Nosexfor

Nosexfor

Nosexfor

2018 - Rock, Pop

Descrizione

Martedì 6 novembre esce, su Spotify, iTunes e nei migliori digital store Nosexfor, album d’esordio della band omonima anticipato dal singolo “Pensavo fosse ok” pubblicato lo scorso ottobre e accompagnato da un videoclip che in poche settimane ha totalizzato, inaspettatamente, quasi 50.000 visualizzazioni su YouTube.

L’album Nosexfor è per il duo vicentino, composto da Severo Cardone e Davide Tonin, una sorta di viatico verso la riconciliazione con la musica suonata.

Severo e Davide erano alla ricerca di qualcosa di nuovo che risvegliasse entusiasmo e vena artistica. Nosexfor da subito sembra avere queste caratteriste e, in tempi brevi, si trasforma in un nuovo inizio. I Nosexfor decidono di chiudersi in studio e passati i primi mesi, serviti essenzialmente a calibrare suoni e personalità, scrivono una valanga di brani dei quali solo una piccola selezione entra a far parte dell’album d’esordio.

Nosexfor si compone di dieci canzoni inedite che nascono dal sovrapporsi della voce all’accoppiata basso – batteria. La formazione molto snella influenza enormemente il processo creativo di scrittura avendo a disposizione un solo strumento a corda.
La formula è tanto semplice quanto efficace e quello che in un primo momento sembra un limite si trasforma in meravigliosa opportunità.

Un rock immediato e travolgente, quello dei Nosexfor, che, con l’estromissione delle chitarre, esce dagli stereotipi e retaggi tipici del genere e diventa marchio distintivo della band.
La linea strumentale si mischia in maniera sapiente a testi intimi e autobiografici restituendo al pubblico un prodotto di sicuro impatto sonoro ed emozionale. L’utilizzo dell’italiano, inoltre, facilita la comprensione e l’empatia da parte dell’ascoltatore dal momento che i testi raccontano storie di vita vissuta con la giusta dose di paure, dubbi, aspettative e sogni.

“Ma non ti preoccupare” , racconta di come spesso una piccola cittadina possa essere, nel bene e nel male, lo specchio di un’intera nazione che spesso non è figlia della meritocrazia; “Noi” invece descrive le difficoltà che i giovani d’oggi affrontano quotidianamente per una fantomatica stabilità lavorativa; precarietà del lavoro e crisi economica costringono molti ragazzi a lasciare l’Italia con non pochi sensi di colpa e dubbi sul fatto se sia giusto o meno cercare riscatto altrove e questo è il tema trattato, con una buona dose di amara ironia, in “L’America”; testi più intimi e introspettivi li troviamo in brani come “Perdere la testa” che narra di quanto sia difficile stare bene con un’altra persona se ancora non si è trovato un equilibrio interno; in “Eva” invece abbiamo una giovane donna che per riuscire ad avere quello che il nostro tempo impone (vestiti, auto ecc.) si prostituisce senza comprendere che ogni scelta impone un prezzo da pagare; “Niente luci in centro” denuncia la perdita del ruolo dei centri della città e delle piazze come luoghi di aggregazione e socializzazione a favore di un’inspiegabile politica che, per favorire tranquillità e silenzio, ha ridotto questi luoghi in veri e propri deserti urbani; “Zero Meno” è il voto che i Nosexfor danno a coloro che sui social network, forti dietro una tastiera, scrivono sproloqui e monologhi pregni di ignoranza e populismo senza prima riflettere e informarsi sulle cose. “Quello che resta” è una riflessione sul fatto che il denaro e la ricchezza in genere se non sono accompagnati da umanità ed empatia verso gli altri finiscono con l’essere inutili e sterili svaghi. “Bambino Vudù” è una rivisitazione di Voodoo Child di Jimi Hendrix, un omaggio ad un grande della musica internazionale; ed infine “Pensavo fosse ok”, singolo pubblicato ad inizio ottobre, è una sorta di inno all’individualismo, alla libertà di scelta, un’esortazione ad essere se stessi anche a costo di risultare “scomodi” in una società che ambisce ad uniformare le persone attraverso cliché predefiniti dai quali è difficile emanciparsi.

L’album Nosexfor è un riassunto degli ultimi vent’anni del nostro paese, dentro e fuori la nostra anima.

Credits

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