Edwest Welcome Home, Alaska 2025 - Rock, Indie, Folk

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Edwest arriva all'elaborato complessivo dimostrando una certa maturità e gestione dei tempi tipica di chi sa bene cosa intende fare. Passeggiare fra i boschi dell'Alaska oggi è un pizzico più suggestivo

Come preannunciato sullo scadere dell'estate, l'autunno è foriero di nuovi brani inediti per Davide Pelliciari, che firma con il moniker Edwest il disco "Welcome Home, Alaska", distribuito in forma indipendente.

Una manciata essenziale di tracce compongono l'esperienza complessiva, le cui suggestioni muovono da Modena (luogo delle recording sessions) fino a raggiungere l'Alaska, i cui boschi sono designati ad accogliere queste trame folk a lento sviluppo, il cui incedere inesorabile rispecchia musica disinteressata alle frenesia e molto più incline a scavare nel profondo, a sporcarsi le mani con un folk dalla chiara matrice internazionale, partendo da Bon Iver per tutto quello che ne consegue. Lucido nelle scelte e sincero nei meccanismi empatici, Edwest entusiasma i timpani e lo spirito di chi presta attenzione e invoglia nel dare un senso a questo percorso, dove l'idea del viaggio non è solo uno stato mentale, ma atto plastico di affermazione dell'io condiviso fra mente creativa e audience.

Dischi come questo arrivano senza troppe pretese e riescono a scavare un solco profondo, lasciando un segno grazie a questa capacità di "ritornare" nelle librerie d'ascolto. Antitesi della musica usa e getta, elogio a come andrebbero effettivamente finalizzate determinate istanze culturali.

Avanti così, fra i boschi o altrove.

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La recensione Welcome Home, Alaska di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-10-10 00:00:00

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