skin deep

skin deep

BJRG

2019 - Cantautoriale, Psichedelia, A Cappella

Descrizione

BJRG è un progetto fatto solo con la voce.
Tutto l'album, così come i live, sono fatti di sola voce.
Due microfoni, una loop station e due pedali delay il suo live set.

"Skin deep" è il secondo lavoro di BJRG, un LP.
Il concept di questo album, in uscita per INRI/Sangue Disken è la pelle:
la pelle dei robot, i microchip,
la pelle come terminazione nervosa del piacere,
la pelle osservata da un punto di vista della fisica quantistica,
la pelle in quanto portatrice di un colore,
pelle come nuovo ed ultimo confine tra dentro e fuori.
Sulla cover stessa dell'album, ovvero sulla foto che ritrae BJRG di spalle nel mare,
sono state disegnate, sempre con la pelle nuda delle dita, due scie rosse.
L'organizzazione dei titoli non è casuale, bensì ha una struttura precisa.
Ogni titolo è una parola presa dal brano precedente che viene sviscerata all'interno della canzone successiva.
I nove titoli delle nove canzoni di questo LP formano infine una frase:

"out in the flesh nothing but skin is unseen firework"

Il primo pezzo, "out", prende il titolo da una parola dell'ultimo brano del precedente album.
Il brano "in the", entra "fisicamente" nella pelle, la osserva da un punto di vista della fisica quantistica. Infatti quello che sentiamo come tatto è in realtà una repulsione elettromagnetica tra gli elettroni degli atomi della nostra pelle, un qualcosa che poi arriva al nostro cervello sotto forma di impulso elettrico. La massima distanza tra due atomi è di dieci alla meno nove metri. Rimane quindi sempre un minuscolo vuoto tra due dita che si sfiorano.
Di questo parla il secondo brano dell'album, Non tocchiamo mai veramente nulla. Ma sentiamo tutto. Tutto è illusione. Tutto è bugia. Ma c'è una bugia in ogni bugia.
In questo pezzo, a livello di editing/mix, la voce è stata lavorata di conseguenza, ovvero in modo da provare a ricreare queste "particelle sonore"; come se anche la voce si potesse scomporre in vibrazioni subatomiche.
"flesh" parla della pelle in quanto recettore del piacere, significa "carne", ma assomiglia alla parola "flash", che significa "lampo". è uno dei pezzi più nudi dell'album.
"nothing" è quel microscopico vacuum di cui sopra, l'infinitesimale distanza che intercorre tra due atomi; è inoltre una specie di ode al nulla, in contrapposizione all'apparente inarrestabile ansia produttiva globale.
La quinta canzone si chiama "but", significa "ma" che in termini grammaticali è definita come una "CONGIUNZIONE AVVERSATIVA". Questa canzone parla dell'eroe rivoluzionario sudafricano Steve Biko. Perché il titolo "but"? Perché Biko più che concentrare le sue forze contro un nemico esterno ha cercato di sradicare dalle sue genti un senso di inferiorità, ha cercato di "CONGIUNGERE" le sue genti, prima ancora di direzionare le loro energie in una logica "AVVERSATIVA": la lotta contro l'apartheid.
Il testo di "skin" cerca di stare a galla in un nichilismo politico dilagante; lo fa anche giocando con le parole "working class hero" di John Lennon. Il fatto che ha ispirato questo pezzo è stata la notizia che i veterani americani, storicamente connotati da sentimenti repubblicani, si erano uniti ai nativi d'America nella lotta contro la costruzione di un oleodotto all'interno della riserva Sioux di Standing Rock.
Come BJRG racconta in una recente intervista uscita per XL (xl.repubblica.it/articoli/s…): "Skin è quindi una canzone di speranza. Perché la speranza è spesso confusa con l’essere naif o illusi. Invece non avere speranza trovo sia una grande mancanza di rispetto nei confronti di chi lotta o addirittura rischia la vita a favore di cause che riguardano il futuro di tutti. Il videoclip diretto dal “movement director” Paolo Ermanno ha inscenato molto bene questo tortuoso e scoordinato inseguimento di utopie”; questo il link al videclip di lancio "skin" youtube.com/watch?v=x1HAMtA…
"is" è un intermittente grido atavico, indigeno, è un pezzo "strumentale", senza parole, un es freudiano digitalizzato.
"unseen" è un pezzo che parla di invisibilità, del non sentire più niente.
L'ultimo pezzo, "firework" è una canzone d'amore, una sensazione di uscire dal proprio corpo, dalla propria pelle: "I stopped being mine".

Credits

tutte le canzoni di sola voce sono state scritte, composte e cantate da Luca Nistler
registrate, mixate e co-prodotte da Antonio Polidoro presso il Blap Studio
sound design e co-produzione su tutte le tracce Alberto Ladduca
mastering Claudio Giussani presso Energy Mastering
la canzone "but" ospita le voci di Marina Ladduca e Anne Groen

cover dell'artwork
foto originale a cura di Paolo Ermanno
art direction Chiara Errica
acrilico su foto - pitturato con le dita - a cura di Greta Plaitano
foto finale Marco Malingambi

booklet concept di Chiara Errica

finalizzazione artwork Alessandro Brattini

etichette discografiche
INRI/Sangue Disken

project manager
Cristiana Gizzarelli

management
Ercole Gentile - Volume Up

publishing
Metatron Publishing srl

COMMENTI

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