Nosedive Session

Nosedive Session

submeet

2020 - Industrial, Dark, Punk rock

Descrizione

Nosedive Session è il nuovo EP live dei submeet, disponibile dal 4 dicembre 2020 per Lady Sometimes Records, che segue l’album d’esordio Terminal pubblicato a inizio anno.

Terminal, l’album d’esordio pubblicato il 24 gennaio 2020 su Lady Sometimes Records, ha acceso i riflettori sui submeet come una delle realtà più rilevanti in ambito rock non solo in Italia, ma anche – e forse soprattutto – in ottica internazionale. Come molte band che hanno dato alle stampe i loro lavori quest’anno, tuttavia, anche il trio mantovano ha dovuto fare i conti con il lockdown e l’impossibilità di potersi esibire dal vivo. Il tour lungo la Penisola sta riprendendo soltanto adesso. I submeet (Andrea Zanini aka Zannunzio, Andrea Guardabascio e Jacopo Rossi), però, non sono certo tipi da lasciarsi scoraggiare e, non potendo abbracciare il proprio pubblico, hanno deciso di traslare l’esperienza live in studio con l’EP Nosedive Session, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 4 dicembre 2020 sempre per Lady Sometimes Records, mostrando una volta di più la natura viscerale e la potenza di fuoco di una formula che mescola con assoluta perizia gli stilemi del post-punk con gli elementi noise innestati nelle impalcature dei brani. Il risultato sono quattro canzoni già contenute nell’album d’esordio Terminal – la stessa Terminal, Capsule Hotel, Boelcke e White Arms – e qui riprodotte dal vivo, come se i submeet stessero suonando sul palco di fronte a una platea gremita. Una dimostrazione ulteriore di cosa ci aspetta quando potremo tornare a sentirli di persona e provare l’esperienza di un loro concerto arriva dai video della session in questione, filmati da Ilenia Arangiaro e Annalisa Iembo. Va rimarcato che il team di Nosedive Session è il medesimo che ha visto nascere Terminal: la registrazione dei pezzi avvenuta il 27 luglio 2020 presso La Buca Recording Studio di Montichiari (Brescia) è a cura di Davide Chiari (Centuries Reverb), mentre il master è stato affidato a Stefano Vanoni (Saturn Masters). Nel sound dell’album Terminal si incontrano appunto il post-punk e il noise, con riferimenti a band quali A Place To Bury Strangers e quei Preoccupations con cui i submeet sono da tempo in contatto e hanno avuto l’onore di suonare insieme. Ma lo stile del terzetto lombardo si spinge oltre: da clangori ieratici che esplodono in sfuriate fuori controllo – accade nella title track Terminal – ad approdi meno spigolosi, subitanei cambi di passo, schegge impazzite di punk rumorista (Boelcke), latenti retaggi shoegaze (White Arms), cavalcate notturne in spazi urbani abbandonati (Capsule Hotel), incubi in stile Cronenberg di carne e metallo. Terminal è un album dalle coordinate nette anche a livello di immaginario. I submeet, infatti, sono entrati in uno dei luoghi più rumorosi che esistano: il terminal di un aeroporto, con le voci e le urla dei passeggeri che si sovrappongono al frastuono dei velivoli che atterrano o decollano. “I brani parlano del rifiuto della condizione alienante sottoposta da una società post-industriale in cui non ci riconosciamo, ma di cui parliamo lo stesso linguaggio fatto di rumori metallici, distorti e assordanti. Terminal come morte, in generale. Morte dell’uomo come morte di coscienza, intelletto, autenticità e libertà di pensiero. Terminal anche come ‘terminale’, ovvero schermo/monitor in cui la società moderna in cui viviamo oggi si riflette. L’accezione aeroportuale del termine, invece, volge a uno spiraglio di speranza; è una fine, sì, ma da cui si può ripartire e ricominciare”.

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