I 50 migliori dischi del 2020 fino a mo'

Sono stati sei mesi discretamente di merda, ve ne sarete accorti. Ma la buona musica italiana non è mancata: qua trovate la migliore, per noi

Sono stati sei mesi parecchio assurdi, infami per molti. Dopo i primi fuochi d'artificio di gennaio – periodo in cui di solito non manca la buona musica – e febbraio, subito dopo aver celebrato un Festival di Sanremo che ha dato notevole spazio alla restaurazione, è calato il buio. Il Covid – e purtroppo, con ogni probabilità, siamo solo agli inizi – ha avuto ripercussioni durissime sul mondo della musica, su quella dal vivo e non solo.

Molti progetti sono stati rimandati, sospesi o ripensati. Quelli che sono usciti hanno dovuto farlo con una promozione ridotta ai minimi termini, un handicap non di poco conto. Nonostante questo, buoni dischi ne sono stati realizzati eccome. Qua sotto trovate la selezione dei migliori 50 fatta dalla redazione di Rockit: sono in ordine del tutto casuale e al loro interno contengono un prezioso link alla nostra recensione e all'ascolto della tracce. Enjoy! 

Marco Giudici – Stupide cose di enorme importanza

Marco Giudici alterna sussurri a disperati sfoghi in cui esce tutta quella frustrazione dell'immobilità che, senza volerlo, colpisce ancora di più visto quello che stiamo vivendo. Il risultato, Stupide cose di enorme importanza, un disco pop dall'eleganza sublime, una conversazione intima all'interno di un confessionale immaginario.

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Rareș – Curriculum Vitae

In questi undici brani è solo la componente lirica ancora a essere traballante, mentre tutto quello che c'è attorno è talmente collaudato da non sembrare un disco di esordio, tanto meno di un ragazzo,  Rareș, poco più che ventenne. Con un Curriculum Vitae così, noi lo assumeremmo subito, senza aver bisogno di vedere altri candidati.

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Calibro 35 – Momentum

Momentum è la sintesi di tutto il corpus artistico dei Calibro 35, dieci tracce che si ergono sul glorioso funk da poliziottesco anni ’70 che ne ha segnato gli inizi per muoversi verso altri lidi, da visioni cibernetiche da sci-fi a viaggi oltreoceano verso l’hip-hop della East Coast e strizzate d’occhiolino a quella nuova ondata di jazz sperimentale che sta fiorendo in Inghilterra.

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Lucio Corsi – Cosa faremo da grandi?

Cosa faremo da grandi? è l’ennesima bellissima prova di Lucio Corsi. In pochi, come il cantautore toscano, sanno descrivere una storia che sembra vera e inventata allo stesso tempo, inventare personaggi che potrebbero popolare la Maremma glam che Lucio sembra abitare come stato mentale nella propria testa.

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Colapesce e Dimartino – I mortali

Frammenti di caducità, di quella condizione umana oggettiva che finisce per celebrare la vita per quanto precaria, incontrano un approccio collettivo alla costruzione del suono: l’attitudine alla collaborazione dei due cantautori siciliani ha caratterizzato buona parte delle loro carriere, finendo per diventare il fulcro di questo disco, I Mortali.

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Birthh – WHOA

Più che un urlo di speranza, Whoa, il nuovo album di Birthh, è un grido di liberazione per una ragazza che ha finalmente imboccato il proprio percorso, ha trovato una dimensione artistica personale e calzante con la propria figura allontanandosi dai toni seppia del debutto per lasciar spazio a tutta una serie di nuove sfumature, ancora tenui ma sorprendentemente brillanti.

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Pufuleti – Catarsi Aiwa Maxibon

Esistono due modi per essere forti col rap: avere la tecnica oppure avere stile. Poi c'è chi ha sia l'una che l'altra ed è ascrivibile al titolo di MC. Catarsi Aiwa Maxibon (e già il titolo da solo è il culto più totale) riprende dove si era interrotto lo scorso Tumbulata, offrendoci un more of the same che non può non convincere chi è rimasto stregato dal gusto e dallo stile di Pufu.

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Ghemon – Scritto nelle stelle

Artisticamente, tutto sommato, Scritto nelle stelle ci propone il solito Ghemon, la differenza sostanziale risiede nella persona. Un Gianluca diverso, effettivamente preso bene, ma in seno a quell’allegria non dovuta all’amore, all’aver trovato una relazione stabile, quando all’essere riuscito a uscire indenne da una tempesta.

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Clap! Clap! – Liquid Portraits

Liquid Portraits è un lavoro che punta tutto sulla sua capacità evocativa di scenari esotici attraverso intricati incroci ritmici, arpeggi orientali, beat sognanti e i field recording realizzati da Cristiano in persona. L’ecosistema musicale che viene a crearsi racconta varie tappe nel percorso di vita di Clap! Clap!, toscano di nascita ma cittadino del mondo.

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Populous – W

Il titolo è emblematicamente W, singola lettera con un significato ben preciso confermato dal diretto interessato: ufficialmente sta per Women. Il concept che spinge le dieci tracce è un omaggio di Populous alla femminilità nella sua forma più eterogenea, ironica e queer, fondendo paesaggi sonori e luoghi geografici in un viaggio psichedelico.

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L'articolo I 50 migliori dischi del 2020 fino a mo' di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2020-07-02 09:43:00

COMMENTI (3)

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  • LSdC 4 anni fa Rispondi

    Oltre a Benvegnù, aggiungerei:
    - The Dining Rooms - Art Is A Cat
    - Germanò - Piramidi
    - Il Mulo - Fingo Di Non Vederti

  • daddyrho 4 anni fa Rispondi

    Scusate ma Benvegnù dov'è?

  • gagia 4 anni fa Rispondi

    Ciao, concordo con molte delle scelte fatte ma manca il più bel disco dell'anno finora: Paolo Benvegnù "Dell'Odio Dell'Inncocenza"