Girless and the Orphan intervistati da Capra dei Gazebo Penguins

Tommaso dei Girless, intervistato da Carpa dei Penguins. Se fossimo al bar di Viserba si chiamerebbe "chiacchierata", se fossimo a un concerto "pezza". Si parla del nuovo album e delle parole usate per scriverlo, delle ragazze, degli amici, dei cantauto

Girless & The Orphan intervistato dai Gazebo Penguins
Girless & The Orphan intervistato dai Gazebo Penguins - Girless & The Orphan

Capra: Allora Tommasino. L'intervista è reciproca. Se fossimo al bar di Viserba si chiamerebbe "chiacchierata". Se fossimo a un concerto "pezza". Proprio per questo motivo se aspetti troppo a rispondermi io ti presso. Tra l'altro io scrivo velocissimo. Poi, è chiaro, non farò il figlio di puttana. Quando ho sbobinato ti mando il malloppo e vedi un po' se c'è troppa fuffa da levare. Tra l'altro con questa cosa di skype sbobinare è piuttosto facile. Copi tutto e lo incollo da un'altra parte. Io l'intervista la faccio volentieri, è pure la prima e son curioso, e la faccio pure gratis. Se poi mi dicono che mi danno 35€ a intervista io ne faccio anche una a settimana. Ma stiamo sul pezzo.
Conosci un gruppo/one-man-band che si chiamava Good Morning Boy?

Girless: No, ad essere sincero no

Capra: Ho provato a cercare un pezzo sul tubo da mandarti. E non c'era niente. (Tra l’altro questa cosa che un gruppo non ha un pezzo sul tubo e sembra che sia una cosa vintage mi gasa tantissimo.) Praticamente aveva fatto uscire qualche disco su Urtovox, credo inizio anni 2000

Girless: Ah, è italiano?

Capra: Yes man. Uno di questi, che si chiama "Good Morning Boy", è uno dei cd che ho ascoltato di più in quegli anni. Anche perché era uno dei pochi cd che avevo, e dal computer non si ascoltava musica (vd. Vintage). E niente, ci avevo trovato delle affinità. Specialmente col pezzo di apertura del vostro disco e un suo pezzo che si chiama “The morning scope”. Ma se non sai chi è sei innocente e spurio e questa domanda non vale una fava. Ricominciamo. Girless & The Orphan: quanti siete, chi siete, cosa fate nella vita, chi fa i pezzi, quante prove fate al mese, chi c'ha i soldi.

Girless: Siamo in due, anche se nell'ultimo disco ci siamo un po' allargati, e a volte suoniamo in due, a volte in tre, a volte in quattro. I due principali siamo io (girless) e the orphan. Io sono laureato in medicina e the orphan lavora in una finanziaria. I pezzi li facciamo insieme e io scrivo i testi. Facciamo molte poche prove al mese perchè per lo più stiamo in due città diverse. Nessuno dei due ha molti soldi.


Capra: E i soldi per il disco come sono venuti fuori? (ah, scopro dall’internet ora che chi c'era dietro Good Morning Boy ora esce col proprio nome, ergo Marco Iacampo)

Girless: Da una sessantina di concerti che abbiamo suonato nell'ultimo anno solare. Anche se abbiamo un cachet basso. Una volta si è suonato a Nola e il cachet concordato era 150 euro ma siccome la serata era andata male ci hanno dato 80 euro con cui avremmo dovuto pagarci anche il b&b. Abbiamo dormito davanti a un autogrill. (Nemmeno il nome Marco Iacampo mi aiuta)

Capra: Visto che l'ultima volta che ci siamo beccati di persona era al concerto dei Refused, deduco che ti piaccia musica con gente che urla e i chitarroni e via dicendo. Perché invece fai roba lenta?

Girless: Siamo entrambi nati con punk e hardcore musicalmente parlando, le nostre prime band erano per lo più così. Per un certo periodo ho anche suonato la batteria in un gruppo metalcore. E io odio il metalcore. Ma poi ero giovane e ho cominciato a suonare sempre più per conto mio la chitarra acustica del babbo e poi è venuto fuori un certo Rocky Votolato che mi ha fulminato abbastanza e quindi mi sono avvicinato al folk. Ci siamo avvicinati al folk. Poi oh, ascolto ancora molti urli. E poi è tutto più semplice da suonare quando fai roba lenta.


Capra: Quanto è facile fare una canzone chitarra e voce da 1 a 10?

Girless: In realtà è facile per te ma è difficile per gli altri. Insomma è facile riuscire a suonare due minuti solo chitarra e voce. Finchè stai nella tua cameretta. Il problema è quando decidi di fare ascoltare la tua musica agli altri. All'inizio le canzoni erano una strofa e un ritornello e andava bene. Poi quando devi dargli una forma canzone, lì sono cazzi, perchè non hai molte frecce al tuo arco. Insomma, cercare di risultare almeno un minimo originali, o per lo meno poco scontati, quella diventa l'impresa.
E comunque le nostre canzoni sono tuttora strofa e ritornello, al massimo ci infiliamo un bridge nel mezzo.

Capra: Quanto conta essere originali e/o poco scontati? Anche considerando che "L'originale è solo all'origine" (R. Debray)
Voglio dire: quanto devi IMPEGNARTI per trasformare un giro che ti viene in salotto sulla chitarrina per non registrarlo così come ti è venuto? Oppure: quanto viene stuprato un giro che per te significa qualcosa per come è nato, per come è saltato fuori, per andare incontro alle esigenze di qualcun altro?


Girless: Ah no, non mi impegno per nulla. Le canzoni finiscono sul cd come son state scritte. Soprattutto quelle più lente, quelle chitarra e voce. Quelle son proprio nate così. Cinque minuti e via. Quelle più elaborate ok, ci son state fasi di arrangiamento, anche lunghe se vuoi, ma non hanno mai snaturato l'ossatura principale. Per quello che ti ho detto che per noi è facile.
Se domani leggessi un'intervista in cui mi tacciassero di poca originalità, potrei anche dargli ragione, ma mi interesserebbe relativamente.

Capra: Secondo te è meglio una persona che ti dica qualcosa che non sapevi o non pensavi sul tuo disco e magari ti fa un po' incazzare, o 200 persone a cui piace senza che ti dicano niente?

Girless: Qui si apre l'annoso discorso sulle recensioni. Inutile dire che apprezzo le recensioni, per i vecchi ep ce ne sono piovute addosso parecchie. Tutte positive, non necessariamente tutte belle. Mi davano fastidio alcune perchè effettivamente non sembravano interessarsi poi così tanto all'interezza del disco. Ad esempio, i testi ce li analizzano in pochi, probabilmente perchè sono in inglese. Ma io ci perdo parecchio tempo sui testi, e non penso di parlare di aria fritta. Quindi insomma, inutile nascondersi, se qualcuno mi dicesse che il disco fa cacare un po' me la prenderei, ma se in 200 mi dicono che le canzoni son belle perchè ricordano i Neutral Milk Hotel, per quanto li ami, forse devono andare un po' più in fondo.

Capra: Ecco. Ne approfitto e mentre attendo le tue LENTISSIME risposte sto leggendo Rockit. In un'intervista Michele Bitossi dei Numero6 scrive: "Uno dei problemi più significativi della scena indie italiana a mio modesto avviso è proprio questo: c'è davvero poca gente disposta a prendersi la briga di autocensurarsi." Concordi, discordi, bicordi? Tutti amici sul web e tutte teste di cazzo quando si è in furgone?

Girless: Non concordo perchè dalla mia esperienza personale non è così. Credo di essere ancora nella fascia delle band che non si fanno di questi problemi perchè non ne hanno bisogno. Insomma, poi autocensurarsi in che senso? Tu come la leggi?

Capra: Io la leggo anche sapendo quel che viene dopo. Nel senso che se uscissero meno dischi il buon Michele non ne sentirebbe la mancanza. Autocensura in quel senso. Dirsi anche di no.

Girless: Ecco da questo punto di vista potrebbe essere condivisibile. Ma alla fine chi è che fa ascoltare i dischi alla gente? La colpa non è delle band, anche se propongono un prodotto inutille.

Capra: La colpa è di Rockit, insomma?

Girless: Ahahah non so, non fruisco molto di Rockit come ascoltatore di musica. E non vuol essere una critica, nel senso che proprio non so che musica proponga per la maggiore. Così come per la maggior parte delle webzine. E' un discorso generale. Se escono 50 cantautori all'anno e 50 cantautori finiscono sul web con 50 dischi diversi, non possiamo pretendere che siano tutti e 50 bravi, nè che facciano tutti e 50 cacare. Ma a quel punto, chi di questi 50 doveva autocensurarsi? Il problema sta nel mezzo.

Capra: Cioé che deve autocensurarsi il 25esimo?

Girless: Nel senso che una volta c'erano giusto un paio di fanzine e i nomi dei gruppi giravano col passaparola. La gente non aveva mai sentito un pezzo loro ma andava ai concerti. E lì dal vivo chi faceva cacare cadeva nel dimenticatoio. Selezione naturale.

Capra: Cambiamo. Ora che vi è uscito da poco il dischetto, quante volte al giorno cerchi il nome del tuo gruppo su google?

Girless: Comunque no, poche volte, anche perchè solitamente delle nuove recensioni e robe varie mi avvertono i ragazzi dell'etichetta (Stop!records).


Capra: Mi prude il ginocchio: significa che stai mentendo. Parliamo dei testi? Anche no. Parliamo di suonare. Perché ti ostini ad andare in giro a suonare? Cosa succede di bello quando vai a suonare?

Girless: Per la maggior parte delle volte, poche cose belle. Non fraintendermi: ci divertiamo tanto, ma ti prendi anche parecchie inculate. Cachet ridotti, promesse non mantenute. Però insieme stiamo tanto bene perchè siamo amici e sì, si conoscono molte band incredibilmente umane e simpatiche e sì, sembra molto banale, ma a volta conoscere un paio di persone che ti apprezzano è bello. E noi non abbiamo mai molta gente ai nostri concerti.

Capra: Ma ora, visto che ne hai accennato tu stesso, parliamo dei testi del disco. Argomenti, quanto conta usare parole di mnemonica semplicità, quanto conta stare dentro alle battute, figure retoriche, etc etc (la domanda la finisco in editing) (Ora sto editando: la domanda la finisco in post produzione)

Girless: Conta parecchio. Ti spiego come nasce la cosa: io suono un giro, mi piace, ci trovo la melodia e la canto inventandomi parole. Parole che possano essere un simil-inglese. Poi da lì ci costruisco il testo, con le assonanze. Poi, per l'aspetto più strettamente lirico, bè lì ogni parola è davvero importante. Gli argomenti sono fondamentali. Tutti i testi parlano o esperienze di vita o visioni personali della vita intorno a me. E poi mi diverte molto usare ironia e sarcasmo. Nell'ultimo disco ce n'è tanto, abbastanza amaro. Poi se azzecchi la frase perfetta che si stampa in testa a chi la ascolta e che ha anche un messaggio rivoluzionario, hai fatto bingo. Oppure sei Colin Meloy dei Decemberists.

Capra: Entriamo un attimo più nel dettaglio di "esperienze di vita o visioni personali della vita intorno a me"

Girless: Ah è molto semplice: i testi d'amore sono riconducibili a esperienze reali. In passato erano più amari, ora son più rilassati. I testi di polemica sociale sono visioni personali di ciò che ci circonda. Per essere schietti, sono polemiche contro la classe dirigente, la chiesa e le organizzazioni cattoliche. Ma non polemiche da Indignados o girotondini o robe simili. Insomma, son più del tipo: questa cosa mi sta sul cazzo, te la dico perchè è così. Te la dico come te la direi se ci vedessimo al bar.

Capra: Spara un verso

Girless: Ah ti cito un'intera canzone, Mein Vatikampf
"and if you're pleased while you read mein kampf
and you hate the homosexuals
you might be in the grace of the vatican
you might as well be close to heaven"

Questa è la canzone intera. E' abbastanza chiaro, così la penso.

Capra: Visto che ci tieni tanto (e ci mancherebbe, miseria porca) ai testi e alla loro trasmissione, vuoi dirmi ora perché cantate in inglese? Per me fa anche lo stesso. Farai un po' quel che te vo eh.

Girless: Perchè non ho mai avuto il coraggio di cimentarmi con l'italiano, probabilmente. Francamente penso sia un bel popo' difficile. Voi scrivete dei bei testi eh, io non saprei da dove cominciare. E poi, essendo testi molto immediati i miei, risulterebbero davvero delle conversazioni da bar.

Capra: Ricevuto. E grazie ciccio. Comunque provarci è già un cominciare. Ma di far proselitismo mi frega il giusto. Hai mai visto qualcuno con la maglietta del tuo gruppo in giro? Beh io sì. Del tuo gruppo intendo. Una volta.

Girless: Non persone che io non conoscessi. Una volta Andrea, uno della Stop!records ha detto che in giro aveva visto un tipo con la nostra maglietta. Ma poteva anche essere mio babbo.

Capra: Visto che l'hai citato, parlami dello studio dove avete registrato il vostro disco dal nome lunghissimo e perché chiamarlo così e come sperate che venga accorciato e quelle robe su analogico/digitale e gli effetti sulla voce e dove saresti voluto andare se mio zio ti avesse dato vagonate di euro per registrare il disco.

Girless: Lo studio è piccolo ma bello, è confortevole. é dentro un garage, quindi ha anche un certo fascino vintage. Sul titolo del disco ci spendo qualche parola. Sulla costa del cd il titolo è abbreviato con un terribile ntbwaeeby, ma altrimenti non ci stava. Mentre lo "you" sta per la persona che mi sta accanto da un anno e mezzo e che amo parecchio, quindi è proprio vero che nel mondo ci sarebbe tutto da preoccuparsi se non ci fosse lei.

Capra: Ma la tua ragazza cosa dice che ti chiami GIRLESS?

Girless: risale a molto prima che ci conoscessimo, all'epoca ero davvero senza uno straccio di ragazza. Ma avevo 16 anni. Ero bruttino e imberbe

Capra: Ora hai i baffi e la donna. Puoi morire.

Girless: Esatto.

Capra: Pezzo preferito del disco? O pezzo che consigli di ascoltare per primo?

Girless: "Your chest is a snuggery", lo abbiamo messo per primo apposta. E' il pezzo scritto i 2 minuti e anche scrivere il testo è stato parecchio facile perchè parla di una cosa che è come se ce l'avessi davanti agli occhi.

Capra: Cos'è una snuggery?

Girless: è un posto comodo. Tipo un salotto con un caminetto

Capra: Tipo casa mia insomma. Sai cos'è il fingerpicking? Sai cos'è una Ixodes Ricinus? Sai in che anni la Peste Nera raccontata da W. Defoe colpì Londra?

Girless: So cos'è il fingerpicking e mi ci sto impratichendo

Capra: Se cerchi su google mi prude

Girless: Non so cosa sia una ixodes… e 1600?

Capra: Secolo giusto. Ti prendi un 7 e mezzo. Vino o birra?

Girless: birra

Capra: Vogliamo parlare della cavalcata finale alla fine del disco? Non dirmi che la fate anche alla fine dei concerti dai…

Girless: no no, quella la mettiamo nel mezzo perchè sarebbe troppo scontato. i concerti li chiudiamo sempre con "Another Place" che stava nel primo ep. E poi senza le chitarre di Bart nel mezzo non ci viene così bene.

Capra: Prendo al balzo dimostrando grande competenza: chi ha suonato nel disco che non suona dal vivo e cosa.

Girless: Allora: Bart dei Cosmetic per l'appunto ha fatto i suoi miagolii soliti con la chitarra. Paride dei Riviera ha suonato la tromba. Fabio dei Delay_house ha suonato un basso con l'archetto. Davide degli Shelly Johnson Broke My Heart ha suonato il basso ma adesso è in Irlanda quindi dal vivo suona Ivan sempre degli Shelly. Mich dei Lantern ha suonato la batteria e lui suona sempre con noi dal vivo. E in questa risposta ti ho elencato tante ottime band e tutte amicissime.

Capra: Se pensi alla musica italiana degli ultimi 5 anni ...quali canzoni ti hanno reso più felice?

Girless: Aranciata Amara di Caso. Poi vabbè, "Sfortuna" è un album che mi ha reso abbastanza felice anche se di felice ha poco

Capra: C'era una domanda che avresti voluto ti facessi e non ti ho fatto?

Girless: Mi sarebbe piaciuto se mi avessi chiesto se preferisco suonare in un club o in un festival.

Capra: Un vero peccatone che non te l’abbia fatta. Ora un bel link per scaricarsi il disco...

Girless: www.stoprecords.it

Capra: Frì daunlò perché?

Girless: Perchè all'inizio era il modo migliore per farsi conoscere e poi ci è sembrato talmente bello e utile che era un peccato non ripeterlo. E quindi abbiam deciso che fintanto che faremo musica aderiremo al fri daunlò.

Capra: Amigo. Siam da qua da un'ora e 40 minuti. Direi anche basta.

Girless: il tempo è volato. Non è vero.

Capra: Faccio quest’effetto. Saluta tutti e forti pacche sulle spalle.

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L'articolo Girless and the Orphan intervistati da Capra dei Gazebo Penguins di Capra (Gazebo Penguins) è apparso su Rockit.it il 2012-11-23 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • seymour 12 anni fa Rispondi

    parete du ragazzi intelliggenti

  • alia76 12 anni fa Rispondi

    anche questa è un'ottima intervista.