Smells Like CBCR

15 artisti giovani e straordinari: abbiamo realizzato un poster per ciascuno dei protagonisti della nostra Notte live dal futuro. E vi raccontiamo perché e come i loro act ci hanno scaldato il cuoricino

Un po' di CBCR, il resto nella gallery
Un po' di CBCR, il resto nella gallery

Un posto nato all'inizio del '900 – come Società di Mutuo Soccorso per l’educazione dei metallurgici –, divenuto un'icona nel 1960 – come set del film Rocco e i suoi fratelli nel 1960 – e proiettato definitivamente nel 3000 sabato 4 febbraio, per la Notte dei CBCR, la serata organizzata da Rockit all'Arci Bellezza di Milano per celebrare la musica e il futuro e che ha visto i live senza sosta, dalle 18.30 a notte fonda, di 15 tra i giovani artisti più promettenti del nostro Paese. 

È stata una serata magica. Grazie a chi è salito sul palco con la voglia di "buttare fuori" tutto, di divertirsi e farci divertire. Grazie alla tantissima gente che ha popolato la serata, un sold out strapitante e preso benissimo. Nelle foto di Silvia Violante Rouge che trovate qua sotto ci sono i bellissimi poster di tutti i protagonisti live della serata – qui quelli degli altri protagonisti: voi! –, sotto trovate invece il racconto degli act, o per lo meno di come li abbiamo visti noi e del perché ci abbiano fatto esplodere il cuore.

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Tripolare – foto di Silvia Violante Rouge

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Anice – foto di Silvia Violante Rouge

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Okgiorgio – foto di Silvia Violante Rouge

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Tamango – foto di Silvia Violante Rouge

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Leatherette – foto di Silvia Violante Rouge

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Delicatoni – foto di Silvia Violante Rouge

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Guinevere – foto di Silvia Violante Rouge

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Tenth Sky – foto di Silvia Violante Rouge

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Wism – foto di Silvia Violante Rouge

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Rosolo Roso – foto di Silvia Violante Rouge

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Ele A – foto di Silvia Violante Rouge

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Michael Mills – foto di Silvia Violante Rouge

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Pseudospettri – foto di Silvia Violante Rouge

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Ricche le Mura – foto di Silvia Violante Rouge

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Anzj – foto di Silvia Violante Rouge

 

L'esordio è affidato a Anzj nella Palestra Visconti, con un brano pianoforte e voce, perfetto per creare un clima intimo. Il pubblico entra subito in confidenza con il cantante, e quando Anzj chiede di avvicinarsi al palco, nessuno si tira indietro. Cambiano le sonorità, e su basi lo-fi e hip hop le barre diventano decise. È Anzj come non lo avevamo mai sentito. Prima di finire l’esibizione canta MY BAD, realizzato con Sethu. “Facciamo un grande in bocca al lupo a Sethu che ora è a Sanremo”, urla, e ci accodiamo. Il boato del pubblico riempie la stanza interrata del Bellezza. Siamo già pronti per il live dei Pseudospettri.

Sullo stesso palco salgono tre ragazzi del collettivo. Quattro se contiamo anche il pupazzo di Shadow – il personaggio di Sonic – che appoggiano sulla consolle. Pantaloni fluo, cappelli di pelo e occhi truccati. Per notarli basterebbero i vestiti, ma è con la loro esibizione catturano tutti. B.estye suona le maracas e canta, alternandosi a Refo, alla chitarra, mentre Kuzu è in consolle. Si presentano con un’intro elettronica e glitch, che ci trasporta nel loro mondo folle. Poi una canzone dietro l’altra, saltano sopra e sotto al palco, si abbracciano e ballano tra il pubblico. Non si fermano un attimo fino a quando non dividono il pubblico a metà, B.estye attraversa la sala fino in fondo e inizia a dare spallate a destra e sinistra. In un attimo nasce un pogo che chiude il secondo spettacolo della serata.

Ci sono due palchi, ed è il momento di inaugurare il secondo. Si apre così il Salone e i primi a suonarci sono i Ricche le Mura. I cinque ragazzi della Valtellina iniziano il live con un un brano soffuso, come il fumo che scende lentamente dal palco. Poi uno stacco secco e inizia un concerto concitato, in cui spicca il contrasto tra il sax virtuoso e la sezione ritmica dai colpi secchi. Cantano a squarciagola in un tripudio di chitarre distorte. Tutta la sala balla sulle loro canzoni fino alle ultime note, quelle della sigla del Tg1.

Si torna al piano di sotto, per ascoltare Tripolare. Il ragazzo napoletano inizia a cantare Il mio cane. La conoscono già tutti e il pubblico la canta insieme a lui parola per parola. Da un’apertura esplosiva si passa poi a un brano triste, chitarra e voce, “scritto per una ragazza che mi ha letteralmente distrutto”, dice al microfono. Ma lui è lì per spaccare e subito dopo torna a cantare su ritmiche serrate e  travolgenti. Tutti saltano e ballano.

Completamente diverso è il mondo che porta in scena Guinevere, che si esibisce subito dopo. Uno spettacolo, o meglio un viaggio – come dice lei – “a bordo del nostro mezzo di trasporto preferito, la fantasia”. La voce melodiosa della ragazza culla tutti e tutte, accompagnata solo da una chitarra classica. Le evoluzioni del cantato bastano a riempire il Salone. Quando tutti sono già ipnotizzati, ci pensa lei a dare una svolta al live. Scende dal palco e continua il concerto in mezzo alle persone, creando un rapporto diretto col pubblico. Chi non ne era già innamorato, è rimasto sicuramente colpito sabato sera. Non ci stupiremmo tra qualche tempo di vederla nei migliori teatri italiani o europei. 

Tenth Sky all'Arci Bellezza – foto di Starfooker
Tenth Sky all'Arci Bellezza – foto di Starfooker

Tenth Sky trasforma subito la Palestra Visconti, con la sua storia decennale e la sua anima così "street", nella cameretta di casa sua. Un ragazzo romantico che si esibisce solo con chitarra e voce. Ma quando inizia a cantare non ha più importanza il luogo. Tutti e tutte pendono dalle sue labbra. Suona dolcemente, con gli occhi chiusi, sull’orlo di uno sgabello stretto e alto. Un cantautore che viene dall'hip hop, o forse il contrario. In ogni caso sticazzi, è bravissimo. 

Tamango portano sul palco del Salone gli arrangiamenti morbidi, che incantano il pubblico fin dalle prime note. Le dinamiche imprevedibili dei loro pezzi sono la cifra dell’esibizione. Un pianoforte culla le voci che alternano al microfono fino a quando, all’improvviso, una ritmica decisa, porta a termine i brani. È un crescendo che porta fino a Lucciola, l’ultimo pezzo. Qui batteria, chitarre e sax impazziscono, e iniziano ad accelerare senza sosta su un valzer. C'è un grande casino e veramente tanta gente sotto il palco. Una moderna e imprevista "sagra popolare" che scalda il pubblico per Ele A.

Ele A nella Palestra Visconti – foto di Starfooker
Ele A nella Palestra Visconti – foto di Starfooker

Occhiali da sole e braccio sinistro che si muove a tempo, quello di Ele è un live hip hop in piena regola, e sotto cassa si capisce bene. Già dal primo pezzo i cori del pubblico scandiscono le barre violente della rapper. Tiene il microfono attaccato alla bocca, con la punta verso l’alto, mentre dietro di lei, dj Disse – che in realtà fa anche lui il rapper – è alla consolle. La azzardiamo: l'hip hop al femminile in Italia – ok, viene dal Canton Ticino, ma non fate i pignoli – domani potrebbe avere il suo volto. 

Sulla stessa linea è il live di Anice. Hip hop e R’n’B sono i due pilastri della sua esibizione. Indossa una camicia grande, esagerata, su cui cadono due lunghe trecce. È emozionatissima, è al primo live della sua vita, anche se ha già firmato un contratto con Island e il suo nome circola negli ambienti discografici come uno di quelli da tenere in grande considerazione. Mentre canta si muove da destra a sinistra a ritmo con i beat. Insieme a lei salgono sul palco per due pezzi i 2Rari, coppia rap composta da Tommaso e Lorenzo Ferrari. Con loro canta Changes, il brano prodotto da Night Skinny, tra il pubblico e orgoglioso dei "suoi" ragazzi. 

Anice nella sala dell'Arci Bellezza – foto di Starfooker
Anice nella sala dell'Arci Bellezza – foto di Starfooker

È il momento del live di Michael Mills. Il produttore emiliano suona nella palestra dalle pareti scrostate, e con la sua musica sembra di trovarsi in un rave party berlinese. L’esibizione è un trip di venti minuti, ipnotica e straniante. Mentre le drum machine bastonano con forza i beat hyperpop, Michael Mills sale sulla consolle e inizia a ballare incitando il pubblico. Si balla sempre di più, fino a che il set termina con un frastuono glitch che segna anche l’inizio dell’esodo verso il palco dove iniziano a suonare i Delicatoni.

Tastiere, sax, e una batteria impazzita. Il concerto della band veneta è una ballata pop sporcata di elettronica astrale e jazz. Suonano all’impazzata. Le note si incastrano tra loro, si aggrovigliano e si ricompongono, e infine formano un’armonia melodiosa e ritmata. Basso e batteria intanto martellano con un ritmo incalzante che non lascia un attimo di tregua. È un grande act e la gente apprezza, è forse il momento di maggior partecipazione e delirio in platea. 

Quando scendiamo per il cambio palco, Rosolo Roso sta già cantando aizzato dal pubblico. Le sue canzoni le conoscono già, e non rappa mai da solo. I testi ironici si poggiano su una drum machine dal beat hip hop. Ma Rosolo Roso con le sue lunghe orecchie riesce a saltare fuori dalla strumentale, come un coniglio dalla tana. Con le sue barre strizza l’occhio alla trap, ma non lo possiamo vedere perché canta con gli occhiali da sole. Di certo fa saltare per aria e cantare all'unisono il pubblico. 

I Leatherette all'Arci Bellezza – foto di Starfooker
I Leatherette all'Arci Bellezza – foto di Starfooker

Arriva il momento di sentire come sono cresciuti i Leatherette, band post-punk dalle influenze jazz che era tra i CBCR un anno fa. La loro esibizione è veramente punk. Suonano e saltano, salgono a cavalcioni l’uno sull’altro e continuano il live muovendosi di qua e di là. Dal vivo riescono a far respirare quella voglia di spaccare tutto che hanno messo in Fiesta, il loro ultimo album.

Wism si presenta con il suo stile urban, testa bassa sul microfono e voce profonda. Tra le colonne della palestra si apre un semicerchio. Ha iniziato a cantare con poche persone attorno, a cui se ne sono aggiunte altre, e poi altre ancora. È sempre in mezzo alla gente, senza mai allontanarsi. Canta con un timbro tra indie e hip hop, ma le basi sono crude e la cassa picchia forte il pubblico dell’Arci Bellezza. È davvero forte, segnatevi il suo nome.

L’ultimo a esibirsi è Okgiorgio – produttore dei Pinguini Tattici Nucleari e dei Colla Zio – che porta nel Salone un set stratificato. Gli effetti inseguono gli hi hat, gli hi hat seguono i sub bass, e loro cercano di raggiungere la cassa, mentre tutti corrono dietro al dj che balla più del pubblico. Lo vediamo dietro al muro di fumo, una sagoma che riesce a tenere sotto controllo filtri, equalizzatori e synth, mentre si muove da una parte all’altra. È un crescendo che termina solo con la fine, non solo del concerto di Okgiorgio, ma della serata.

Sipario.

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L'articolo Smells Like CBCR di Martino Fiumi è apparso su Rockit.it il 2023-02-08 17:01:00

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