Descrizione

Sette anni, un disco acustico e svariati lockdown dopo, possiamo finalmente certificare il ritorno con un singolo nuovo di zecca “full electric” dei Vintage Violence, uno dei gruppi più significativi, longevi e di culto dell’underground rock italiano degli ultimi vent’anni. È del 2014 il loro ultimo album in studio, Senza paura delle rovine, da cui provengono alcuni dei pezzi più amati (potremmo definirli “classici”) della band lombarda come Metereopatia e I non frequentanti: ora il quartetto lecchese, già descritto come “una via di mezzo tra De André e i NOFX”, ci presenta Piccolo tramonto interiore, una “ballata punk” che riesce a implodere ed esplodere più volte al suo interno (l’autore del master del resto è un certo Giulio Ragno Favero), risultato di un monologo individuale mai veramente espresso maturato durante il secondo lockdown in Italia. È una canzone che vede i Vintage Violence rituffarsi in quello che sanno fare meglio, cioè osservare la società in cui viviamo e meditare su ciò che vedono; oggetto delle riflessioni è in questo caso l’abitudine che ha preso piede nel nostro mondo a un involontario e acritico adattamento alla deformazione dei rapporti sociali e interpersonali, avvenuta in maniera impercettibile proprio perché punteggiata nel tempo. Ci troviamo -ci vuole dire la band- su un treno che non ha conducente sul quale siamo saliti tutti senza saperlo e senza conoscerne direzione e velocità, per dirci "siamo tutti qui", come gesto di comunicazione empatica prima che primordiale passo di consapevolezza.

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia