Heathens Alpha 2016 - Trip-Hop, Elettronica

Disco in evidenza Alpha precedente precedente

L’elettronica degli Heathens ci ricorda che l’asservimento tecnologico regna sovrano e la lobotomizzazione del genere umano non è poi così lontana.

La bellissima copertina – che ritrae un girotondo di sette uomini nudi, chini sui loro schermi e incatenati cerebralmente l’uno con l’altro da un cavo elettrico, come fossero schiavi cablati in un’era post-atomica – anticipa fin da subito la visione distopica che del futuro e della società a venire hanno maturato gli Heathens. Una visione veritiera, date le premesse, che parte dall’asservimento tecnologico che oggi regna sovrano per profetizzare una totalizzante lobotomizzazione del genere umano, completamente manipolato dall’esterno e spietatamente annichilito nel suo pensiero critico.

Certo, il tema non è propriamente fresco come una rosa e, a dire il vero, neanche l’armamentario elettronico approntato per sviscerarlo – per quanto i suoni transistorizzati rimangano ad oggi lo strumento più appropriato per sonorizzare taluni scenari alienanti – ma il quartetto veneto riesce ciononostante a tratteggiare un background sintetico dall’elevato potenziale evocativo, implementato nella sua componente visionaria da sapienti commistioni con cinema e letteratura e musicalmente nobilitato da pregevoli camei (su tutti quello di Nicola Manzan in “Empty House” e di Anna Carazzai in “The dust”).

L’alternanza atmosferica di turbolenze disturbanti e decongestioni ambientali tiene egregiamente in piedi il lavoro, tra cromature trip-hop (quello corvino dell’opener “Empy House” e quello lisergico di “The dust”), torve pulsazioni à la Depeche Mode (“Parallel Universes”), deliranti frenesie “thomyorkeane” (“Bertrand Russell”, “Apocryphal Masters” e “To the end of the night”) e teutoniche tinte electro dark di matrice Diary Of Dreams (“Our Happiness”), fino a lambire la EBM dei VNV Nation (“From my sofa”) e la IDM dei Matmos (la conclusiva “Flying over the Ocean”).
A decurtare il punteggio finale una voce non sempre all’altezza della situazione e una pronuncia dell’inglese non proprio irresistibile. Ma, alla fine, con l’apocalisse alle porte e il sistematico resettaggio dei nostri cervelli cosa volete che importi?

---
La recensione Alpha di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-16 10:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia