Kabikoff Pietraia 2014 - Rock, Noise, Hardcore

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Ciò che ne esce fuori, sono nove pezzi di prog-core stranianti quanto un viaggio sull’Isola di Vulcano, tra magma incandescente, gas e zolfo.

“Pietraia”. E, per estensione, ruvidezza, freddezza, durezza. Titolo fu mai così azzeccato, perché in effetti quelle ci sparano i Kabikoff con questo terzo album in quasi quindici anni di attività, sono pietrate che fanno davvero del male. Alberto Turra (già prestatore d'opera per Roy Paci-CorLeone e Pierpaolo Capovilla) unico superstite della formazione originale, mette insieme per questa operazione, un ensemble di tutto rispetto, una macchina da guerra che macina riffs e tritura spartiti.

Ciò che ne esce fuori, sono nove pezzi di prog-core stranianti quanto un viaggio sull’Isola di Vulcano, tra magma incandescente, gas e zolfo. Nove rigorose composizioni che spaziano dal funky eterodosso (e qui si avverte l’essere stata, da parte dei primi Kabikoff, una cover band dei Living Colour) al nu metal di Tool e Korn. E comunque, c’è da dire che il tempo è stato galantuomo con i nostri, perché oltre che ad aver concesso loro una maturazione invidiabile dal punto di vista della cifra stilistica, ha permesso anche di sviluppare una tecnica mostruosa che i quattro lombardo/veneti ci sbattono in faccia senza mezze misure. Brani distopici, sincopati, un sound che ti arriva come una gomitata allo sterno, un latrare di versi destrutturati, allegorici, che Turra dissemina lungo tutte le tracce di “Pietraia” e che costituiscono il vero valore aggiunto di questo lavoro.

Nessuna concessione anche soltanto ad una parvenza di melodia, i brani scorrono via (quasi) senza soluzione di continuità, serrati, uno via l’altro, in un tripudio di bassi slappati, chitarre lancinanti e ritmiche ossessive. Ecco, se proprio dovessimo muovere un appunto a questa opera, ciò sarebbe da rinvenire in una eccessiva omogeneità della stessa, tanto che riesce difficile anche analizzarne la composizione, brano per brano, senza finire per ripetersi. Uscito per Sinusite Records sul finire di quest’anno, “Pietraia” vanta la sgamata produzione di Diego Cattaneo ed il sapiente mastering di Jason Livermore, già al lavoro con NOFX, No Use for a Name e Descendents.

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La recensione Pietraia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-11 00:00:00

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