Emily La Chatte Okkio al Pakko 2013 - Demenziale

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Lambiscono il demenziale e suscitano simpatia ma non vanno oltre. Agli Emily La Chatte manca ancora qualcosa.

Il metodo è quello della contraffattura, ovvero creare testi ad hoc per poi inserirli all’interno di melodie già esistenti. Un giochino vecchio come il cucco, al quale gli Emily La Chatte partecipano con entusiasmo, portando in dote la propria gioventù e una sana voglia di divertirsi. Con “Okkio al pakko”, la band piemontese si getta tra le fauci del pop da classifica, si affida a Chuck Berry (o ai Beach Boys, fate voi), omaggia i Police e le sigle dei cartoon (la title-track non è nient’altro che il rifacimento di “Occhi di gatto”). Senza dimenticare di inserisce nel calderone citazioni colte (Lucio Battisti), altre meno (Queen) se non trash (Gianni Drudi), centrifugando il tutto tra energia rock, ritmi caraibici, synth anni ’80, beat, dance e un pizzico di reggae. Testi sbarazzini, nati senza la pretesa di cambiare il mondo, che lambiscono il demenziale (la voce di Elia ricorda le tonalità sghembe della buonanima di Freak Antoni), ai quali manca però quel lampo di genio (e un minimo sindacale di cattiveria) che potrebbe permettere al disco un salto di qualità. Sì, vero, i dieci pezzi presenti nell’album sono carini, suscitano una simpatia istintiva, ma poi finisce lì. Il rischio è che di “Okkio al pakko”, dopo uno o più ascolti, non rimanga traccia alcuna.

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La recensione Okkio al Pakko di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-02 00:00:00

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