Festeggiamo con Cosmo la fine di questo mondo osceno

"La terza estate dell'amore" racconterà, con suoni e parole, un sistema che è collassato e l'urgenza di trovare un nuovo modo di stare assieme. Visioni di questo tipo sono tutto ciò che ci serve oggi, la colonna sonora di un'era che declina senza suscitare mezzo rimpianto

Un frame da 'Turbo/Attraverso lo specchio'
Un frame da 'Turbo/Attraverso lo specchio'

Che bello quando esce un album atteso. Per dare vita a un prodotto di questo tipo, un artista deve avere delle cose da dire. Per avere delle cose da dire, un artista – oltre che essere bravo – deve non aver detto troppe cose nell'ultimo periodo. E qui sta il difficile, perché tacere in questo momento storico è una pratica sempre meno praticata e di conseguenza rivoluzionaria. Eppure ogni tanto succede, e per una combinazione di casualità e pandemia – che ha cambiato i piani di molti artisti nell'ultimo anno e mezzo – di recente di dischi che hanno questa caratteristica ne sono usciti parecchi.

Proprio pochi giorni fa è stato il turno di Caparezza, di cui sono personalmente grande fan: uno che sparisce finché non ha buttato fuori tutte le viscere e poi ci si rivede tra quattro anni. Discorso simile per Massimo Pericolo, e a maggior ragione per un disco che vedrà alla luce tra pochi giorni: IRA di Iosonouncane, che non solo si è fatto i suoi 5 anni di silenzio tipo uno stilita, ma ora si è messo a cantare in una lingua che non tutti possono capire, tanto  ritiene (giustamente) preziose le proprie parole. E poi Marracash con Persona, Brunori, eccetera: merce rara insomma, ma l'estinzione è fortunatamente lontana. 

E poi c'è Cosmo. Che da ieri diventa il mio disco più atteso non dell'anno, ma di questa nuova era. Certamente c'entra il talento: Marco è super bravo, scrive benissimo, fa musica colta e al contempo incredibilmente empatica, circostanze che gli hanno permesso di "riscrivere" un genere, almeno per l'Italia. Già di per sé un ottimo motivo per rallegrarsi della notizia, arrivata ieri tramite canali non convenzionali – un post improvviso sui canali social, che annunciava un evento non meglio identificato da tenere in località quasi segrete (che erano poi il Magnolia e il Monk) –, di un suo nuovo disco.

Volantini al Circolo Magnolia
Volantini al Circolo Magnolia

Ma ancora una volta in questo articolo, il primo punto non è il vero punto (dopo quante volte l'uso di un artificio retorico, per giunta non particolarmente complesso, diventa stucchevole?). Perché personalmente la mia attesa, ed è grande, sta tutta nel tipo di album che Cosmo ha deciso di spedire sulla Terra, e sul messaggio che la navicella porterà con sé. Il disco si chiama La terza estate dell’amore, sono 12 pezzi con il solo feat. dell'amica Silvia Konstance ed uscirà il 21 maggio. Ne ho sentito solo qualche passaggio durante la diretta su YouTube che ieri pomeriggio rendeva disponibile a tutti ciò che solo i convenuti al Monk e al Magnolia potevano godersi dal vivo. In contemporanea, casse affisse in vari luoghi simbolici, da club a centri sociali, fino a parchi cittadini della penisola diffondevano "l'amore" nell'aria a sorpresa. 

Qua, per i più presi c'è il link del pre-order. Il resto me lo ha raccontato Marco, nostro inviato in zona Idroscalo, che ha documentato l'evento sul nostro profilo Instagram. 

Gente per il Cosmo 1 - foto Marco Previdi
Gente per il Cosmo 1 - foto Marco Previdi

Da quel che ho appreso l'album sarà un nuovo viaggione musicale, che prosegue nel solco tracciato con tutta evidenza da Cosmotronic. Troverete abbondanza di cassa dritta e dancefloor, momenti ambient e spirituali, un paio di ballate à la Cosmo che canteremo tutti nei prossimi mesi. Un gran bel disco, pur nella più che parzialità del giudizio. Poi lo ascolteremo, e lo ascolterete, e ne parleremo con più argomenti. Intanto leggete qua: è il "manifesto" del disco, che accompagnava copertina e tracklist durante l'insolito varo. 

La terza estate dell’amore è un’invocazione, più che una realtà. È una possibilità, ma anche una necessità.
Un qualcosa che deve accadere e che prima o poi succederà.
La prima Summer of Love era legata al movimento hippy di fine anni Sessanta.
La seconda al nascente movimento rave di fine anni Ottanta.
Oggi la necessità di socialità e amore collettivo si fa sempre più forte.
La pandemia e i provvedimenti per contrastarla hanno fatto a pezzi quelli che erano gli ultimi rimasugli di vita sociale, riducendola ai suoi minimi storici.
Ormai è chiaro: stiamo camminando sulle rovine di un sistema di valori che ha fallito e che deve essere spazzato via: quello dell’individualismo, della competizione, della crescita illimitata e del conflitto.
Ingiustizie, disuguaglianze, repressione e disastro ecologico sono i frutti di quel sistema.
La terza estate dell’amore è il manifesto di qualcosa che ancora non ha un nome.
Un corpo pulsante e desiderante che spruzza il suo sudore sull’etica del lavoro.
Un corpo erotico sbattuto in faccia al gelo di morte del capitalismo e della burocrazia, un ballo sulla carcassa di una società incapace di godere e di organizzarsi per essere felice. Una società che preferisce riempirsi di regole, leggi e divieti con lo scopo di individuare sempre un responsabile penale e parallelamente “mettersi in sicurezza”. Una società che mette il profitto davanti al coraggio e alla libertà e che ci vuole sempre più inoffensivi.
Andrà tutto bene, purché non arrechi disturbo alcuno.
La nuova dittatura passa attraverso questa ragionevolezza, e sta erodendo ogni piccolo spazio di autonomia.
La terza estate dell’amore è una pernacchia in faccia a chi nega l’essenzialità della festa e dello spirito di comunità. Non ce ne facciamo niente delle città cadavere, luoghi di morte dell’anima e del corpo. Le vogliamo cambiare. Vada a farsi fottere il pil, si fotta la Borsa.
Questo messaggio è dedicato a chiunque si sia visto rubare tutto il tempo migliore della propria vita, a chi crede nell’aggregazione e nello spirito di comunità, a chiunque voglia prendere questa grande macchina e sedersi accanto al pilota per farla rallentare, sostare, ripartire quando è il momento. Verso destinazioni ed esperienze altre.
Verso il futuro.

Tracklist
Tracklist

Di queste cose Cosmo aveva già parlato, con estrema efficacia, l'estate scorsa, quando un po' a sorpresa salì sul palco romano degli Stati Popolari, manifestazione dei nuovi sfruttati in cui lui parlò della "grande truffa del successo" nel mondo occidentale. 

La terza estate dell'amore prosegue su quel binario, che era l'unico possibile, sensato e doveroso nella situazione in cui siamo. Che questi temi li metta in campo, anzi li metta in musica, uno come Cosmo mi pare doppiamente interessante e utile. Perché lui ha appeal e i suoi sepolcri sono ancora fortunatamente tutti da imbiancare, perché ha l'intelligenza e la cultura per farlo. Perché altrove nel mondo le risposte forti antisistema – o di "nuovo sistema" – al di fuori dei circuiti ufficiali dell'impegno sempre e comunque sono arrivate già decenni fa, si pensi alla Club Culture nel sistema anglosassone. Da noi molto meno, e il rap la strada dell'istituzionalizzazione e dunque dell'involuzione dei contenuti l'ha imboccata da un pezzo. 

Gente per il Cosmo 2 - foto Marco Previdi
Gente per il Cosmo 2 - foto Marco Previdi

Perché adesso, dopo l'ultimo anno e mezzo che abbiamo vissuto, non siamo più al "Se non ora, quando?", ma al "Se non ora, D** C***, quando?". Ognuno facesse quello che vuole, come sempre e per sempre amen. Ma oggi – mentre ci aggrappiamo a uno stuzzicadenti per resistere alla burrascaritengo inevitabilmente conclusa l'epoca delle canzoni sulle "birette", sulle pare con la lady, sulle gite al mare la domenica di aprile.

Allo stesso modo mi pare che il disco – e il messaggio – che ci voglia possa essere proprio questo, coraggioso, sudato, estremo e incosciente. Che non faccia battaglie che si fermano fino a lì perché più in là non si può – quante ce ne sono in giro, anche molto encomiabili! –, che ci ricordi che quando viene giù tutto non basta aprire l'ombrello, che una bestia sta morendo e dovremo prepararci ai suoi ultimi atti di ferocia, che quello che verrà dopo lo possiamo decidere noi e non deve per forza somigliare a qualcos'altro che già ci hanno assicurato che funzionava e poi non era vero. 

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L'articolo Festeggiamo con Cosmo la fine di questo mondo osceno di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2021-05-13 15:10:00

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