Habits

Habits, secondo album della band, mixato e masterizzato da Giuseppe Orlando negli Outer Sound Studio di Roma, porta avanti il discorso stilistico iniziato con Days of Convergence. La matrice di base che caratterizza questo lavoro è un metal moderno, carico di suggestioni ed influenze molto eterogenee. All’interno delle tracce che costituiscono l’album si possono trovare tappeti sonori di derivazione ambient, percussioni indiane, scale arabe ed approcci vocali differenti. Pur non essendo un concept-album, ogni brano è legato all’altro in quanto affrontano temi simili quali violenza, menzogna, abbandono e costrizione, portati avanti con un linguaggio musicale unitario. L’idea di fondo è nel titolo stesso dell’LP: le abitudini. Come riportano gli stessi componenti: “Sono le abitudini che si impossessano di noi e ci costringono in una routine nella quale iniziamo a dimenticare i nostri sogni, i nostri progetti”.
Le atmosfere dell’album sono cupe, ciniche: appartengono al mondo in cui viviamo e sono infatti ambientate in una metropoli post-moderna in cui l’uomo, pian piano, perde la sua individualità e la sua libertà di pensiero. La cifra stilista e la filosofia dei MYR rimangono dunque fedeli a se stesse, ma vengono portate a conseguenze estreme ed allo stesso tempo più sofisticate.