Carmen Consoli Mediamente Isterica 1998 - Rock, Alternativo

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Il ritorno lucido e decadente della cantantessa in dodici ritratti femminili.

Non più confusa e felice. Il ritorno di Carmen Consoli è lucido e decadente. Un disco sorprendente per vari motivi. Il songwriting delle cantantessa fa passi da gigante ad ogni nuova puntata della sua discografia. Se pensiamo al tono dimesso del primo album e allla fragorosa esplosione del secondo, questo album è esattamente l'anello Mancante di una catena che speriamo non si chiuda qui.

Troviamo una Carmen disillusa, che fotografa sobria e schietta la realtà che osserva o che vive, senza aprire la porta alla speranza. Nelle foto del libretto la troviamo sola e congelata che vaga per uno strano supermarket in cerca di qualcosa. Ha uno sguardo sperduto, ma niente in confronto alla foto sul retro del cd in cui Carmen sembra decapitata... come se fosse andato male il viaggio nel supermercato in cui si trovava – "Ho pagato fino in fondo" è la frase che conclude Sentivo L'odore –.

Ecco, quindi, l'avventura di Carmen nel mondo della musica: da sirena sognante sulla copertina, a persona consapevole e ferita che non si illlude più così facilmente rappresentata nell'ultimo scatto.

Dodici racconti, dodici ritratti femminili raccontati con una band ormai coesa che suona tutto l'album. Solo il basso viene suonato a turno da Enzo Ruggiero, Salvo Cantone – già incontrato al fianco di Brando – e la stessa Carmen che propone un giro nervosissimo in Geisha.

Musicalmente si passa dall'attacco tarantiniano di Puramente casuale – un pezzo sullo stile di Venere, melodia dolce che accompagna un testo pieno di rabbia di disprezzo –, agli sprazzi ternari alla Pearl Jam di Contessa Miseria, con un attacco brutale contro la chirurgia estetica e l'incapacità di accettare lo scorrere del tempo. L'inzio di Sentivo l'odore ricorda vagamente Ava Adore, mentre Eco di sirene si apre in un ritornello di puro rock'n'roll.

Emozionante e profondo, concede al grande pubblico soltanto la facilità di ascolto del primo pezzo Besame Giuda. Il finale dissonante che chiude il disco lo dimostra.

Carmen tocca le punte di intensità quando canta la rabbia e l'impotenza, o la rabbia che deriva dall'impotenza come in Autunno Dolciastro, L'anello Mancante, e in Ennessima Eclisse, una lettera dall'inferno in esilio forzato. Emozionante anche il grido disperato alla Cobain alla fine di Geisha.

Non si ferma Carmen, ogni disco è un passo avanti che mantiene sempre sintonizzata la frequenza all'altezza delle emozioni forti. La cantantessa sta diventando grande e comincia a guardare la realtà senza chiedersi il senso delle cose. Un solievo per chi credeva facesse un disco facile e per le grandi masse. Ma Carmen non è Courtney Love e questo è il disco più cupo e più bello della catanese.

Insieme a Cristina Donà le più belle realtà femminili in Italia.

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La recensione Mediamente Isterica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-10-31 00:00:00

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