Skull Above the Cannon Skull Above the Cannon 2015 - Stoner, Metal, Funk

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Skull Above the Cannon è, senza mezzi termini, la cura allo stallo ideologico che la scena alter-metal italiana vive da un po’ di tempo a questa parte.

Skull Above the Cannon è, senza mezzi termini, la cura allo stallo ideologico che la scena alter-metal italiana vive da un po’ di tempo a questa parte. Stacchi imponenti, linea ritmica a dir poco dinamica, un basso prepotente (e finalmente slappato come Dio comanda) ed una linea vocale che ringiovanisce e dona nuova luce ai tratti melodici che, a loro volta, sono assolutamente degni di nota.

Procediamo per gradi: l'ep d'esordio omonimo degli Skull Above the Cannon consta di quattro tracce, e s’ascolta tutto d’un fiato. Difficile fare rimandi ai big per agevolare una sorta di contestualizzazione musicale, ma d’altra parte se è vero che ho scritto difficoltà, si può tranquillamente leggere qualità. Perché per un gruppo che si siede per la prima volta al tavolo dei grandi, non dare riferimenti chiari equivale a dare inequivocabili segnali di originalità, il che è notevole. Ma comunque se proprio dovessi scucirmi un paio di nomi altisonanti, direi che ci siano un po’ di Black Strobe (quindi a tratti anche gli ZZ Top), un basso che oscilla tra Fieldy e Commerford, e una batteria alla Dave Grohl in Songs for the Deaf dei Q.O.T.S.A. Ma ci sono altri mille nomi che varrebbe la pena citare, ripeto, il disco ha una maturità al di fuori della media, una consapevolezza ed un’armonia d’intenti che poche volte si riesce a vedere in un progetto così giovane. "Away", la prima traccia, nei soli trenta secondi iniziali overclocka l’attenzione, demolisce ogni forma di autocontrollo, e questo (per l’appunto) solo in una manciata di attimi. Inutile perder tempo a parlarvi di quello che segue nel brano, lo potete immaginare da voi, solo lasciatemi fare un appunto: gli stacchi signori, e che stacchi. Segue a ruota "Dead or Alive", parte come legittima figlia dei R.A.T.M. per poi cambiare rotta verso vette più metal. "NickFish" inneggia alla cultura dei grandi classici, "Burst out Mud" invece è… è da sentire e valutare personalmente.

C’è davvero di tutto e di più in "Skull Above the Cannon", inteso sia come album, ma in primis inteso come gruppo; sarebbe anacronistico definir il trio catanese come “già arrivato”, ma se quest’ep raggiunge una portata del genere (ed è solo un assaggio), magari ci troviamo davvero di fronte a qualcosa di grande, magari ci troviamo davvero di fronte ad una di quelle idee che col tempo chiamiamo certezze.

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La recensione Skull Above the Cannon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-25 00:00:00

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