Descrizione

“Ti infili sempre in situazioni che ti fan venir l'Esaurimento” erano giorni che questa frase aveva sostituito il normale flusso di coscienza, un giorno di inverno, un divano e nella testa come un disco rotto questa frase, che sentivo come mi fosse ripetuta da qualcuno e insieme da me stesso, quindi si son fatte spazio nella mente tutte quelle frasi retoriche e inquisitorie che mi rivolgeva il mondo per poi tramutarsi nelle mie stesse riflessioni, tutto quello che da tempo mi mandava in esaurimento.
Come una necessità incondizionata le frasi hanno preso una cadenza musicale, fra il punk e il rock, e via via che le sputavo fuori accompagnato dalla chitarra diventavo più leggero e quel che mi opprimeva diventava universale, diventava quel che opprime tutti.
Dopo l'Esaurimento arriva l'autoironia di Fenech (pt.1), giocando sulla mia bassa statura ho cominciato a riflettere su cosa potesse in qualche modo avermi bloccato la crescita e subito mi è venuta in mente lei, mia primissima icona sexy, sulla quale è valsa la pena spendere fantasie pre-adolescenziali (e non) pagando lo scotto di fermarmi ad 1 metro e 69, appunto, di crescita.
Caro Nonno nasce fondamentalmente dall'ammirazione che nutro per gli uomini e per le donne di una volta, in questo caso focalizzata su mio nonno ma in generale per tutti quegli uomini che in un qualche modo riuscivano a trasmettere un calore, una sicurezza ed una profondità tale da lasciare segni indelebili nelle persone ed in larga scala,quindi, creatori di un tessuto societario (a mio parere) qualitativamente superiore e di granlunga a quello odierno.
Luna è il singolo di questo disco, è un brano molto importante, Luna è l'essenza e la premura verso un amore sconfinato che si è consumato, anzi più di un amore, direi proprio un legame, un nodo emotivo vero e profondo e proprio mentre osservavo questo amore che se ne stava andando non riuscivo a far altro che continuare ad adorarlo proprio come la luna che a volte è più vicina, a volte è più lontana ma è sempre lì che illumina e che incanta chiunque senta il bisogno di guardarla.
In una società di troppa comunicazione si crea inevitabilmente incomunicabilità fra gli esseri umani, supposizioni, giudizi, stereotipi ed ecco che qui nasce Mi giustifico, un brano che ho sentito l'esigenza viscerale di scrivere visto il continuo bisogno di spiegare o meglio giustificare tutto quello a cui crediamo e tutto quello che facciamo, perché il giudizio è sempre dietro l'angolo ed automaticamente quindi anche la giustificazione.
Sulla scia di Fenech (pt.1) nasce Fenech (pt.2), ritrovandomi in una condizione da quasi trent'enne single ho pensato che un proseguo potesse essere azzeccato provando a rivivere quindi le solite fantasie da una posizione di ormai rassegnazione (ed accettazione) verso la mia statura giocando la carta della Bossa-nova e quindi della citazione alle magnifiche colonne sonore dei film di quel periodo e di quel genere.
Per tornare all'aspetto nostalgico prende vita Prospettiva e Nostagie, un brano che gioca sul descrivere un po' una fetta delle donne di oggi e quindi spesso la mancanza di erotismo e di femminilità per lasciare spazio a volgarità e stereotipi femminili poco piacevoli con un flashback a metà del brano che cerca di fotografare invece quanto fossero belle quelle immagini in bianco e nero che ritraevano forme, lineamenti naturali, eleganza, finezza, autenticità e sensualità femminile.
Aline è un brano ripreso dal primo disco, visto il cambio di formazione e quindi una direzione più folk abbiamo pensato che potesse venire un'ottimo riarrangiamento di quel brano ed infatti ci piace tantissimo, è la storia di un ragazzo che per caso si ritrova a passare un capodanno a Firenze con un po' di persone fra cui questa Aline della quale si innamora a prima vista ed è talmente abbagliato da questo improvviso sentimento che crede e si convince che dall'altra parte sia corrisposto il colpo di fulmine, è un brano che parla di quanto a volte da innamorati si riesca a distorcere la realtà dei fatti.
Vivendo in una società molto frenetica e nella quale ognuno di noi si sente sempre in debito di tempo l'ultimo brano composto è stato proprio Il Tempo, inteso come una gabbia, come invenzione per dare un ritmo ed uno schema ben preciso alle nostre giornate, in chiave di sicuro più rock rispetto alle altre proprio per rendere al meglio l'idea della confusione che si crea nella testa quando ti accorgi che il tempo passa in fretta ed invece sembrava che non passasse mai.
A questo punto era un po' che ci ronzava in testa un brano di un cantautore brasiliano molto famoso negli anni '70, tale Tim Maia, collaborando con Eugenio Rodondi (autore del testo) abbiamo deciso di inserire Antonio Bento come cover cambiando semplicemente il testo ma seguendo in tutto e per tutto melodie ed atmosfere della canzone originale, parlando della storia di un calciatore brasiliano che dalla strada e la miseria riesce a sfondare in Europa e poi si sa: “Ville e dollari giocano scherzi e gli sguardi diventan diversi, tutto quanto diventa una festa che ti fa girare la testa”.

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