Greatest Hits

Greatest Hits

Triciperatopi

2015 - Indie, Demenziale, Alternativo

Descrizione

Con somma gioia noi Triciperatopi presentiamo il nostro primo album, Greatest Hits. Un prodotto autoprodotto, una lavorazione lunga e travagliata, ma siamo troppo contenti del risultato. E adesso ve lo spieghiamo.

L’idea che ci sta dietro.
Ci piace pensare che l’idea di questo disco sia... [Inserire idee artistiche]

La produzione.
Il disco è autoprodotto da noi stessi Triciperatopi. Abbiamo fatto la preproduzione di un po’ di canzoni, ma ne abbiamo registrate solo alcune perché, insomma, i soldi son pochi. E abbiamo pensato che fosse meglio fare dischi più brevi ma farli uscire più frequentemente. E così abbiamo già delle preproduzioni pronte per il prossimo album! L’abbiamo registrato in vari studi e mixato e masterizzato da Alex Chiodini a Magenta (MI).

I partecipanti.
Ci sono tutti i Triciperatopi (chitarre, tastiere, basso, batteria e percussioni, tromba, voci) e alcuni ospiti: Jonathan Norani al sassofono (in Vico e Carla) e DJ Puri che fa rap alla grande in Orlando la Matrice.

La distribuzione.
Abbiamo fatto stampare dei CD con un bel libretto, che vendiamo ai concerti. E qui finisce la distribuzione fisica. Ci siamo buttati anche sulla distribuzione online su Spotify, iTunes, Google Play, Amazon. Gestire da soli tutta la faccenda della stampa, della tipografia, della Siae e dei suoi bollini, degli aggregatori online non è stato facile. In compenso adesso ne sappiamo a pacchi e possiamo inserirlo nei nostri curriculum.

Il titolo.
Greatest Hits. Tanti album si chiamano così. Di solito sono grandi raccolte dei più grandi successi di un musicista. Una compilation delle sue registrazioni più famose, pubblicata dal suo editore quando ormai è affermato e la maggioranza dei suoi successi sono alle sue spalle. Il nostro primo album, autoprodotto, senza editori né etichette discografiche, con registrazioni inedite, si chiama proprio Greatest Hits. Evidentemente c'è un errore.

La copertina.
La foto ritrae Mastro Mangianastro, un amico che ci siamo costruiti a partire dal mangianastri di una vecchia autoradio. Mastro Mangianastro è ospite fisso nella nostra sala prove; il suo sguardo allegro ci è di ispirazione e il suo sorriso benedicente ci è di conforto nelle asperità.
Fotografia di Francesca Fiacco, elaborazione grafica di Andrea Siour Grassi, il chitarrista quello coi dread.

Le canzoni.
1. Vico Lo Cieco. La triste storia di Vico, che è cieco ma vede con gli occhi del cuore. E ottiene la cittadinanza ceca, quindi è un cieco ceco. Rock jazz denso di emozione.
Il mio pensiero corre lontano, ma non mi muovo che di un palmo di mano.
La mia vita ad un vascello comparo, come farò senza faro?
Come farò senza faro?

2. Problemi ed incombenze di un giovane odobenide delle isole Parry. La triste storia di un tricheco complessato per la dimensione delle sue zanne. Partirà per un lungo viaggio alla ricerca di un riscatto. Ska, punk, techno, gospel, rock’n’roll in quest’ordine.
Come John Lennon mi sento di dire “I am the warlus”
Per via delle zanne costretto a patire incassare e fuggire.

3. About Carla. La triste storia di una giovane band in difficoltà. Come scrivere una canzone d’amore per una fanciulla dal nome impronunciabile? Scoppiettante latino-americano.
È davvero complesso comporre una canzone insieme al complesso
per una ragazza di cui si ha un complesso d’amore e d’amplesso.

4. Risotto ai funghi. La triste storia delle insidie del risotto, dei pericoli dei funghi. Reggae un po’ arrabbiato.
Odio il risotto ai funghi con un po’ di parmigiano qua e là.
Se poi con un Tavernello, meglio andare al macello che mangiare il risotto di Babylon.

5. Orlando la Matrice (con DJ Puri). La triste storia di Orlando che gliene dice quattro a questi giovani d’oggi che ascoltano musicaccia. Base composta e prodotta dai Triciperatopi, con la collaborazione ai testi del grande DJ Puri. Un’ode alla classica, un hip-hop alla Chopin.
Rococò, ma che belli questi intarsi
Cocoricò, un capanno in cui stiparsi.
Ed in mezzo al mondo che degrada
niente paura, t’indico la strada.
Al diavolo la disco e il suo ritmo monotono
le mostro le terga e incastro il monocolo.

6. Stracciotempo. La triste storia di un ragtime scritto in Italia, e tradotto quindi con Stracciotempo. Riesco a farti divertire con uno strumentale per piano solo, registrato alla buona in salotto? Un esercizio di stile. Scott Joplin, Beethoven e l’intramontabile Gigi D’Alessio.
Pling, plim plim plim.
Plim plim pling.

Credits

Andrea Rainoldi, voce e tastiera
Andrea Grassi, chitarra e armonica
Mattia Lovati, chitarra e ukulele
Fabio Garavaglia, tromba e percussioni
Fabio Millefanti, basso e coretti
Federico Picetti, tastiere e balletti
Francesco Picetti, batteria e colpetti

Prodotto in proprio, ovvero in cantina.
Pazientemente mixato e masterizzato da Alex Chiodini presso ChiodoStudio, Magenta MI.
I sassofoni bellissimi sono di Johnatan Norani, a cui va la nostra totale riconoscenza.
Testo e musiche dei Triciperatopi.
Il testo di Orlando La Matrice è anche di Stefano Puricelli, in arte DJ Puri, che ha pure cantato! Bravissimo!

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia