Exhibit Folli rei 2023 - Punk, Noise

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L'esordio discografico dei mantovani Exhibit è un puro ma magnifico esempio di delirio sonico in grado di mettere nero su bianco sostanza compositiva e corposità concettuale

Chi ha detto che alle nuove generazioni non interessa guardare al passato per imparare a decodificare il difficile e contorto presente grazie alle esperienze sonore e concettuali di maestri di settore e altre personalità in questo senso rilevanti? Sarebbe bene cominciare un po' a farla finita, una buona volta, con l'identificare maturità, capacità e dedizione col metro di giudizio degli stream su Spotify e le visualizzazioni su YouTube.

Anche per ricordarci tutto questo, i mantovani Exhibit arrivano a svegliarci dal torpore di apparenze da schermo di smartphone prendendoci lautamente a pedate sulle natiche e ceffoni di manrovescio con un album d'esordio a dir poco spaventoso. Folli rei (sfornato in digitale e in cassetta dalla magnifica Controcanti Produzioni, etichetta che vi si invita a spulciare per godere anche di altre preziose gemme sotterranee nostrane), care signore e gentili signori, è infatti un disco che fa letteralmente paura, denso com'è di ipertensione puramente post-punk-hardcore diligentemente intrisa di dark-noise e sperimentalismi di ogni sorta, per quanto lucidissimi ed estremamente coerenti col discorso intavolato e portato avanti con estrema consapevolezza e limpidezza di idee.

Per quanto possa far tornare alla mente gli Holy Guns Inc. del primissimo Pierpaolo Capovilla – ben prima delle esperienze One Dimensional Man e Teatro Degli Orrori, che comunque tanto devono a quel malatissimo Ep primogenito – il percorso tracciato dal quartetto mantovano è decisamente privo di ogni titubanza legata alla sterile facilità con cui chiunque, addentrandosi nel genere, potrebbe lasciarsi ingannare da casualità rumoristiche e feedback impropriamente scomposti e sguinzagliati, in favore di un corpus sonoro complessivo che, per contro, dimostra apertamente di essere, sì, un lavoro d'esordio ma, al contempo, di sapersi destreggiare perfettamente con strumentazioni e metriche compositive che prendono l'esigenza distruttiva delle prime esperienze e la trasformano in saggezza da veterani delle apocalissi soniche (forse complice, in questo, la nascita del progetto Exhibit sulle ceneri di ben tre band precedenti).

Ed è proprio di apocalissi umane qui e ora che, in un certo senso, si parla attraverso testi al vetriolo (e in italiano), suoni contorti, rumori, graniticità ellittiche ed eterni ritorni psicosomatici (anche evidenziati da una notevole ciclicità tra fine e inizio delle danze), distruzioni e ricostruzioni concettuali che fanno della follia umana qualcosa di fondamentale per venire a patti con un reale che, lo si voglia oppure no, prima o poi arriva a presentare il conto per sogni infranti, speranze incancrenite e tumefatte ipotesi di futuro.

Come tradurre tutto questo in suono? In casi del genere non c'è metodo migliore del non avere metodo e tuffarsi a capofitto in melmose acque noise-pseudogrunge-underground come quelle dei migliori Jesus Lizard (Rovo, Sacro vano), flagelli hardcore punk / heavy sludge tra Fugazi, Melvins e Minor Threat (Risorgi lento), spaventosi influssi dark-industrial originari (Fai cenere), flirt con Unwound più o meno deliranti (Cr/edo, NOF4) e Zu 'zorniani' in vena di devastanti lacerazioni thrash-acid (Fortuita ecdisi) o illuminazioni psichedeliche in combutta con tribalismi infernali e solforosi (NIHL).

Senza ombra di dubbio, un album come Folli rei non può che consacrare fin da subito gli Exhibit tra le più interessanti e intuitive realtà di quell'underground nostrano che, nonostante tutto, continua a mantenersi vivo e vegeto a forza di sangue e sudore. Sacrilegio e vilipendio supremo il non tenerne conto.

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La recensione Folli rei di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-01-30 15:55:00

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