live in lourdes

live in lourdes

VIRUS

2012 - Punk, Noise, Garage

Descrizione

ci siamo trovati casualmente una domenica in chiesa e abbiamo deciso di formare questa band per diffondere la parola di DIO.
abbiamo deciso di chiamare questo disco LIVE IN LOURDES perche' in questo determinato periodo storico e' un miracolo riuscire a CACARE fuori un disco.

Credits

vecchie recensioni e video

VIRUS/DOTS split 2010.
It took five labels and two bands to release a single in an edition of 280 copies - sounds appropriate for italy. these two bands are from verona and this single is amazing - try to find one if you can. VIRUS is a duo. the drummer also plays guitar at the same time. the other half of the band is the vocalist. it sounds raw and rude in the best powwible way, reminding me very much of PUSSY GALORE. the DOTS sound more like a LA hardcore band circa 1979, but singin in italian. they fit in four fast and short songs, and VIRUS offers three punches to the face. (MU) Maximum Rock'n'roll #323 (April 2010)

Lowest common denominator shitpunk from Italy. Dots give you three messes of drunken riff, piano plink and cymbal crash. It says in their mighty fun press release: “Maimed GAY PUNK DUO that sing a FAKE ENGLISH. The drummer plays both guitar and drums while the other component is the front man vocalist that jumps and moves like a gay” Um. Ya. Like that. Vocals are pretty much of the caveman choking on his tongue variety. Ugly like that early Tunnel Of Love single. Fans of the Hozac Subtle Turnhips record should get off on this awfulness. I do. But I’ve been known to drool on the bus. Virus takes a more “sophisticated” approach to garage punk (they actually have lyrics). Second release for this foreign born and defunct slop-n-party boys. 80’s Midwest HC and mid-paced punk here that should appeal to the Feelers/Catholic Boys sect. Guess they have a Ken Rock record too. It’s purty good, actually. Songs just get better as they roll on. I still can’t help flipping it over and listening to the garbage on the Dots side, though. Stoopid. Love it. Ridiculously nice printed sleeves with infantile artwork. It took four labels to press this?!? And I thought the US was in a recession...Prolly 500 or something floating around the Atlantic. Go scuba for one. (RSF), TERMINAL BOREDOMS
Hahahaha, brillant! Bei VIRUS handelt es sich offensichtlich um zwei total fertige Oberkaputniks, die hier drei absolut entzückende, dadaistische Nerdcore-Stücke zum Besten geben, angesichts derer ich mich nicht so recht zu entscheiden vermag, ob ich nun aufgrund der dargebotenen Intensität mein Mobiliar zu Klump hauen oder mich eher doch nur vor lachen auf dem Boden kugeln soll, so abgedreht, wie die hier zu Werke gehen ...
Jedenfalls ganz, ganz großes Tennis, das. Ein kleines Quentchen konventioneller, aber nicht minder geil, kommen dann die mittlerweile auch leider wohl schon wieder aufgelösten DOTS (ebenfalls Italiener) um die Ecke gebogen: Vier Songs, die eine perfekte Schnittmenge aus dem ultratight auf den Punkt gespielten Retrosound DEAN DIRG'scher Prägung und einer gewissen Killed by Death-Schlagseite darstellen.
Die Scheibe überzeugt obendrein noch durch eine hübsch danebene Covergestaltung und ist auf gerade mal popelige 280 Stück limitiert, also bitteschön nicht zögern, sondern zugreifen, falls man die irgendwo mal unter die Nase gehalten bekommt – knallt nämlich ganz ordentlich. Ben Bauböck by Ox-Fanzine #89 (April/Mai 2010)

Frutto di uno sforzo congiunto di ben cinque etichette, questo pezzo di plastica è probabilmente una delle uscite più toste degli ultimi anni, per quanto riguarda questo paese. Basta guardare la copertina: non è orribilmente adorabile?! Con una copertina come questa il contenuto non può essere altro che agghiacciante, nel bene e nel male, ed in effetti così è: da anni, in ambito -diciamo- rock'n'roll, in Italia, non uscivano prodotti così estremi. Estremo per la copertina, per la musica veramente poco accomodante, per i testi: questi solchi trasudano pessimo gusto, e a noi piace. I Dots ad esempio sono stati una band incredibile, un teatrino dell'assurdo trasposto nel punk rock, ingiustamente poco cagati ora come quand'erano in attività, ed in questi pezzi danno il loro meglio dai tempi del demo, come in "Fog Walls", inno disperato di coloro che vivono nella bassa, vero capolavoro di noia e disgusto. Dall'altra parte invece ci sono i Virus, e qui son cazzi. Non so definirli: sono in due, uno canta e l'altro suona sia batteria che chitarra, allo stesso tempo, uno spettacolo demenziale. Sono potenzialmente la band più fastidiosa dello stivale, mai vorrei svegliarmi con la loro musica, farebbero girare le palle a un monaco buddista. Suonano in maniera dispettosa, sembra che prendano per il culo l'ascoltatore e sicuramente è così, e, per quanto riguarda me, finita la loro facciata, la rimetto da capo, e poi ancora e ancora., perché, piuttosto che farmi prendere per il culo dalle riviste musicali, preferisco subire in questo modo, dal produttore al consumatore. Anche voi dovreste, perciò comprate questo pezzo di plastica, anche perché, se c'è un disco che restituisce senso al termine "punk" in questo inutile 2010, per quanto puerile, stronzo e potenzialmente inutile, è sicuramente questo; in altre parole: un disco geniale. Riccardino Fuffolo, Staypunk.it

Shit music sulla via tra Mantova e Verona. Non per urtare la sensibilità delle parti in causa, ma in quanto a cessofonia c'è ben di peggio del no wave punk del duo Virus e del KBD punk rock dei (quattro? cinque?) Dots. La loro filosofia però è chiara: "ci siamo rotti il cazzo e queste sono le conseguenze". Il messaggio passa in maniera demenziale (ma anche incattivita e discordante) con i Virus, in maniera snotty e anfetaminica con i Dots. (7) Fabio Polvani, Blow Up #142 (Marzo 2010)

Come raggiungere la vetta del K2 e farla finita con una bella iniezione di eroina. Una botta di ossigeno che ti stordisce, ti lancia euforico verso mondi paralleli in cui il coraggio e l'illuminata strafottenza di bands come Virus e Dots sono finalmente comprese ed addirittura imitate. Un disco, due lati, due gruppi, un certo numero di figli di mignotta. Il Virus è punk, se proprio volete, ma è molto di più. Un bel vaffanculo, innanzitutto. Big babol nei capelli. Zucchero nei serbatoi. Cazzi nel culo. Pussy galore a manetta e una personalità spiccata, che dal blues punk scarno prende il LA per raccontare inintelligibili storielle di disagio e sbeffeggio. "He He He He" entra di diritto nelle mie canzoni spastiche preferite di sempre, assieme ad "Ack ack ack" degli Urinals. Si volta faccia e ci si imbatte in quello che per me rimane IL miglior gruppo punk che abbia allietato l'asfissia musicale italiana degli ultimi anni. I Dots, rurali mentecatti che avevano un loro suono e massaggio distintivo. Queste quattro tracce sono postume - e di questo mi dolgo - ma sono all'altezza di quelle pubblicate sul singolo made in Kenrock. Le prime due sono figlie dell'allucinata distrofia compositiva del Gara, chitarra e vox populi. "You fake!" e "Fog walls" invece hanno l'evidente marchio di fabbrica Andrew Tee, bassista ed altra voce, più dirette e tupatupa alla Dean Dirg. Altro non riesco a dire. Voglio bene a questi ragazzi, a questo disco e alle persone che sono dietro a questa importante cordata produttiva. Comprate o morite male. Vom,Bam! Magazine

http://www.youtube.com/watch?v=KFIzGXDaDY8
http://www.youtube.com/watch?v=NxOzTpSc9AU
http://www.youtube.com/watch?v=rKUJqfJrVnc

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