguardo scaglia nel nostro futuro (come una lanterna magica) un amore immagi-nario o un successo artistico inesistente. Ma ci sono dei momenti in cui questo lavoro compensativo del-l’immaginazione non basta più, il desiderio diventa troppo. Arriviamo a vedere il desiderio. È la sensazione di uno smascheramento, che allega la vergogna alla mancanza. E allora siamo fregate, piangiamo grosse la-crime, e sentiamo il pianto delle cose. Questo è il desiderio che mi frega, ciò che distrugge all’improvviso un intero edificio di vita etica ed estetica, che avevamo con tanta fatica costruito sopra quel fondale nascosto di desiderio irrealizzato. “Forse ho fatto tardi per cercare il corallo sul fondo del mare, e ora non trovo più il sole.”Una sola cosa ha di buono, questo tipo di desiderio: che rende il nostro amore, per voi completamente insi-gnificante, infinitamente significante. Di questo desiderio è imbevuto, e anche un po’ ubriaco, il nostro al-bum. Se dovessimo assegnargli un colore sarebbe il verde smeraldo, o il verde veronese; in ogni caso sarebbe smaltato, luminoso e sofferente insieme. E’ un disco intriso di tristezza in maggiore. Questa è la palette del songwriting, della produzione e del sentimento che abbiamo proiettato nel nostro secondo LP, Il desiderio che mi frega.

Credits

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia