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DESCRIZIONE
Sono stato portato via da due figure dall'apparenza umana, irrotte nel mio appartamento a notte fonda. Erano bardate di un completo nero: borsalino in testa; volto coperto da occhiali da sole e sciarpa attorcigliata alla bocca; trench abbottonato, pantaloni e mocassini. Non ho opposto resistenza: avevo accettato l'evento come fosse la conseguenza di un ordine superiore e razionale. Sapevo già, insomma, che Worms aveva fornito indicazioni su di me ai suoi sottoposti; e sapevo anche che, prima o poi, avrei commesso un altro errore. Ricordo, infatti, di essere stato prelevato da quelle stesse figure in passato, mentre ero steso su un deserto di gusci di noce: avevo spaccato tre frutti e ne avevo mangiato il gheriglio. Questa volta, invece, mi hanno preso mentre ero steso sul divano di casa: io ero al centro e i due coinquilini ai miei lati; i nostri occhi erano semichiusi a fissare l'unica luce emessa dalla televisione a tubo catodico, viva e parlante davanti a noi: la sintonizzazione era su Rai3, maratona di Blob, dicorso di Berlusconi del '94: la leggendaria «discesa in campo». Ho un vuoto, però, sulla mia discesa delle scale di casa insieme ai due tizi. Al momento del prelievo, mentre volgevo lo sguardo ai miei coinquilini rimasti immobili nell'accettazione di quell'ordine, mi è balzato in mente l'incontro in un fast food bangladese, avvenuto prima che rientrassi in casa, con W., proprio dietro l'angolo della via: tra le quattro pietanze disposte in fila sul bancone di ferro, su piatti rettangolari, ho scelto per lei, mia ex compagna, polpette di spinaci. Sono stato condotto fuori di casa senza costrizione, benché in fretta; sono stato caricato sul retro di un furgoncino bianco da una delle due figure mentre l'altra si era già messa alla guida. Perché mi hai dovuto abbandonare, W.? L'interno del furgone era nettamente più grande di quanto potesse essere percepito dall'esterno, a portiere aperte. Al centro del vano era posizionato un materasso su una brandina di ferro; e lì sono stato fatto stendere. In quel frangente, il furgone era già in moto. Ho chiaramente percepito tutti i rimbalzi degli ammortizzatori sul mio corpo, sulla mia schiena, ogni volta che le gomme incontravano le buche nell'asfalto, come fossero stati bastonate. È questo ciò che devo sopportare, W.? Non mi è stata rivolta parola dalla figura rimasta accanto a me, né io l'ho rivolta a lei. Il tempo scorreva a salti durante il viaggio. È accaduto, però, che quella figura si stendesse proprio sopra di me, nella mia stessa posizione, con il volto rivolto al soffitto, e che afferrasse il lembo sinistro del materasso con la mano destra compiendo una torsione: riconducendo il lembo a sé, era riuscita ad avvolgere entrambi nel materasso con una rotazione che, aiutata dal rinculo di un ammortizzatore, ha avuto l'effetto di farci sbattere sul lato destro del furgone, spingendoci di rimbalzo verso il centro. In un attimo, sul pavimento si è aperto un varco dal quale ho nettamente distinto il mare di asfalto in movimento. Ci siamo finiti dentro.
ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone Melancholic Journey si trova nell'album Worms uscito nel 2025 per Teletaú Records.

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L'articolo Simone Felici - Melancholic Journey di Simone Felici è apparso su Rockit.it il 2025-07-21 14:59:06
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