Achille Lauro - “La volontà porta dove il denaro non può”: Achille Lauro racconta i suoi ragazzi madre

Più che di vita di strada, "Ragazzi Madre" parla della solitudine come motore per l’arte, nella sua urgenza e nella sua ricerca del dettaglio. Ce lo siamo fatti raccontare da Achille Lauro.

Achille Lauro, Ragazzi Madre servizio fotografico
Achille Lauro, Ragazzi Madre servizio fotografico - Foto di Francesco Faraci

  

Achille Lauro è uno dei rapper che seguiamo con più attenzione: “Ragazzi Madre”, il suo ultimo album, è un disco che consegna al passato i cliché del rap italiano e racconta la realtà della periferia con una lucidità disarmante, senza mettere accenti drammatici e senza enfatizzare gli aspetti più spettacolari o pittoreschi. Come ci ha spiegato lo stesso Lauro, "Ragazzi Madre" più che di vita di strada parla della solitudine come motore per l’arte, nella sua urgenza e nella sua ricerca del dettaglio. Di seguito trovate la nostra chiacchierata, qui invece la bellissima gallery dedicata ai ragazzi madre di Lauro.

 

Achille, con “Ragazzi madre” hai voluto trovare un concetto che accomunasse “i pischelli di oggi e rappresentasse la nostra generazione”. Il concetto, come hai spiegato più volte, è che i ragazzi delle tue zone si fanno da madre l’un l’altro, si crescono. Insomma l'idea di fratellanza in questi casi è andato molto oltre, fino a diventare qualcosa di unico. Qual è la cosa più importante che ti hanno insegnato i tuoi ragazzi madre? E al contrario qual è quella più importante che hai insegnato tu?
Ho imparato a capire come non volevo diventare e soprattutto ho insegnato che la volontà porta dove il denaro non può.

In tutto questo discorso, che fine hanno fatto i padri?
(Ride) Bella domanda...

Nel tuo immaginario le donne e in generale il concetto di femminilità e maternità hanno un ruolo piuttosto diverso che nel resto del rap italiano. Non parliamo solo della gag degli “occhiali da donna”, oppure delle critiche che ti sei attirato per il solo fatto di esserti messo una parrucca, o sull’utilizzo che fai del colore rosa nelle tue foto. Anche chiamare il disco “ragazzi madre” è una certa presa di posizione, come lo è scrivere su Facebook “Sono una bella signorina e una brava mamma", una cosa estremamente diversa rispetto alle pose da macho gangsta di molti altri rapper. Come ti rapporti a questa cosa?
Esatto! "Estremamente diverso rispetto alle pose da macho gangsta" è il concetto perfetto con cui vorrei essere riconosciuto. Proprio per questo, nei miei pezzi più "street" riservo sempre una sfumatura ironica o cerco di conservare almeno un po' di poesia. Vestirsi da donna mentre i rapper giocano con le pistole giocattolo, cercare l'originalità e la crescita artistica in un momento in cui conta solo l'immagine, sono sicuramente una buona chiave.


Guarda tutta la gallery con le foto dei Ragazzi Madre



In “Dio c’è” c’era molto di autobiografico, qui invece il focus è sulla collettività, sui ragazzi del quartiere che hanno ispirato il tuo disco e che sono anche i protagonisti del servizio fotografico di Francesco Faraci (lo potete vedere qui). Com’è nata l’idea delle foto? 
L'idea delle foto è nata da sé: il concetto di "Ragazzi Madre" era talmente forte che abbiamo voluto accompagnare il tutto con delle immagini che testimoniassero in qualche modo questa realtà. Io e il mio Team NoFace, insieme all'agenzia Celebrities, siamo stati colpiti dal servizio fotografico sulle periferie di Palermo "Malacarne" del fotografo/reporter Francesco Faraci e abbiamo deciso di contattarlo. Le foto sono state scattate in poche ore, non abbiamo fatto nessun casting o scelta dei soggetti, per una maggiore fedeltà alla realtà quotidiana ci siamo limitati a scendere per strada. Una sorta di neorealismo dove i bambini, gli stessi che abitano quelle periferie romane, sono stati i protagonisti e dove le immagini riflettono sentimenti, condizioni di vita e stati d'animo esattamente come un'opera cinematografica anni '40/’50.

Il tuo è un pubblico per lo più composto da giovani, e magari non tutti abitano in quartieri difficili come quello in cui sei cresciuto tu. Nonostante questo, hai sempre parlato di argomenti piuttosto crudi. Ti sei mai posto un certo limite in virtù di chi ti ascolta?
Be', in realtà io non ho parlato mai troppo del "quartiere difficile": ho parlato più spesso di solitudine, di situazioni familiari difficili, che al di là della condizione economica sono argomenti quasi comuni a tutta la mia generazione. Nel mio brano "Playground Love" ho citato una frase famosa: "l'inferno non è un luogo ma uno stato d'animo", che rende perfettamente l'idea. In generale, comunque, con il mio nuovo team stiamo cercando di spaziare tra diverse sonorità e diversi argomenti in modo da proporre sempre delle novità.

Hai avuto da sempre un rapporto stretto e affettuoso con i tuoi fan che col tempo sembra essersi anche rafforzato. Prima di Natale hai addirittura lasciato sui social il tuo numero di telefono invitando i fan a scriverti su Whatsapp. Com’è andata? 
Ci era venuta l'idea di creare una linea diretta con i fan, segreta. E l'abbiamo fatto. Sono arrivati migliaia e migliaia di messaggi, moltissimi anche strani, talmente tanti che non saprei da dove iniziare (ride). Rispondere a tutti sul momento era quasi impossibile, ma stiamo preparando delle belle sorprese... 

L’amicizia è un tema fortissimo e molto presente nelle tue canzoni. I tuoi amici sono cambiati nei tuoi confronti con l’aumentare del tuo successo (come dice Emis Killa) oppure no?
No, nessuno è cambiato. Purtroppo i miei amici stretti, la mia "comitiva" come si dice a Roma, sono tutti un po' incasinati, e anche io ho sicuramente meno tempo di prima, ma il legame è sempre lo stesso.


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“Ragazzi Madre” è il primo lavoro sviluppato con No Face: com’è avvenuta la separazione da Roccia Music?
Il mio team è maturato a livello artistico ed è stata una semplice evoluzione degli eventi. Diciamo che ha segnato un po' il passaggio da "emergente solista" che ha bisogno di essere introdotto nel mercato musicale, a "collettivo di artisti" che ricercano la perfezione. Ho preferito lavorare con un gruppo di persone all’evoluzione della mia identità.

No Face vuole proporsi di scovare nuovi talenti o rimarrà qualcosa che continuerà a ruotare prettamente intorno alla tua figura?
No Face è un collettivo di artisti che si occupa di perfezionare la parte musicale in collaborazione, per la parte di ufficio, con il mio management Celebrities, dove lavoro a stretto contatto con uno staff di una decina di persone: assetto da guerra. Per il momento lavoriamo su di me e stiamo vedendo bei frutti, ma allo stesso tempo abbiamo gli occhi ben aperti sul mercato e sui nuovi talenti.

Nell'intervista con Rockit in occasione dell’uscita del primo disco dicevi di avere tante canzoni già pronte da poter fare uscire subito altri due album, che sono poi effettivamente usciti. In “Dio c’è” e “Ragazzi madre” c’è qualcuno di quei pezzi che avevi pronti nel cassetto?
Quando è uscito "Immortale" avevo già buttato giù le idee per quello che poi sarebbe stato l'album successivo "Dio C'e". Ed è così ancora oggi. Diciamo che, rispetto a quello che può ascoltare il pubblico, io sto un annetto avanti...

Il disco è prodotto da BossDoms che viene da un background diverso dal tuo, ma è stato un lavoro piuttosto collettivo: com’è andata in studio? 
BossDoms è un super talento e, come ogni genio che si rispetti, non ha un "metodo di lavoro" (ride). Come immagine è più vicino a un pittore pazzo che dipinge di notte lanciando i colori, piuttosto che a qualcuno che progetti il proprio lavoro. È più arte che matematica. Il disco "Ragazzi Madre", inoltre, è stato lavorato insieme ad un team di produttori e creativi: tra gli elementi di punta troviamo djPitch8, Frenetik & Orang3, Banf e dogslife.


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Hai detto che in “Ulalala” con Gemitaiz ti hanno censurato mezzo pezzo. Cos'è che non ti hanno fatto dire?

Se, dopo averlo censurato, lo dico qui penso che mi potrebbero uccidere (ride)

Nello stesso disco si passa da brani come appunto quello con Gemitaiz fino a “Ascensore per l’inferno”, che per quanto abbiano in comune sono comunque dei brani con un’anima molto diversa. Secondo te, cos'è che rende personale il tuo stile?
Forse che, in qualunque caso, si percepisce che io sia stato davvero il protagonista delle mie storie.

In brani come CCL sembri attaccare altre realtà, gente che si spaccia per quello che non è. Che ne pensi della situazione del rap a Roma?
"Spacciarsi per quello che non si è" è sempre andato di moda nel rap italiano ed io ne ho sempre fatto ironia. A Roma sto notando un'ondata artisticamente affascinante di cantautorato indie. Io sono sempre stato (oltre che amico) un grande fan di Silvano Coez, che non è propriamente indie ma comunque è musica d'autore. Ultimamente sto apprezzando molto chi riesce a riprendere un po' la vecchia musica d'autore e a riproporla nella propria chiave; ad esempio, tanto per citare un mio coetaneo romano, Calcutta. L'Italia ha bisogno di originalità.


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All’inizio assomigliavi molto a Billy Idol e, nonostante questo, raramente mostravi la faccia. Hai giocato e lavorato su questa cosa, aumentando l’interesse e la curiosità intorno a te. Ora ti mostri in maniera quasi “professionale”: la tua immagine online e quella nei tuoi video è super curata. Quanto è importante lavorare su questo lato per un musicista nel 2017?

Lavorare sui dettagli è fondamentale ma l'unica vera costante nel tempo è la musica.

Il 17 febbraio inizia il “Ragazzi Madre Tour”. Parti da Milano per andare in giro per quasi tutta Italia. Come sarà il nuovo live?
"Ragazzi Madre" è un concetto che accomuna una generazione, è un'idea, uno stato sociale, uno stato d'animo. Il nuovo live sarà questo.


Queste tutte le date del Ragazzi Madre tour di Achille Lauro:

17/2 Milano - Magazzini Generali
24/2 Pozzuoli (Na) - Duel Beat
4/3 Nonantola (Mo) - Vox Club
10/3 Pavia - Nirvana Club
11/3 Brindisi - Dopolavoro
12/3 Modugno (Ba) - Demodè Club
18/3 Legnano (Mi) - Land of Freedom
24/3 Rende (Cs) - B-Side
25/3 Catanzaro - Ventitre
31/3 Firenze - Viper Theatre
8/4 Bologna - Kindergarten
9/4 Lugano (Svizzera) - Pala Conza
14/4 Roma - Piper
16/4 Senigallia (An) - Mamamia
17/4 Cagliari - Lido Club
21/4 Torino - Chalet
29/4 Roncade (Tv) - New Age Club

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L'articolo Achille Lauro - “La volontà porta dove il denaro non può”: Achille Lauro racconta i suoi ragazzi madre di Redazione è apparso su Rockit.it il 2017-02-16 12:27:00

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