Stefano AttuarioBABELE2025 - Gotico, Dark, Alternativo

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Tra gothic rock, simbolismo e visioni notturne, un disco denso e inquieto, che trasforma il caos interiore in linguaggio emotivo.

Babele è il titolo del disco con cui Stefano Attuario ha deciso di chiudere un anno ormai giunto agli sgoccioli. Anticipata nel corso del 2025 dai singoli InsettiAmen e Arianna, la seconda prova sulla lunga distanza del musicista comasco, classe ’74, mette in fila nove tracce che vagano come spiriti senza fissa dimora all’interno di atmosfere claustrofobiche, perennemente coperte da fitte nebbie vespertine.

Tenendo il proprio sguardo fisso sul romantico fatalismo del gothic rock (Saliva NeraMorfina e Marlene), Babele si apre infatti alla neopsichedelia dei Brian Jonestown Massacre (Insetti), alla grezza oscurità garage à la Black Rebel Motorcycle Club (Morfina 30 denari), fino a sconfinare in un post-rock dal forte retrogusto cinematografico, non lontano dalle suggestioni dei Mokadelic (Amen).

Questa vera e propria costellazione di opalescenze sonore, tutte incastonate in quel gigantesco filone aurifero che risponde al nome di "rock alternativo", prende forma grazie a chitarre atmosferiche e riverberate, poderosi giri di basso distorto e tappeti di batteria dal taglio secco, quasi industriale. Un impianto sonoro costruito da Attuario insieme al producer Riccardo Zanotti, capace di sostenere senza cedimenti l'indubbio pathos presente in questo disco.

Strumentali cupe e introspettive, su cui il musicista lombardo adagia strofe che, tra simbolismo e continui riferimenti religiosi e letterari, affrontano tematiche dal respiro universale: dall'emarginazione veicolata dalle oppressive storture della nostra società (Insetti) alla necessità di salvarci dai meccanismi distruttivi dei rapporti tossici (Saliva Nera), passando per l’idea che traumi ed esperienze sconvolgenti siano anche preziose occasioni di crescita personale (Iris) fino alle insidie che si celano dietro l’apparente seduzione dei piaceri terreni (Babele).

Nonostante a tratti si aggrovigli attorno a una poetica un po' troppo arcana e cabalistica, Babele è un disco che stimola le nostre meningi tanto sul piano musicale quanto su quello lirico. Un lavoro tutt’altro che istintivo o abbozzato ma cogitato, cesellato e costruito con cura. Qualità da non dare affatto per scontate, vista la natura quasi completamente autoprodotta dell'album. 

Un’ulteriore conferma di come Stefano Attuario non sia soltanto un musicista solido e ispirato, ma anche un autore animato da una profonda curiosità culturale, capace di riversare nelle sue canzoni un immaginario ricco, personale e mai banale.

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La recensione BABELE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-12-28 00:05:08

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