The Great Marygoround Message 2003 - Pop, Funk, Alternativo

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Già contraddistintisi con il primo demo, il quintetto bresciano che corrisponde al nome di The Great Marygoround conferma la propria originalità con questa autoproduzione, significativa sia dal punto di vista musicale che sotto l’aspetto tecnico.

Difficile pensare che ogni traccia del cd sia il frutto del lavoro di un unico gruppo, considerato il succedersi di inaspettate sonorità che rendono ardua una classificazione logica e coerente, ma che connotano l’ensemble di un proprio stile inconfondibile.

I pezzi sono privi di un andamento prevedibile e si snodano in eccentriche evoluzioni, con accavallamenti strumentali insoliti e cospicue addizioni di suoni, mantenendo però eufoniche melodie. L’impressione è che si dilettino con attitudine eclettica a giocare con musica e suoni, attingendo e rivivendo in maniera trasversale timbri e caratteristiche di divergenti stili musicali, per creare ibridi armonici, coraggiosi e decisamente originali se inseriti nell’attuale contesto musicale italiano. Gli strumenti vengono sfruttati in ogni loro potenzialità, subendo frequenti ‘cambi d’abito’ nei momenti meno sospetti, anche nel corso della medesima canzone, e la voce si adatta duttilmente ai diversi generi con tocco estremamente personale.

Con la traccia d’apertura si viene proiettati nell’America anni ’70, mossi da ritmi funky enfatizzati da un avvincente campionamento di fiati, con inserzioni elettriche ed elettroniche. Dall’intro di “Screaming (with no synchrony)” mi aspetto un pezzo dance anni ‘80, ma è solo apparenza ed una schitarrata elettrica mi avvisa che c’è spazio anche per un pezzo rock.

Le sonorità d’oltreoceano vengono rimpiazzate da risonanze fortemente british in “Supernova season”, una ballata onirica guidata dalla chitarra e attraversata da striscianti e anarchiche meteore elettroniche; segue una psichedelica ed articolata “More mellow”, che alterna classicità a sperimentalismo suscitando un vortice altalenante di sensazioni.

Il ritorno alla realtà è segnato dalla ballata acustica per chitarra e voce, “Last intense fever”, che precede la ripresa di sonorità funk con l’appassionante e solare “I’m playing my lifeagain”, caratterizzata da animate tastiere nelle vesti di pianoforte, che per metà canzone dettano melodia e ritmo intrecciate al basso, mentre la chitarra elettrica fa capolino arrogandosi qualche libertà; dissociato e rallentato il finale che ripropone licenziose variazioni sul tema portante.

Spazio a sonorità jazz nella sbilenca “Piece of cork”, indicata colonna sonora per un fumoso locale gangster della risalente america anni tra gli anni ’20 e ‘40.

La chitarra accompagna ancora la voce per un breve intermezzo di un minuto - registrato con effetto ‘fruscio’ tipo vinile - che separa “Stealing secrets”, malinconica ballata in perfetto stile pop contrassegnata dal nostalgico suono del piano e dall’incursione ovattata della chitarra elettrica, da “Lies groovin’”, pezzo avviato dal basso con un indovinato riff presto imitato dalla chitarra e ripreso nel finale dopo una divagazione tra arbitrari rallentamenti ed accelerazioni blueseggianti.

Conclude il progetto una brevissima robotica ghost track.

Assolutamente consigliati, soprattutto per chi è alla ricerca di qualcosa che sia veramente alternativo senza essere necessariamente indie. Complimenti!

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La recensione Message di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-27 00:00:00

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