Come un irriducibile soldato giapponese ha portato la musica italiana a Cannes

"Onoda – 10 000 notti nella giungla" racconta l'assurda storia di Hiroo Onoda, arresosi solo 30 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Una pellicola con una colonna sonora d'eccezione, firmata da Andrea Poggio con Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro e il milanese d'adozione Gak Sato

Tsuda Kanji nei panni di Hiroo Onoda nel film "Onoda – 10 000 notti nella giungla"
Tsuda Kanji nei panni di Hiroo Onoda nel film "Onoda – 10 000 notti nella giungla"

Siamo nel 1974, nell’isola filippina di Lubang. In mezzo alla giungla si nasconde un soldato giapponese che è lì da quasi 30 anni ormai, convinto che la Seconda Guerra Mondiale non si sia mai conclusa, unico superstite della sua milizia. Il suo nome è Hiroo Onoda. Onoda si trova a Lubang dalla fine del 1944, quando ha appena 22 anni, ed è stato mandato lì con il compito di ostacolare l’avanzata nemica. Dopo la resa del Giappone, nell’agosto del 1945, Onoda si trova a capo di un manipolo di appena tre soldati, ma non ne vuole sapere di arrendersi. Non si fida della voce dell’imperatore Hirohito, che alla radio ordina al suo esercito di alzare bandiera bianca, così come non si fida dei volantini lanciati nella giungla, visti come dei depistaggi orditi dagli americani. È solo 29 anni dopo che Onoda finalmente cede, grazie all’intervento del suo vecchio comandante, la stessa persona che gli aveva ordinato di nascondersi nella giungla e di non arrendersi.

Questa assurda storia, che già aveva ispirato artisti di ogni sorta, è diventata adesso un film: Onoda – 10 000 notti nella giungla è l’ultima opera del regista francese Arthur Harari, che viene presentata il 7 luglio a Cannes all’interno della sezione Un Certain Regard. A firmare la colonna sonora ci sono Enrico Gabrielli, Andrea Poggio, Sebastiano De Gennaro, Gak Sato e Olivier Marguerit.

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Se Andrea Poggio l’avevamo conosciuto come cantautore atipico, grazie al suo misto di art rock, pop elettronico e avanguardia, questa sua nuova veste di compositore per il cinema sembra stargli alla perfezione. Tanto più quand’è accompagnato da Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, che non sono nuovi a questo tipo di progetti – la loro etichetta 19’40’’ è l’esempio più interessante sotto questo aspetto – e che avevano già partecipato alla realizzazione di Controluce, il primo – e finora unico – disco di Andrea come solista.

Discorso simile vale per Gak Sato, sound artist giapponese che ormai da tempo vive in Italia, dove per anni ha ricoperto il ruolo di direttore artistico per l’etichetta Right Tempo Records – nota soprattutto per le ristampe di Piero Umiliani e Piero Piccioni – e che già aveva collaborato con Andrea, accompagnandolo anche dal vivo. Olivier Marguerit, compositore francese, si trova invece per la prima volta a suonare con questo gruppo di musicisti, ma non è certo nuovo al mondo cinematografico, avendo realizzato numerose colonne sonore nell’arco della sua carriera.

Onoda sarà disponibile nelle sale cinematografiche a partire dal 21 luglio, mentre i fortunati che sono presenti a Cannes avranno l’opportunità di vederlo in anteprima. Il film è una sconcertante odissea interna, una visione intima e universale del mondo e della storia attraverso gli occhi di un uomo che si è trovato da solo ad affrontare una realtà che non era in grado di accettare, portando testardamente avanti la sua missione. Una sensazione di isolamento che vediamo prendere forma già dalla tormentata colonna sonora del film: synth taglienti, arpeggi sospirati e delicati fiati creano un angosciante connubio paranoico, un’inquietudine costante in cui trovano spazio solo pochi elementi percussivi, come a sottolineare la trappola mentale di chi si trova a combattere da solo una guerra che è ormai finita da tempo.

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L'articolo Come un irriducibile soldato giapponese ha portato la musica italiana a Cannes di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-07-07 15:00:00

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