Biografia Viva Buendìa

Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. […]

Corre l’anno 2006 ed in una cantina di Varazze un gruppo di giovani si ritrova con la voglia di suonare musica folk (o meglio, “combat folk”) e di creare uno spettacolo che diverta e faccia ballare il pubblico, così come la carovana di zingari portava il ghiaccio e le meraviglie per il divertimento degli abitanti di Macondo.

Forte è l’influenza della musica da ballo tradizionale occitana ed irish. Si va così delineando uno spettacolo a base di polke, chapelloise, circolo circasso, sette salti, reel, jig, a braccetto con un repertorio di cover, rivisitate in chiave “Buendía”, attingendo da artisti come i Modena City Ramblers, la Bandabardò, Vinicio Capossela, Daniele Silvestri e Fabrizio De Andrè. Pian pianino le cover lasciano spazio a brani originali, rigorosamente cantati in italiano, e risuona forte nelle orecchie dei Buendía, nell’immaginare i propri pezzi, la ghironda dei Lou Dalfin, l’organetto dei Lou Seriol, il ritmo di Davide van de Sfroos, ma anche la potenza dei Dropkick Murphys, il tiro dei Flogging Molly ed il bordello dei Gogol Bordello!

I Buendía portano quindi il loro spettacolo ironico e festoso in giro per la Liguria, facendo ballare, spesso in maniera scomposta e disordinata (come piace a loro) varie piazze. Da sempre sono impegnati socialmente e politicamente, partecipano ad iniziative di Emergency, Festival de L’Unità, Festa di Liberazione, Veleggiata Antimafia alla presenza di Giovanni Impastato (fratello di Peppino). Numerose le collaborazioni con l'amico Don Gallo. Nel 2007 in occasione del centenario della CGIL I Buendía hanno realizzato la canzone Red Century che prende ispirazione dalla rosa omonima intesa come oggetto fisico e come simbolo metaforico di libertà, legalità e condivisione di un ideale; la canzone è stata presentata ufficialmente alla festa del 1° maggio a Sanremo. Dal 2007 partecipano con entusiasmo alla festa organizzata dai genovesi “Creativi della notte” - Music For Peace, non mancando mai l’occasione di suonare con la fedele “costola” dei Modena City Ramblers (Francesco "Fry" Moneti- violinista, Dudu- voce e chitarra, Betty Mezzani- voce Massimo “Ice” Ghiacci- chitarra e basso e più recentemente Daniele Contardo- organetto diatonico) sempre presente all’evento.

Nei primi mesi del 2012 inizia la conta, parte il gioco, i Buendía incominciano ad uscire dal loro “nascondino”, e ad agosto esce l’album Liberi tutti. Registrato dal grande Ricky Pelle, a Genova; un progetto che cerca di esprimere la voglia di divertire e di divertirsi della band, e di rimandare un po’ di quell’entusiasmo e di quell’energia che in questi anni il pubblico ha donato ai sei componenti del gruppo.

[…] Tuttavia, prima di arrivare al verso finale, aveva già compreso che non sarebbe mai più uscito da quella stanza, perché era previsto che la città degli specchi (o degli specchietti) sarebbe stata spianata dal vento e bandita dalla memoria degli uomini nell'istante in cui Aureliano Babilonia avesse terminato di decifrare le pergamene, e che tutto quello che vi era scritto era irripetibile da sempre e per sempre, perché le stirpi condannate a cent'anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla terra.

Attenzione, perché portati dal fischio di locomotiva arrivano i Buendía!

---
L'articolo Biografia Viva Buendìa di Viva Buendìa è apparso su Rockit.it il 2012-09-09 22:46:41