metal vikingo THE PACT WITH HEL 2020 - Metal, Classica

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Il viking metal in Italia potrà sembrare strano, ma the 'The Pact With Hel' è un esordio convincente e credibile.

Viking metal italiano? A qualcuno potrà sembrare strano che musicisti nostrani scelgano di darsi anima e corpo a quella forma di metal estremo dalle tinte epiche, che riecheggia delle gesta degli dei scandinavi e delle saghe norrene; ma in realtà è una cosa abbastanza frequente nel mondo relativamente multiculturale del metal, dove al predominio dell’immaginario nordeuropeo ha fatto da sponda la libertà di gruppi di tutto il mondo di immedesimarsi in una cultura spesso distantissima dalla loro (gli irlandesi d’adozione Elvenking, per rimanere dalle nostre parti). E se si potrebbe dire che sarebbe bello se i metalhead italiani rileggessero in chiave metal il patrimonio mitologico ed epico nostrano, un po’ come Inkiuvatu o Scuorn, si può rispondere chiaramente: lontano da operazioni politiche di legittimazione attraverso l’eredità celtica e dal rimpianto di una perduta e superiore eredità nordica, l’appassionato di storia delle culture sa che anche alle radici dell’albero di noce nella longobarda Benevento si venerava Odino, e che come ogni patrimonio culturale europeo, quello vichingo è meno lontano da noi di quanto potremmo pensare. Senza contare che gode, fra fumetti, film, serie e videogiochi, di una popolarità che va ben oltre l’eredità storica degli uomini del nord. Fatta questa doverosa premessa di metodo, cosa resta da dire? Beh, che al di là di qualunque discorso sulla “legittimità”, il viking italiano ci piace se è di qualità, e questo ‘The Pact With Hel sembra averne a sufficienza. Il primo progetto di Metal vikingo, sigla per la verità poco fantasiosa dietro la quale si nasconde il lodigiano Davide Spina, arriva dopo una lunga gestazione in solitaria ed ha più o meno tutto quello che vi aspettereste da un album viking metal. Il lavoro, più che alle origini del genere legate al black metal di gruppi come i Bathory, si avvicina al filone più recente, quello di Amon Amarth o Turisas; a metà fra death, epic e folk metal, sempre nel solco degli Asi e dei berserkr. Cori epici o drammatici, linee di archi e ottoni sintetizzate, semplici e galvanizzanti, growl massiccio e cavernoso, chitarre e batteria ovviamente lanciate a mille, una produzione moderna e muscolare che valorizza voci e melodie e l’impatto dellaLasciate da parte la dimensione folkeggiante, qui affidata al massimo a qualche intermezzo che però ha poco della festosità popolare di Korpiklaani e compagnia. Questo è metal da battaglia, come l’omonimo album dei Turisas), un’esaltazione di quel sentimento bellico ed arcaico che colleghiamo alla cultura vichinga e alle saghe norrene con molta naturalezza, e forse ignorando altre tensioni che pure erano presenti. In realtà uno dei punti di forza di The Pact With Hel è proprio la dimensione drammatica, supportata dal forte impianto melodico di quasi tutti i brani. Una tensione che, oltre a non schiacciare la musica sulla dimensione death (vedi la cavalcata heavy Prayer to Odin), restituisce il pathos che, al di là di bagni di sangue e asce, attraversava la cultura vichinga e la sua mitologia.

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La recensione THE PACT WITH HEL di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-14 21:42:35

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