Beppe Lante (Ep)

Beppe Lante (Ep)

Beppe Lante

2013 - Cantautoriale, Soul, Acustico

Descrizione

Questa è una nota scritta da Davide Coltri alle 2.50 di un qualsiasi giorno. Amico musicista con cui ho prodotto il mio primo ep, e con cui ho condiviso tanto!!! -Beppe Lante-

“Nicola mi disse che un cantautore cercava un contrabbassista e mi diede un cd con sei tracce. Mi misi ad ascoltare il cd con i pezzi di prova e subito ci fu qualcosa pronto a catturarmi…la qualità della registrazione era bassa e un pezzo mi sembrava ricordare troppo qualcun altro, però in quei venti minuti mi sentii a casa. Tirai fuori il contrabbasso e inizia a tirare giù gli accordi per poi farci qualche giro sopra. Mi resi conto che molti pezzi erano in la bemolle o re bemolle e non capivo il perché di tonalità tanto scomode. Dopo una settimana ci trovammo per la prime prove, davanti all’Ospedale di Borgo Trento. Nella semioscurità della camera da letto appena rischiarata dalle luci della città seppi per la prima volta che una chitarra weissenborn si accorda proprio in reb o lab e me ne feci una ragione, prendendo confidenza con accordi solitamente negletti. Beppe cantava bene e i pezzi mi piacevano, ma non capivo bene quali fossero le intenzioni. Proprio per questo salii a bordo e venni ricompensato con una parmigiana che probabilmente mi mise in contatto perpetuo con l’idea della parmigiana, e ancora me la ricordo.

Facemmo le prime prove con la band qualche tempo dopo, ma il batterista -Ernesto-non si presentò perché era rimasto bloccato in Guinea Bissau. Per un po’ andammo avanti così, con la scadenza di un live sembpre più vicina e nessuna possibilità di avere la band al completo. Federico però improvvisava bene col suo sax e questo mi dava sicurezza. Infine Ernesto arrivò e la data pure, ci fu molta gente e venne scattata una foto che mi porto in ogni nuova camera da letto. Da lì in poi andammo avanti a singhiozzi, con una band che non trovava il tempo per provare ma che ogni tanto si giocava qualche data. Beppe mi spinse a lavorare in duo, e così mettemmo in piedi un progetto senza nome che solo per la necessità di rispondere alle domande dei proprietari dei locali chiamammo senza fantasia Beppe & Davide acoustic duo. La prima estate fu di esplorazione e passammo da un repertorio di 15 canzoni e più di tre ore, a volte suonavamo per un bel pubblico, a volte per nessuno. Al Can & Gato una volta accennammo una Lucy in the sky with diamonds e ci accorgemmo che non era rimasto nemmeno il barista nel locale. Però tante altre volte andava bene e ci piaceva stare insieme, Garda era il centro del nostro mondo e la gente ci cominciava a riconoscere. Un certo Vito mi chiese il numero di telefono e dopo qualche mese finimmo a suonare nel suo locale a Friedberg, vicino ad Augsburg. Da allora saremmo tornati in Baviera almeno una decina di volte per essere infine ribattezzati i Gardaboys. La band suonava sporadicamente e ad un concerto all’ Hostaria agl’Angeli continuava a salire gente sul palco, uno con una chitarra nella cartella entrò dalla finestra e quando mi voltai mi accorsi che metà dei musicisti nemmeno li conoscevo.

E si girava e si girava il lago e un poco la città e si conoscevano personaggi come il Lambo, Damiano che cadde nel lago pisciando, Gigi e il suo gilè carico di bestemmie, il Dani che ci diede fiducia all’inizio e poi non smise più, il Ciccia e i suoi cani, lo Stronzo e la sua fisarmonica che ci costringeva a suonare Proud Mary e Marina Marina (probabilmente il momento più basso di sempre nella mia carriera di musicista. Beppe si trasferì a casa mia, dove io, lui e Claudia diventammo un’unica famiglia. Quando Beppe rimaneva a casa da solo perché io lavoravo in campeggio, mia mamma si beveva il caffè in sua compagnia. La band nel frattempo si arricchì di una vecchia conoscenza, Nicola, e decisamente i discorsi presero una piega più godereccia. Tornammo in Germania per suonare ad una festa di liceali e tentammo di spacciarci per ventenni ma erano spaventate e non ci invitarono al dopo concerto. Beppe saccheggiò l’armadietto dei liquori della loro insegnante e siccome ci avevano detto che la domenica non c’era traffico per tornare in Italia ce la prendemmo con comodo in un lungo brunch. Ci vollero 11 ore per tornare a Garda.

Era un’estate intensa, io lavoravo in pizzeria e poi raggiungevo Beppe in giro per il lago, a volte mentre suonavo mi accorgevo di avere ancora la farina appiccicata alle braccia. Nel frattempo credo che Beppe continuasse a scrivere le sue canzoni perché d’un tratto pensammo che sarebbe stato bello registrare un album prima che io mi trasferissi a Londra. Mettemmo insieme sei pezzi e ci rinchiudemmo a Stringari con Nicola e Federico, di giorno lavoravamo agli arrangiamenti e la sera venivano gli amici a trovarci. Furono grandi giorni. Il duo continuava a girare e facemmo doppie, triple date: aperitivo del pranzo, aperitivo della cena e dopocena. Il sole ci batteva in testa e il repertorio si rimescolava continuamente. Ci capivamo ormai così bene che non c’era bisogno di prove. Ogni tanto suonavamo in trio con la Terry e sulla terrazza della Torre di Pai mi accorsi che stavamo suonando sopra al lago. C’è una foto anche di quello.

Avremmo dovuto iniziare le registrazioni un lunedì ma durante un concerto dallo stronzo la sera prima pisciai sangue per colpa di un calcolo. Mi ripresi dopo una settimana e tentammo di terminare le registrazioni nonostante il fonico avesse un cane che tentava di divorargli la gamba. Ernesto tornò per suonare le congas e la batteria in un pezzo, Giordano ci mise la tromba. Poi mi trasferii a Londra.

Beppe voleva che restassi nella band ma c’era bisogno di rivoluzionare tutto così arrivarono Matteo, Thom e Andrea e le cose finalmente iniziarono a girare veramente bene. Da lontano pensavo spesso al cd che ancora non era pubblicato e quando dopo un anno Mattia e Mirko mi fecero notare che era passato un anno dalla registrazione presi da una parte Beppe e gli ricordai che era passato un anno dalla registrazione. Trovammo le forze, il tempo e l’entusiasmo di pubblicare il cd e di organizzare la serata di lancio nel nuovo locale di Massimo. In mezzo trovammo anche il tempo di tornare a suonare a Friedberg, stavolta con Nicolò e sempre in freschezza.

Sabato sera Beppe Lante e la sua band hanno presentato il primo LP autoprodotto all’Opificio dei Sensi. La band era in stato di grazia e il pubblico anche, Lord Byron e le Sue amiche ruspe han fatto da supporto rock’n’roll (anche loro avevano bisogno di ritornare a se stessi).

Tra dieci ore tornerò a Londra. In camera è appesa la foto che scattarono e Beppe e il sottoscritto durante il primo concerto. La stessa foto è stampata dietro all’inlay del cd, perché quei pezzi sono quello che siamo stati, e saremo.”

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