Un EP in grado di nascondere dietro la sua fresca semplicità una profonda e spiccata sensibilità cantautorale
Arrangiamenti teneri come un tallo appena sbocciato e uno storytelling genuinamente colloquiale. È questo l'abbinamento stilistico capace di collegare i brani presenti nella tracklist di Iperrealtà, l'EP d'esordio del cantautore bolognese Matteo Mugoni, per gli amici Teo. Anticipato dai singoli Film e Non Basta, il nuovo lavoro del musicista emiliano, distribuito su licenza della label Sputnik Music Group, si compone di sei pezzi evanescenti, che si rincorrono con briosa pacatezza per un quarto d'ora abbondante.
Una misurata sobrietà di fondo che Mugoni, aiutato in studio dal producer Luca Jacoboni e dal batterista Giacomo Ganzerli, instilla delicatamente nei nostri padiglioni auricolari fondendo la brillantezza chitarristica del jangle pop anni '80, il piglio un po' più "croccante" dell'indie rock di metà anni 2000 e intermezzi strumentali dal retrogusto squisitamente folk (Palude).
Un po' The Smiths e un po' Ex-Otago, con sporadiche comparsate degli Strokes. È questo il mix sonoro su cui Teo adatta strofe e ritornelli semplici e genuini, dal mood quasi colloquiale, alle prese con amori non corrisposti (Non basta), il senso di stagnazione e fallimento che accompagna la crisi esistenziale dei 30 anni (Stranostranostrano), mediterranee serenate chitarra e voce (Qualcuno) e l'ansia verso l'inesorabile scorrere del tempo (Paura).
Grazie a una scrittura semplice e diretta ma capace di esporre concetti molto profondi e un sound limpido come un cielo spazzato dal vento di maestrale, Iperrealtà è unEP che, anche dopo il primo ascolto, riesce a mantenere intatta la propria freschezza.
Un piccolo, grande disco che oltre a tenere fede alle aspettative riposte negli scorsi mesi, ci incuriosisce (e non poco) verso i singoli e dischi che Teo deciderà di pubblicare nel prossimo futuro.
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La recensione Iperrealtà di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-05-02 00:00:00
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