Biografia Alessandro Martinelli

Arriva un momento nella vita in cui devi essere coraggioso: raccogliere tutte le tue forze, fare un
bel respiro, lasciarti andare al tuo destino. Anche se hai tutto da perdere, anche se si tratta di un
pericoloso salto nel vuoto.
Il grande azzardo che Alessandro scelse di compiere fu quello di trascurare una carriera in piena
ascesa: la presenza fissa nelle classifiche di musica techno, i tour tra club e festival di tutto il
mondo, il supporto e il rispetto dei big della scena. Seppure ami in modo spropositato la sua
vita dietro la consolle, c'era qualcosa che ancora non si era espresso con tutta la sua potenza e
che aveva bisogno di trovare la luce: il primo grande amore, ciò dal quale tutto è cominciato.
Le sue mani sfiorarono il primo pianoforte a scuola, durante il laboratorio extrascolastico, ma si
rese subito conto che un’ora la settimana non poteva bastare per dare sfogo a tutto quello che
stava vivendo: i primi amori, i fallimenti, le delusioni, i tormenti di qualsiasi adolescente. Tutto
svaniva soltanto quando finalmente poteva suonare. Il pianoforte diventò in poco tempo
un’esigenza irrinunciabile, un bisogno costante. E fu così invadente che i suoi genitori non
poterono far altro che apprezzarne la bellezza: questo li spinse a regalargli un piano elettrico e
delle lezioni private. Iniziò subito un viaggio attraverso i grandi autori della musica classica, ma
troppo spesso il suo maestro fu costretto a rimproverarlo per le tante “licenze poetiche”: la sua
indole compositiva lo portava a dialogare con il brano, dando vita a sfumature che non
appartenevano prettamente allo spartito. Fu facile capire quindi, che la sua parte creativa lo
spingeva a scrivere la sua musica, invece di eseguire quella di altri autori. In realtà già qualche
anno prima Alessandro si cimentò con la scrittura: fu il batterista di due band, tra punk rock e
new metal, con le quali già sviluppò le sue capacità creative, scrivendo brani inediti insieme ai
componenti del gruppo.
Il 14 Settembre 2008 fu il giorno in cui Alessandro dovette riscrivere il suo senso della vita.
Aveva solo 18 anni quando in seguito ad un grave incidente stradale rischiò seriamente di
perdere la vita. I medici dovettero asportargli la milza e un rene per salvarlo. Seguì una lunga e
faticosa riabilitazione che lo costrinse in casa per molti mesi, consolidando definitivamente la
sua devozione verso il pianoforte e la musica.
Da quel momento decise che la musica sarebbe stata la sua ricerca della felicità.

Superate le difficoltà, Alessandro tornò a vivere la quotidianità di tutti i giovani ragazzi. Iniziò a
frequentare assiduamente le discoteche, appassionandosi da subito alla musica elettronica,
subendo poi il fascino della figura del DJ. La sua determinazione e le spiccate doti relazionali,
fecero sì che ottenne presto il suo primo lavoro nel mondo della musica: divenne il DJ resident
di uno dei club più cool di Torino. Anche in questa situazione si palesò la sua esigenza di
produrre musica. Iniziò a frequentare importanti studi discografici, nutrendo così la sua fame
di arte, coltivando rapporti proficui con alcuni dei produttori più rispettati della città. In poco
meno di un anno dal suo esordio discografico, con lo pseudonimo di “Alex Mine”, si impose
come uno dei migliori giovani produttori italiani, portando la sua musica nei club e nei festival
di tutto il mondo.
Alessandro però, non smise mai di suonare il pianoforte, anzi, la tastiera elettronica regalata dai
suoi genitori, divenne un vero pianoforte che oggi domina il suo salotto. In tutti questi anni ha
custodito gelosamente questo amore, come se non fosse ancora pronto a condividere con il
mondo la sua malinconia, le sue fragilità e tutte le sue inquietudini.
Succede poi che una pandemia mondiale lo rinchiuda in casa diversi mesi, da solo: niente più
tour, aerei, hotel, club, feste, compagnie. Tutto scomparso. E come se non bastasse, si ritrova
costretto a fare i conti con una storia d’amore appena lasciata alle spalle, tormentata, straziante,
alla quale ha dato tutto se stesso. Succede poi che il pianoforte invece è lì, pronto a rimarginare
le ferite, a strappargli fuori tutte le emozioni. Succede quindi che lo suoni senza sosta, giorno e
notte, fino a quando finalmente compone e registra il suo primo album.
Alessandro, oggi, non mostra più nessuna paura di donarsi agli altri:
“Questo sono io, questa è la mia musica: il mio passato, il mio presente”.

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L'articolo Biografia Alessandro Martinelli di Alessandro Martinelli è apparso su Rockit.it il 2021-01-13 11:29:27

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