Tra mitologia greca e gothic rock, un viaggio nel labirinto della menta umana
A volte districarsi tra i cunicoli e i vicoli ciechi che si annidano nella nostra testa è un’impresa quasi impossibile, la cui difficoltà può essere paragonabile a quella del labirinto del Minotauro. Lo sa bene Stefano Attuario che con ARIANNA, il suo ultimo pezzo, decide di scomodare nientepopdimeno che una delle leggende più celebri e affascinanti giunte fino a noi dall’antica Grecia.
A pochi mesi di distanza da AMEN, il musicista comasco classe ’74 torna con un brano che si discosta dal simbolismo para-cristiano del precedente singolo, ascendendo al pantheon della mitologia ellenica. In ARIANNA, Attuario paragona il celeberrimo Labirinto di Cnosso alle infinite sfaccettature e "vicoli ciechi" che compongono la mente umana: un dedalo di ossessioni, fobie e passioni in cui è fin troppo facile perdersi.
Il pezzo traccia infatti un parallelo diretto tra la celebre impresa di Teseo e l’esplorazione del nostro inconscio, dove lo stesso eroe diventa metafora del coraggio necessario per affrontare i nostri mostri interiori. Ma il coraggio, si sa, senza una guida può sfociare nell’incoscienza. Ed è qui che entra in scena Arianna, il cui filo rappresenta la saggezza, la lucidità e quella sottile speranza che ci permette di superare dubbi, paure e incertezze.
Nel pezzo queste strofe così ricche di immagini orfiche e suggestioni arcaiche - marchio distintivo della scrittura di Attuario - si intrecciano a una controparte musicale costruita attorno a chitarre che rimbalzano tra clean gelidamente cristallini e overdrive leggeri, sepolti sotto strati di riverbero. Una veste sonora cupa e atmosferica, modellata dal producer Max Zanotti, che guarda dritto al gothic rock dei Killing Joke e dei Type O Negative, anche se in una veste un po' più ingentilita.
Un'unica pecca tecnica presente nel brano riguarda il mixaggio della voce, che in diversi passaggi appare troppo esile e "slegata" dalla strumentale, finendo per smorzare parte del pathos che il brano tenta di diffondere con forza nei nostri padiglioni auricolari. Ed è un peccato, visto che nella sezione finale, quando Attuario ripete in modo sempre più tormentoso la strofa "ossessione per perverso ed ignoto", il crescendo di tensione è reso in maniera impeccabile.
ARIANNA è un singolo con cui Attuario mostra chiaramente la direzione che vuole intraprendere. Un percorso che, uma volta sistemati piccoli dettagli tecnici (ma che spesso fanno la differenza) può sfornare singoli e dischi futuri in grado di arrivare con ancora più forza e convinzione.
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La recensione ARIANNA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-11-20 17:22:56

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