Come le canzoni del centro estivo hanno sconfitto l'algoritmo

Dall'oratorio di fronte casa prosegue senza tregua il bombardamento di "Batticuore - Gira la testa", sigla "christian-punk-rock" di questa stagione estiva. Tra bimbi che ballano sui balconi, coreografie e migliaia di view su YouTube, un viaggio tra i tormentoni devoti

Frame della hit in question
Frame della hit in question
05/07/2022 - 14:47 Scritto da Dario Falcini

L'altro giorno ho assistito a uno scambio molto proficuo tra mia figlia e la sua migliore amica da balcone, Viola detta Violetta. Entrambe sui quattro anni, non si sono mai incontrate per strada ma mantengono una relazione strettissima lungo i 15 metri d'aria che separano i nostri due palazzi dirimpetti. Mia figlia a un certo punto ha chiesto a Violetta – nessun altro la chiama così, non sono nemmeno certo apprezzi il vezzeggiativo – quale fosse la sua canzone preferita. Sono rimasto ad ascoltare, in attesa di una risposta. Che mi immaginavo di uno di questi tre tipi: musica da bimbi, da cui però dopo i tre anni soprattutto le femmine cercano di prendere le distanze, pezzo di Sanremo (sì, ancora maledizione), tormentone estivo particolarmente precoce ed efficace.

Violetta ha stupito tutti: Batticuore gira la testa. Com'è possibile che non la conosciamo? Mia figlia era spiazzata, io vilipeso. Mi sono inserito nella conversazione. "E come fa?", le ho chiesto, rivolgendo per la prima volta la parola a un vicino di balcone dai tempi del lockdown. "Batticuore gira la testa", ha esordito, con convinzione. "Batticuore come una giostra, batticuore come benzina". 

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A quel punto ho capito. Autoshazzamandomi sono risalito al brano, al luogo e al contesto in cui l'avevo sentito. Esattamente quello in cui mi trovavo in quel momento, e in cui a luglio a Milano con dei bimbi piccoli in casa mi trovo sempre più spesso. Il balcone. Perché quel brano lo sentivo da tre settimane tipo tre volte al giorno. È la "sigla" dell'oratorio Santa Rita, gigantesco ecomostro della fede che sta a pochi passi da casa mia, cantata di recente anche dal local hero Marracash nella sua Noi ("Eravamo in Santa Rita a far benza / Quando abbiam sentito gli spari in viale Faenza"). 

Una musica che per me, ed evidentemente anche per Violetta, non è riconducibile a volti e fino a quel momento nemmeno un titolo, ma che scandisce in maniera preziosa le mie giornate. La prima volta viene irradiata alle 9 circa, dopo un primo sermoncino di cinque minuti di una voce che non ho ancora stabilito se provenga da un prete molto sciallato o da un animatore molto pedante. Poi, dopo una mattinata tra il ludico e l'eucaristico, lancia la pausa pranzo con la stessa hit. A volte ritorna anche alle 15 e 30 quando finisce la pausa pranzo degli animatori e riprendono le "ostilità". Infine chiude in bellezza la giornata, verso le sei.

Il pezzo, diciamolo subito, spacca. È una specie di christian rock che potrebbe starci nella discografia dei Bunch of Believers (qualcuno che li ricorda?!), o magari trovare un posticino nella storia della nostra musica devota. Per altro perfettamente aderente ai tempi, con quella ventata di recupero power pop/pop punk, al netto dell'emo e di ogni richiamo al malefico. 

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Inizia così il mio viaggio nel mondo della musica da oratorio, molto meno breve e irrilevante di quel che avrei creduto. Anzitutto scopro che Batticuore - Gira la testa non è un pezzullo random creato magari da una band liceale legata a Santa Rita, ma una canzone creata per questa stagione oratoriale dall'Oratorio di Trezzano sul Naviglio, poco fuori Milano, sempre a Sud della città, e promosso dalla Pastorale Giovanile dell'Arcidiocesi di Milano, in pratica il sistema degli oratori cittadini.

Che ha una potenza di fuoco mica da ridere. Infatti il pezzo in poche settimane ha quasi 200mila visualizzazioni su YouTube, quattro al giorno per ogni oratorio della città più quelle di tutti coloro che abitando nelle vicinanze si sono ingegnati per capire cosa sia la canzone che stanno ascoltando ininterrottamente da metà giugno. Inoltre, particolare da non sottovalutare, il pezzo ha una sua coreografia. Sono quasi certo che una buona fetta dei ragazzi e delle ragazze dell'oratorio la replichino a ogni ascolto anche nell'oratorio vicino casa mia. 

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Non solo, di pezzi come Batticuore ce ne sono molti. Tutti con il loro balletto, immediato e coinvolgente e tutti con numeri affatto piccoli anche in Rete. L'anno scorso fu la volta di Oratorio Party, ad esempio. Lì si puntava sul funky, scelta apprezzabile ma forse non azzeccatissima quando si punta all'evangelizzazione del grande pubblico.

L'eterna replicabilità, insomma, funziona anche in ambito episcopale, un po' come per i brani estivi o per Sanremo, capace di produrre dei terrificanti long tormentoni di 12 mesi di durata sui bambini. D'altra parte, se è vero che in Italia ci sono artisti – esempio 1esempio 2 – che sono usciti fisicamente dagli oratori e la cui musica talvolta pare non rimasta da quelle parti, ci sta anche che l'originale si prenda i suoi spazi, le sue views, le sue Violette.

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L'articolo Come le canzoni del centro estivo hanno sconfitto l'algoritmo di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-07-05 14:47:00

COMMENTI (1)

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  • pons 2 anni fa Rispondi

    @dfalcini Ahahha ma sai che credo di averla sentita anche io... devo chiedere alla prole