99 Posse La vida que vendrà 2000 - Rap, Indie, Hip-Hop

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Sono ancora indeciso sul giudizio definitivo da dare a 4° capitolo (senza considerare i due dischi realizzati con i Bisca) della storia 99 Posse. Sono certo però che l'album con cui la formazione napoletana inaugura il millennio è decisamente più interessante dello sfuocato e inclocudente "Corto Circuito", pur se le 'sbandierate' cifre di vendita non avallano la mia affermazione. Ma tant'è, anche i 99 Posse nelle note stampa mettono l'accento sul loro 'corto circuito', ovvero su un disco che li ha portati alla ribalta della massa. E non è certo questa la colpa (e lungi da noi dal pensarlo), bensì il fatto di aver perso quella freschezza che, sia nel disco d'esordio che nel potentissimo live condiviso con i Bisca, avevano dimostrato di possedere.

Non posso negare che un brano come "L'anguilla" sia il singolo del momento e che al sottoscritto piaccia molto, soprattutto per i beat che non mi sarei mai aspettato da 'O Zulù & co.. Il problema è che l'album non convince totalmente ma, a differenza del precedente, non ho problemi a riascoltarlo più volte dall'inizio alla fine. Certo ci sono pezzi che avrebbero alleggerito il carico rendendo il disco più 'credibile'; mi riferisco al finto divertissement di "Comuntwist", alla lagnosissima (anche nelle liriche!) "Povera vita mi"a e all'esperimento 'subsonico' di "Esplosione imminente". Tutto il resto è invece gradevole: l'apertura di "Comincia adesso" e, a seguire, di "Sfumature" illudono positivamente sull'intero groove sonoro che potrebbe caratterizzare l'album.

Gli esperimenti funzionano nel caso di "All'antimafia" (non sembra vero riascoltare 'O Zulu che rappa!), della ballata bristoliana (!) di "A una donna" e dell'assalto techno-core di "Yankee go home" (dove nel finale troverete una citazione del Cossiga d'annata). Da ricordare anche la collaborazione con General Levy in "Some say this some say that", intermezzo al ritmo di un giamaican cazzeggio style.


Il disco si chiude con la cover di "El pueblo unido", cavallo di battaglia degli Inti Illimani, che più o meno sta ai 99 Posse come "Bella ciao" sta ai Modena City Ramblers. Il problema sta però nelle proporzioni: più tempo passa, meno credibilità (non solo sul fronte dell'impegno politico) continuano ad avere.

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La recensione La vida que vendrà di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-05-27 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • alfonso.arciero 11 anni fa Rispondi

    e aggiungo anche che il modo in cui venne usata la voce di Cossiga in YANKEE GO HOME è geniale! una vera a propria lezione su come fare musica e lasciare un commento politico incisivo.. stessa cosa per 'povera vita mia' ma che razza di aggettivo è 'gradevole' per un album di questo genere?

  • alfonso.arciero 11 anni fa Rispondi

    ma chi ha recensito questo album che cosa aveva ascoltato fino ad allora? grande innovazione e sperimentazione su tutti i fronti, uno dei CD più importanti della musica italiana degli ultimi 20 anni recensito in maniera così approssimativa e disinteressata. ascolta altro! e cmq definire corto circuito un CD inconcludente è assurdo, contiene fra i testi più belli mai scritti da un artista italiano ed era pieno di trovate originali e molto eclettico...ma che cosa ha ascoltato? BAH