Zolle Macello 2020 - Stoner, Rock, Hard Rock

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Il quarto lavoro della band lodigiana nata da una costola dei MoRkObOt più che un “Macello” è un grande e solenne grugnito

Inizialmente sbucati fuori dal costato dei MoRkObOt per vivere di luce anzi di oscurità propria, gli Zolle giungono con “Macello” al loro quarto lavoro su lunga distanza, dimostrando ormai di aver raggiunto una dimensione completamente indipendente e personale che abbiglia con rozze vesti contadine l’anima di un folle power duo. Stefano Contardi (molta batteria e un po’ di voce) e Marcello Bellina (molta chitarra e un po’ di voce) sfoderano così queste nuove tracce graffianti, pestate, ubriache, lerce e striscianti che in meno di mezz’ora raccontano a modo loro “la condizione umana del dover abitare l’ambivalenza, la contraddizione, il paradosso”, come il duo stesso suggerisce nelle note di presentazione.

I titoli, come sempre bizzarri ed evocativi, ci proiettano all’interno del sarcastico panorama degli Zolle (con l’apostrofo rosa di Rostand, che anziché stare tra le parole “ti” e “amo” finisce tra “si” e “offre”, “mi” e “accetta”, “di” e “annata” e così via) mentre la musica non scherza quasi per niente e anzi a suon di riff granitici delinea un universo sonoro bellicoso. L’immancabile matrice stoner leccata da lingue sludge metal sparge infatti terra arroventata sul percorso di queste nove tracce massicce e corrosive, con le taglienti lame math rock che spuntano con precisione le fiammate che dilagano.

Alla fine non c’è un brano che si fa notare più di un altro e “Macello” scorre via solido e coerente come un grande e solenne grugnito.

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La recensione Macello di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-29 19:48:51

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