Mostri Carini

Mostri Carini

P L Z

2025 - Techno, Pop, Elettronica

Descrizione

P L Z – mostri carini
Guida all’ascolto
Questo disco ha avuto una gestazione brevissima, un’ispirazione precisa e urgente, ma è per molto tempo, quasi tre anni, rimasto dormiente sotto la cenere. Dopo “MEGA”, il nostro debutto “preso bene”, impantanatosi nella lenta ripresa post-pandemia, al momento del disgelo ci siamo resi conto che il mondo circostante era ripiombato nelle solite vecchie dinamiche: il dilagare di una cultura spudoratamente mistificatoria espressa da un governo di estrema destra che si finge moderato; un finto-progressismo, molto moralista e ricattatorio, che predica l’inclusione ma non riconosce la lotta di classe, mentre legittima guerre di civiltà andando dietro agli interessi del mercato. In altre parole, oggi non ci sentiamo tanto presi bene.

L’idea di parlare di “mostri” ci è sempre frullata per la testa. Ci sentiamo in fondo così anche noi, le maschere che indossiamo non sono un orpello sensazionalistico (anzi, ormai chi non se la mette una maschera sul palco?). Ma i “mostri carini” sono tutto un altro livello: parliamo dei benpensati che si sentono a posto con la coscienza, pur nella consapevolezza di godere di un privilegio di posizione che gli permette di volgere sempre la narrazione a proprio favore, fino a passare per vittime. Sono campioni di strumentalizzazione, pink, rainbow e green washing, per puro vantaggio economico o politico.

Hai detto veramente “politico”? Sì, anche se sembra di bestemmiare, di tirarsi la zappa sui piedi. Ma noi ci sentiamo così: “terroristi in mezzo ai mercanti”. Non solo questo è un disco politico, ma è pure un concept album, di quelli che si facevano negli anni ’70, immaginando società distopiche alla 1984 (pensiamo a Diamond Dogs). La differenza è che l’estetica sonora è quella delle radio-pirata inglesi (dupstep, uk garage, techno); le voci appaiono deformate, spersonalizzate, alternate a frammenti della rete, per dare l’impressione di una pluralità. Sono dieci brani, dieci tappe o quadri di una storia.

Credits

Tutti i pezzi scritti, prodotti e mixati da P L Z (Giacomo Carlone e Diego Palazzo) @Supermoon Studio
Masterizzato da Pierpaolo Moschino @Fluidostudio
Copertina di Emanuele Ferretti (IG @beautysucksorkills)

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