Carlomagno Ultramondo 2024 - Cantautoriale, Alternativo, Post-Rock

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un debutto tra visioni distorte e verità frammentate.

Con Ultramondo, il cantautore torinese Carlomagno firma un esordio che è al tempo stesso manifesto e viaggio iniziatico. Un disco che, in poco più di trenta minuti, scava nelle crepe dell’immaginario collettivo e personale, portando in superficie le contraddizioni di un tempo in cui la realtà sembra sempre più filtrata dall’idea che ne abbiamo. Registrato da Lillo Dadone (CaliLow) e rifinito dal tocco sonoro di Edoardo Campia, l’album prende corpo e vigore grazie alla presenza scenica e sonora della Poderosa Orchestra, che lo accompagna anche dal vivo con un impatto garage-punk avvolgente e viscerale.

Dieci tracce come dieci soglie narrative, attraverso cui Carlomagno si muove alternando riflessione e furia, citazionismo colto e istinto primario. Ultramondo è una raccolta di canzoni che funziona come una mappa paradossale: ogni brano è una stazione di passaggio in un territorio in cui le esperienze non sono più vissute ma simulate, dove il contatto con l'altro si frammenta nel riflesso digitale, e dove la memoria non si deposita ma si duplica.

La cifra stilistica del disco si colloca in una terra di mezzo affascinante: un crocevia tra alternative rock angloamericano, urgenza punk, canzone d’autore italiana e una poetica che sa muoversi con naturalezza tra riferimenti filosofici, teologici e letterari – da Nietzsche a Montale, da Agamben ai fumetti pulp. Non è un esercizio di stile, ma una necessità narrativa: quella di restituire un mondo che non è più fatto di cose e persone, ma di archetipi, idoli e proiezioni.

Carlomagno disinnesca automatismi, sovverte narrazioni precostituite e insinua dubbi. Il suo Ultramondo è una denuncia dolente e vibrante della digitalizzazione dell’esperienza, una riflessione su come il privato si pieghi e si deformi sotto la pressione del politico, e su quanto le nostre mitologie personali condizionino – spesso senza che ce ne accorgiamo – desideri, aspettative, paure.

Il risultato è un’opera stratificata, urgente e sorprendente, che riesce a essere concettuale senza rinunciare alla potenza del suono e alla bellezza della forma-canzone. Un esordio che segna una voce già matura e necessaria nel panorama dell’indipendente italiano. Carlomagno entra in scena con passo sicuro, portando con sé un mondo che parla del nostro, ma da un altrove lucidamente inquieto.

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La recensione Ultramondo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-05-26 18:54:57

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