Sanremo 2022: le pagelle della prima serata

Tutti i 12 big in gara, i conduttori, gli ospiti, i fonici e il catering: diamo un voto live a tutto quello che passa sul palco del Festival

Un commosso Amadeus
Un commosso Amadeus

Il Festival di Sanremo è iniziato, il Paese parla solo di quello, il Direttorissimo Amadeus ha rimesso in piedi il carrozzone meno snello e sintetico del palinsesto universale per regalare agli italiani un po' di svago dal secondo anno di pandemia, dai rincari delle bollette e, diciamolo senza troppi drammi, dalla incombente terza guerra mondiale. Anche perché sugli altri canali non c'è nulla e in giro da fare ancora meno. Di pomeriggio, invece, dalle 14.30 alle 17.30 ci trovate tutti i giorni fino a sabato sul nostro canale Twitch per delle belle direttine da Casa Sanremo con chiacchiere e le esibizioni di tanti musicisti emergenti. 

E allora che bello concentrarsi per una settimana solo sulle canzoni e gli arrangiamenti, sui vestiti, sulle performance e sugli ospiti per creare battute sagaci e un miliardo di meme. Spaghettone con le cipolle, birra gelata e, laddove accettato, rutto fantozzianamente libero: si va ad incominciare. 

Flavio Insinna: 3

Mentre aspetto il Festival su RaiUno c'è L'Eredità. La presenta Flavio Insinna e ha quel raro potere di farti sentire mummificato, spento, museale. In realtà tutta RaiUno ha quel piglio lì, ti invecchia di 20 anni non appena l'accendi e ti avvicina verso l'osteoporosi anche se hai vent'anni. Mi pizzico, sono ancora vivo, è già qualcosa.

Primafestival: 6

Dai, meglio dell'anno scorso grazie a Ciro Priello dei The Jackal. Qualche battuta, interviste con altre battute, qualcuna scritta con la mano sinistra ma alla fine sticazzi, dura 10 minuti, fossero questi i problemi sarebbe da farci la firma.

Achille Lauro - Domenica: 4

A torso nudo è un figo e non lo inventiamo noi, ma questa canzone l'aveva già portata a Sanremo e si intitolava Rolls Royce. Anzi, è la versione per tutti, quella nazionalpopolare. Rara inutilità, di sicuro piacerà più ai nostri genitori che a noi. Si sta trasformando in Zucchero ma invece di fare finte cover di altri coverizza se stesso.

Yuman  - Ora e qui: 5

Incredibile quanto potenziale potrebbe avere una voce come la sua con pezzi di nu soul arrangiati come dio comanda e invece ci propone un pezzo che sembra di Zarrillo, difficile da ricordare e davvero poco intrigante. Anche il finale tipo musical ha davvero poco appeal. Are we Yuman? We are not dancers.

Noemi - Ti amo non lo so dire: 6

Le canzoni di Noemi sembra viaggino sempre sulle stesse note ma stavolta grazie anche a Mahmood che è l'autore, svecchia un po' la formula e aggiunge un po' di ritmo alla metrica, tanto che sembra proprio un pezzo di Mahmood. Lei la canta molto bene e ha un vestito che le calza a pennello. Il testo è un po' un grande niente che gira intorno all'amore.

Gianni Morandi - Apri tutte le porte: 6 e 1/2

Gianni è emozionato come un bambino ed è anche stanco da morire, o almeno sembra. Questa canzone in stile 60s scritta da Jovanotti sprizza allegria immotivata da tutti i pori. L'operazione mi piace meno della sua giacca ma Gianni è un'istituzione e durante il bridge melodico mette tutti a sedere tornando a essere uno dei più grandi cantanti che Sanremo possa ospitare. Icona.

Fiorello: 3

Ride solo Amadeus. Fortunatamente dura molto quindi posso uscire a fare la spesa.

La Rappresentante di Lista - Ciao ciao: 7

Veronica lungocrinita e Dario in pink, senza band al seguito fanno un pezzo funk con le percussioni impazzite e i fiati soul che fa ballare sulle ceneri della fine del mondo. Un armageddon che ha dentro più di quel che sembra, la faccia di Veronica alla fine dice tutto. Grazie a dio un po' di modernità. È già una hit, ha pure il suo balletto, che gli vuoi dire?

Michele Bravi - Inverno dei fiori: 5 e 1/2

Michele è diventato il protagonista vampiro tra Twilight e Solo gli amanti sopravvivono. Canzone classica, la sua voce è più matura e roca, la canzone però non parte mai e rimane un grande mistero. Forse crescerà con gli ascolti, per ora non colpisce più di tanto.

Måneskin: eh oh

Siparietto terrificante quello di Amadeus che li va a prendere con il golf kart ma oggi comandano loro e che gli vuoi dire ai Måneskin? Sembrano davvero gli ospiti internazionali nonostante la regia killer che crede ancora che fare inquadrature ad cazzum veloci da nausea sia gggiovane. Spaccano tutto, se la gòdano.

Massimo Ranieri - Lettera di là dal mare: 6 e 1/2

Eterno. Canta una canzone teatrale, un po' Avion Travel un po' film di Tornatore ma il suo ritornello è come la pubblicità su Spotify, sale il volume e ti spaventi. Ha chiesto un po' troppo dai suoi acuti ma il pezzo è molto bello, purtroppo non l'ha cantato come sa fare. Io ci credo: Massimo, spettinami come 25 anni fa.

Mahmood e Blanco - Brividi: 8

Che bravi. Si confrontano con una canzone sanremese apparentemente neanche nelle loro corde e fanno il culo anche a chi questa roba dovrebbe masticarla giornalmente. Cantano benissimo, sono belli, vestiti bene, incredibilmente moderni e insieme instant classic. Applausi trasversali, dall'urban alla nonna che ci sente poco ma si è emozionata lo stesso.

Matteo Berrettini - 6

La media tra il valore di un atleta che sta facendo cose davvero grandi e come gli autori hanno deciso di usarlo questa sera. Bello e giusto che – soprattutto dopo un 2021 davvero di gloria – che un palco del genere celebri tutte le super eccellenze "pop" italiane, ma se non si ha idea di che fargli fare tanto vale. Confermiamo, è molto fregno. 

Ana Mena - Duececentomila ore: 3

Una canzone napoletana di quelle che rovinano il concetto di canzone napoletana. Poi qualche rimando latino, poi un po' zigana. Il tutto con un ritmo inspiegabilmente accelerato per la sua vocalità. Battiti Live State of Mind

Rkomi - Insuperabile: 6,5

Seri problemi a digerire il suo cambio di look e il completo da serial killer scelto per quest'esordio sanremese, ma quello è un problema nostro. Il pezzo è figo, come raccontavamo qua, in questo live Mirko paga un po' di emozione e l'esibizione non lascia troppo. Ma crescerà.

Dargen D'Amico - Dove si balla: 7,5

Parte il suo pezzo e viene subito in mente Una vita in vacanza dello Stato Sociale. Il che è un enorme complimento. Perché, come per "la vecchia che balla", è un pezzo politico e attuale, su cui saltare come invasati. Dove si balla è una super hit: non fingete che non sia così, scordatevi di poter fare a meno di canticchiarla tra pochi giorni. Con la testa che ha Dargen sa fare mille cose diverse, tutte con stile, ironia e cultura. Ha scelto la super truzzata per questa sua grande occasione mainstream, scontenterà qualcuno ma alla fine avrà avuto ragione lui. 

Colapesce e Dimartino: 100

A ogni ascolto – qualche miliardo negli ultimi 11 mesi – Musica Leggerissima è più bella e potente. Una canzone unica. Se questa edizione Sanremo centrasse e riuscisse a valorizzare un pezzo luminoso anche solo la metà di quello di Cola e Dima, avrebbe fornito un grande servizio alla nostra cultura pop.

Il teatro sulla barca: 0

L'immancabile Orietta Berti. Il mancabile Fabio Rovazzi. Quella scenografia vagamente kitch. Per ritinteggiare la propria immagine, forse i soldi si possono investire meglio. 

La sfilza degli ospiti dell'ultima ora: -1

Prima di mezzanotte e tutti i big in gara si sono già esibiti. Cosa può andare storto? Che comincino a celebrare tutte le "ficcion" Rai dei prossimi 18 mesi. Comincia la rumba. 

Giusy Ferreri - Miele: 4,5

Tormentone invecchiato male già prima di nascere. A un certo punto Giusy parla dentro a un imbuto. 

Raoul Bova e Nino Frassica: 1

A quest’ora non ce lo meritiamo. Terence Hill non è potuto venire, grande peccato, ma ci facciamo bastare il maresciallo Cecchini e tale Don Massimo, la novità di Don Matteo 13, marchettato in grande stile. Una sola domanda tra tante: Raoul è serio o è solo invecchiato? Cosa ha al collo?

Ornella Muti: 6

Molto brava a leggere (ah). Ma che signora, che voce, che eleganza, che dolcezza. Quando arriva lei l'Ariston diventa leggero. Di più avrebbe stuccato.

Omaggio a Franco Battiato: ∞

Per sempre immenso. 10 secondi di omaggio, troppo pochi.

Amadeus: 5

Una macchina umana, un professionista vero. Tant'è che non lo sgami quando legge il gobbo, batte le mani direttamente nel microfono, pronuncia bene Rrrrrrrkomi, e intigne a dare i fiori solo alle girls. La via è la rassegnazione, si sa.

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L'articolo Sanremo 2022: le pagelle della prima serata di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-02-01 18:53:00

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